HomeAlmanaccoALMANACCO DEL GIORNO Almanacco di Venerdì 12 Aprile 2019

ALMANACCO DEL GIORNO Almanacco di Venerdì 12 Aprile 2019

ALMANACCO DEL GIORNO Almanacco di Venerdì 12 Aprile 2019

Almanacco di  Venerdì 12 Aprile 2019

Quindicesima settimana dell’anno

Giorni dall’inizio dell’anno: 102 * Giorni rimanenti alla fine dell’anno 263

A Roma il sole sorge alle 05.36 e tramonta alle 18.47 (ora solare)

A Lecce il sole sorge alle 05.26 e tramonta alle 18.29 (ora solare)

OGGI SI FESTEGGIA: San Giulio

ACCADDE OGGI: 1961 – Primo uomo nello spazio:

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Conquistare per primi lo spazio, allo scopo di dominare meglio la Terra. Una sfida che per circa vent’anni vide contrapposti i due “grandi blocchi”. La fase iniziale vide trionfare quello sovietico, che portando l’uomo nello spazio alzò l’asticella della sfida e costrinse gli Americani a correre ai ripari.

Il clima di guerra fredda, imperante nei decenni successivi alla Seconda guerra mondiale, vide Stati Uniti d’America e Unione Sovietica contendersi pezzi di mondo e dimostrare la propria potenza tecnologica e militare con una corsa sfrenata agli armamenti. In quest’ottica la conquista del cosmo garantiva due importanti risvolti: con il lancio di satelliti nello spazio sarebbe stato più facile spiare il nemico; farlo in anticipo sugli avversari avrebbe significato propagandare i rispettivi progressi scientifici.

Il lancio dello Sputnik nel 1957, primo satellite nello spazio, aveva assegnato il primo prestigioso round all’U.R.S.S., battendo sul tempo gli Americani che tre mesi più tardi mandarono in orbita l’Explorer 1. Nel 1960 il regime guidato da Nikita Krusciov sembrava pronto a un altro clamoroso sorpasso. Con il progetto Vostok si mirava, per la prima volta, a portare l’uomo nell’orbita terrestre.

Dalla primavera del 1960 al marzo dell’anno seguente vennero effettuati diversi lanci, utilizzando manichini e in molti casi animali, come cani e ratti, alcuni dei quali persero la vita durante il volo o in fase di atterraggio. La fase più drammatica si ebbe con la catastrofe di Nedelin: un missile intercontinentale esplose sulla rampa di lancio, provocando la morte di oltre 200 dipendenti. Un episodio che aumentò le condizioni di rischio per un eventuale coinvolgimento umano.

Tuttavia non c’era molto tempo, visto che gli USA avevano programmato per marzo del 1961 il lancio del Mercury con un astronauta a bordo, poi rimandato a maggio. Nel frattempo l’agenzia spaziale sovietica RKA era stata incaricata di addestrare 20 cosmonauti, tra i quali sarebbe stato scelto il miglior pilota. La selezione premiò Jurij Alekseevič Gagarin, che il 12 aprile si accomodò all’interno della capsula del Vostok 1, sulla rampa di lancio del Cosmodromo di Bajkonur (nella steppa del Kazakistan).

Il razzo si alzò alle 9.07 (ora di Mosca) e pochi minuti dopo Radio Mosca annunciò trionfalmente la notizia. Tutti i vari passaggi funzionarono senza problemi, anche perché i comandi erano azionati da terra e il pilota poteva fungere solo da spettatore passivo. Lo stesso aveva a disposizione riserve d’ossigeno e provviste alimentari per dieci giorni, nel caso fossero insorti inconvenienti al sistema computerizzato.

Non ce ne fu bisogno. Gli 89 minuti di volo trascorsero senza contrattempi e la navicella riuscì a eseguire un’orbita terrestre completa prima di rientrare nell’atmosfera. Alle 10.35, a una quota concordata di 7.000 m, Gagarin si catapultò dalla capsula e appeso al paracadute atterrò nei pressi della città di Engels. Venne accolto come un eroe e la propaganda sovietica fece risaltare al massimo l’evento.

Senza dubbio con la sua impresa era stata scritta una pagina storica del progresso scientifico, destinata ad allargare gli orizzonti delle conquiste umane. Tra i suoi primati, anche quello di osservare che il colore predominante della Terra, vista dallo spazio, era il blu. Gagarin descrisse in numerose interviste lo spettacolo cui aveva assistito, esortando tutti a impegnarsi di più nella conservazione del pianeta.

EVENTO SPORTIVO: 1970 – Il Cagliari di Gigi Riva è campione d’Italia:

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Lo stadio Amsicora di Cagliari, stracolmo di tifosi, non aspetta che il triplice fischio finale per esultare e festeggiare la conquista dello scudetto 1969/70. Il Cagliari è in vantaggio sul Bari per un gol a zero, grazie ad una rete di testa di Gigi Riva (il bomber isolano e della Nazionale), messa a segno nel primo tempo.

