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Aggressione in centro, interviene il sindaco Poli Bortone

Aggressione in centro, interviene il sindaco Poli Bortone

Dichiarazione del sindaco di Lecce, Adriana Poli Bortone, sull’aggressione a due giovani.

<Una vile e incalzante aggressione verbale, minacce ed epiteti gratuiti, che solo grazie alla lucidità e alla civile compostezza di chi riceveva gli insulti non hanno avuto conseguenze ben più gravi. Un fatto intollerabile quello che è avvenuto l’altra sera. Non ammetto che nella città che i leccesi hanno deciso di affidarci possano accadere episodi vergognosi come quello occorso a due giovani leccesi, presidente e dirigente provinciale di Fratelli d’Italia, ragazzi conosciuti da tutti in città per il loro impegno civile e politico, per la loro correttezza istituzionale, per le loro capacità relazionali e sociali. Due ragazzi che passeggiavano tranquillamente per le vie della città e che sono stati aggrediti e bollati come “fascisti” da un gruppo di facinorosi e violenti che intimavano loro di andarsene perché “non volevano respirare la loro stessa aria”. È questa l’inclusione alla quale avete abituato i vostri giovani? Un’inclusione solo nei confronti dei propri simili? Qualcuno dovrebbe spiegare a questi giovani “squadristi” che se inclusione è riservata solo ai propri simili vuol dire che non c’è educazione all’accettazione dell’altro da sè. Sarebbe utile capire in che contesto sono cresciuti questi ragazzi, che modelli hanno avuto, non solo genitoriali ma anche sociali e politici, chi si è preso cura della loro educazione alla vita. Accade a Lecce ma è accaduto anche a Galatina, dove la mancata accettazione del diverso da sè ha portato a violenza ignobile nei confronti di chi non poteva difendersi, in un contesto in cui nessuno interveniva perché il concetto del “fatti i fatti tuoi” e “girati dall’altra parte” è evidentemente imperante.
Non è questa la città che vogliamo, e noi che siamo stati indicati per governarla faremo tutto quanto in nostro possesso per fare in modo che le istituzioni, alle quali inviamo un accorato appello, applichino una pena esemplare, non solo in termini di fatica o impegno che si richiederà a questi ragazzi, ma di capacità nel porli davanti all’obbligo di accettare, prendersi cura e valorizzare chi è diverso da loro. Pensiamo a lavori socialmente utili che possano mettere in atto non la legge dell’occhio per occhio ma quella civile del contrappasso. È l’ennesimo episodio di intolleranza da parte di chi proprio non accetta che non esiste il pensiero unico. I bersagli negli ultimi mesi sono stati le panchine volute per ricordare le vittime del comunismo e poi i cartelli toponomastici che indicavano vie e piazzette intitolati a esponenti di centrodestra. Ma anche il ministro Valditara venuto in visita nelle scuole. Ora siamo arrivati ad attaccare dei ragazzi, ammirevoli da tutti i punti di vista, solo perchè facenti parte di un’organizzazione giovanile – è bene ricordarlo – di un partito che è sotto l’arco costituzionale e che dunque va rispettato. Purtroppo il ripetersi di una postura arrogante  e provocatoria in molti casi non risparmia neanche i consessi istituzionali e si esprime attraverso i social con l’effetto inquietante e pericoloso della benzina che viene gettata sul fuoco (la nostra comunità, ahimè, ne è tutt’altro che esente). La sinistra leccese ha il dovere di individuare e allontanare pubblicamente certi elementi e farsi carico della necessità di spiegare ai propri giovani che la democrazia, la tolleranza, non si esercitano a piacere. D’altronde, non si può negare che questa escalation di odio è stata giustificata nel tempo proprio dagli attacchi di quella sinistra che in nessun modo ha voluto accettare che parti politiche diverse potessero commemorare giovani che hanno perso la vita perché credevano in un ideale diverso dal loro, e che non perde occasione per tacciare di “fascismo” ogni comportamento politico differente. Fatevi un esame di coscienza, perché è l’esempio quello che occorre fornire ai giovani, non la teoria. È un clima di intolleranza che non intendiamo più accettare né all’interno né fuori dalle sedi istituzionali e per il quale dovranno essere attivati meccanismi di controllo che riportino la dialettica democratica a forme di civile rispetto e scongiurino negli ambiti cittadini situazioni provocatorie e potenzialmente pericolose per l’ordine pubblico>.

luciani.2006@libero.it

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