HomeCulturaDONNE NELLA STORIA  a cura di Ottavia Luciani: Vittoria Colonna

DONNE NELLA STORIA  a cura di Ottavia Luciani: Vittoria Colonna

DONNE NELLA STORIA  a cura di Ottavia Luciani: Vittoria Colonna

(foto dal web)

(foto dal web)

VITTORIA COLONNA 

Si tratta di una tra le donne più importanti del Cinquecento italiano.

Nata a Marino nel 1490 da Fabrizio e da Agnese di Montefeltro, figlia di Federico, duca di Urbino, fu una raffinata poetessa, donna di profonda pietà fu figura centrale di un vasto circolo di riformatori religiosi alcuni dei quali si spinsero ben oltre i confini dell’ortodossia cattolica.

Il padre, allora il maggiore rappresentante della potente famiglia romana, aveva partecipato con Carlo VIII alla conquista del Regno di Napoli ma poi, per l’ingratitudine del re, era passato con gli Aragonesi.

Fu anche per questo che i Colonna strinsero alleanza con la famiglia Avalos, partigiana degli Spagnoli e, Vittoria, a soli sette anni, fu promessa in sposa a Ferdinando (Ferrante) Francesco d’Avalos, marchese di Pescara. Quando nel 1501 il generale francese Aubigny saccheggiò le proprietà dei Colonna e Papa Alessandro Borgia confiscò tutti i possedimenti della famiglia nemica, i Colonna erano ospiti ad Ischia degli Avalos.

Sposò Ferdinando Avalos nel 1509 e pur trattandosi di un matrimonio stabilito per reciproci interessi delle famiglie tra i coniugi ci fu un tenero sentimento amoroso interrotto solo dalla morte del Avalos che aveva una vocazione alla guerra.  Partecipò col suocero alla battaglia di Ravenna (1512) contro i francesi ed entrambi furono catturati e deportati in Francia. Liberato dalla prigionia ritorna in Italia ma nel 1521 ad una nuova fase di belligeranza fra francesi e spagnoli, su invito di Carlo V torna sui campi di battaglia e diviene comandante dell’esercito aragonese contro i francesi.

Ferdinando d’Avalos, nel novembre del ’25, si ammala a Milano per un peggioramento delle ferite riportate a Pavia, ma, forse, anche vittima di un avvelenamento, esito di una congiura simile a quella che lui stesso aveva fatto sventare. Vittoria Colonna parte da Roma per raggiungerlo, ma viene fermata sulla strada dalla notizia della morte del marito. Rimasta vedova ancora molto giovane e avendo perduto tutti gli altri suoi cari Vittoria, come prima reazione, decide di entrare in convento; non lo fa per l’opposizione del fratello Ascanio, l’unico dei parenti rimastole,

e del papa Clemente VII che le scrive ricordando l’utilità di una vita esemplare cristiana vissuta al di fuori del convento.

La Colonna, da parte sua, già nel 1512, epoca della battaglia di Ravenna, aveva iniziato a dedicarsi alla poesia con uno dei primi componimenti poetici l’Epistola in versi, in cui per la prima volta troviamo il tema, tipico, del compianto per l’amato lontano. Vittoria, legata all’immagine eroica del marito, frequenta però le occasioni mondane della corte aragonese, ed i circoli culturali di Napoli e di Ischia, conoscendo, così, Sannazaro, Cariteo, Galeazzo di Tarsia, che le testimonia ripetutamente, nelle lettere, la propria devozione, Britonio e Capanio.

Fine prima parte

appuntamento al 2 marzo 2019

 

redazione.lecceoggi@gmail.com

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