Sono lunghissimi i minuti finali che separano la squadra di Manlio Scopigno dalla conquista matematica del tricolore addirittura con due giornate di anticipo sulle inseguitrici Juventus ed Inter. Alle 17.12, al 43° minuto, Sergio Gori firma il raddoppio e scatena l’entusiasmo dei tifosi che a fine partita invadono il campo.

Un successo meritato, rafforzato dalla classifica finale (il campionato è a 16 squadre e la vittoria vale due punti) che vede il Cagliari primo con 45 punti, seguito dall’Inter a 41 e dalla Juventus a 38. Capocannoniere del campionato, per la terza volta, è Gigi Riva con 21 reti.

Cinque neo campioni d’Italia sono presenti anche nei successivi Mondiali di Messico ’70, conclusi con l’Italia al secondo posto. I convocati dal c.t. Valcareggi sono Riva, il capitano Cera, Gori, Albertosi e Domenghini.

NACQUERO OGGI:

1948 – Marcello Lippi – CT Nazionale Azzurra Campione del Mondo 2006

1956 – Andy Garcia – regista cinematografico

1978 – Luca Argentiero –  attore/presentatore TV

LA FRASE CELEBRE

E’ meglio abitare su un angolo del tetto che avere una moglie litigiosa e casa in comune. (Salomone)

IL PROVERBIO:

Aprile cava la vecchia dal covile.

IL SEGNO ZODIACALE: ARIETE – Dal 21/03 al 20/04

Personalità:

Intrepido e fiero, la sua è una personalità attiva e dinamica. Spinge sempre a fondo l’acceleratore sia che si tratti della sua auto, di un progetto, della realizzazione di un’impresa o di qualsiasi altra cosa, l’importante per lui è arrivare primo. La sua natura irrequieta è portata ad ogni genere di attività, anche se talvolta dovrebbe evitare tutte quelle imprese eccessivamente rischiose o azzardate.

Amore:

Un incontro, un gesto talvolta perfino uno sguardo sono sufficienti a fargli andare il cuore in gola e allora proietterà nei sentimenti la parte migliore di sé. I suoi amori sono una serie di colpi di fulmine, di rotture e di riconciliazioni. I suoi sentimenti esplodono all’improvviso e incendiano tutto quello che incontrano. Seduce con passione e, se qualcuno gli oppone resistenza, è capace di qualsiasi prodezza per conquistarlo.

Lavoro:

Ad uno come lui a cui piace comandare, un lavoro da subalterno va decisamente stretto. L’Ariete è un capo e, come tale, è nato per dirigere, che sia poi un’azienda o un reggimento non fa grande differenza, l’importante è dare ordini, ed i suoi devono essere rispettati, altrimenti va su tutte le furie. Se non sarà capitano d’industria o generale d’armata, comunque, potrà scegliere di fare il libero professionista o qualsiasi altro lavoro in cui siano necessarie prontezza di spirito e intraprendenza. È inutile che tenti la strada dell’impiego fisso, le occupazioni noiose e programmate non fanno per lui, la sua abilità gli permette invece d’inventarsi i lavori dal nulla, perché è originale, ha grinta e coraggio da vendere.

Salute:

Le parti del corpo collegate al suo segno sono: l’area della masticazione (specie l’arco dentario superiore), il sistema visivo, olfattivo, uditivo, l’area cervicale e facciale. Le sue patologie riguardano pertanto queste zone, e non è raro, ad esempio, sentirlo lamentarsi di emicranie, nevralgie o sinusiti. I suoi frequenti mal di testa sono in gran parte dovuti ad un’eccessiva tensione nervosa, legata alla sua aggressività e al suo mirare continuamente verso nuovi obiettivi.

I DOODLE DI GOOGLE: Antonio Meucci e il telefono:

Il nome di Meucci, a oltre un secolo di distanza dalla sua morte, continua a dividere Italia e Stati Uniti d’America, con la prima a difendere il merito del padre del telefono e i secondi a contestarne il primato. Resta comunque una storia di un geniale inventore emigrato dalla Toscana a Cuba e di qui nell’America delle grandi opportunità. Il suo interesse per la trasmissione vocale maturò durante alcuni esperimenti sull’elettroterapia (condotti su richiesta di amici medici) e si perfezionò mentre lavorava come tecnico di scena nei teatri. Il risultato fu un sistema in grado di trasmettere e ricevere la voce umana, cui dette nome di “Telettrofono”. Non disponendo del denaro necessario per il brevetto, poté soltanto depositare il “caveat” (nel diritto americano, corrispondeva a una prenotazione del brevetto valevole per un anno e rinnovabile, ma oggi non più in uso) che non riuscì a rinnovare. Questo spianò la strada ad Alexander Graham Bell, che il 7 marzo 1876 ottenne il brevetto del telefono elettrico. Ciononostante il contributo di Meucci viene oggi riconosciuto dalla scienza e nel 2008, nel bicentenario della sua nascita, Google lo ha ricordato con un doodle locale (visibile in Italia).

redazione.lecceoggi@gmail.com

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