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ALMANACCO DEL GIORNO

ALMANACCO DEL GIORNO

ALMANACCO DI OGGI: giovedì 12 maggio 2022

Diciannovesima Settimana dell’Anno 2022

Giorni trascorsi dall’inizio dell’anno 132 * giorni mancanti alla fine dell’anno 233

A Roma il sole sorge alle 04.53 e tramonta alle 19.20 (ora solare)

A Lecce il sole sorge alle 4.51 e tramonta alle 18.56 (ora solare)

OGGI SI FESTEGGIA: Santa Rosanna

OGGI È: Giornata internazionale dell’infermiere

Il 12 maggio 1820 è nata Florence Nightingale, fondatrice delle Scienze infermieristiche moderne.

L’International Council of Nurses (l’Icn è una Federazione di più di 130 Associazioni nazionali infermieristiche, che rappresentano più di 13 milioni di infermieri nel mondo) ricorda questa data celebrando in tutto il mondo la Giornata internazionale dell’Infermiere.

Negli anni Sessanta in Italia a celebrare il 12 maggio sono la Consociazione (Caioss), le Associazioni infermieristiche e qualche Collegio provinciale. E’ nel 1980 che la Federazione nazionale Ipasvi decide di sostenere in prima persona l’iniziativa, annunciandola sul “Notiziario”. L’intento dichiarato dal gruppo dirigente è quello di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sui valori di cui è portatrice la professione infermieristica: “una professione che trova il suo significato più originale e autentico nel servizio all’uomo”.

La scelta appare quanto mai opportuna e raccoglie ampi consensi, come dimostra il fitto calendario di iniziative promosse dai Collegi e dalle Associazioni, che ormai tradizionalmente si concentrano intorno a quella data anche nel nostro Paese.

A partire dal 1992 la Federazione nazionale Collegi Ipasvi sostiene la Giornata internazionale dell’Infermiere anche con la diffusione di manifesti che sottolineano l’impegno degli infermieri italiani sui temi della solidarietà e dell’alleanza con i pazienti e le loro famiglie.

ACCADDE OGGI: 1974 –  Referendum abrogativo sul divorzio, vincono i no: 

«L’Italia è un paese moderno». «Grande vittoria della libertà». «Il popolo italiano fa prevalere la ragione, il diritto, la civiltà». Sono alcuni dei titoli apparsi sulle prime pagine dei giornali, a commento del risultato del referendum abrogativo della legge sul divorzio, che scrive per l’Italia un orizzonte diverso nei costumi sociali e nel rapporto tra opinione pubblica e religione.

«L’uomo non osi separare ciò che Dio ha unito» è l’imperativo del credo cattolico che per secoli ha inibito qualsiasi tentativo di mettere in discussione il vincolo indissolubile del matrimonio. La prima iniziativa legislativa è di Napoleone Bonaparte che, con il Codice del 1804, introduce in Italia la possibilità di sciogliere i matrimoni civili, vincolandola però al consenso di genitori e nonni.

A parte qualche velleitaria iniziativa ad inizio Novecento, la materia torna prepotentemente alla ribalta nella seconda metà degli anni Sessanta, grazie a un ampio movimento d’opinione nella società cui corrisponde un clima politico favorevole in Parlamento. È il deputato socialista Loris Fortuna a presentare per primo un progetto di Legge per il divorzio, integrato successivamente con il testo del liberale Antonio Baslini. Per sensibilizzare la gente, il Partito Radicale e la Lega italiana per l’istituzione del divorzio scendono in piazza.

La convergenza tra Comunisti, Liberali, Radicali e Socialisti porta a un risultato epocale: il 1° dicembre 1970 viene approvata la legge n. 898 Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio, ribattezzata “legge Fortuna-Baslini”. Con buona pace della Democrazia Cristiana, il divorzio entra nell’ordinamento italiano. Il provvedimento riconosce la cessazione degli effetti civili del matrimonio, prevedendo il passo iniziale della separazione legale, periodo in cui i coniugi dimostrano di non coabitare.

Il mondo cattolico non ci sta e corre ai ripari, facendo partire la raccolta firme per presentare una richiesta di referendum abrogativo. Nel giugno del 1971 i comitati antidivorzisti depositano più di un milione di firme presso l’Ufficio centrale della Corte di Cassazione, che il 6 dicembre ne conferma la validità. Inizialmente fissato per l’11 giugno 1972, il voto slitta al 12 maggio del 1974 per via dello scioglimento anticipato delle Camere, deciso dal Presidente della Repubblica, Giovanni Leone.

I sostenitori del “sì” trovano nel segretario politico della DC, Amintore Fanfani, un acceso portavoce e protagonista di una campagna aggressiva che non lascia spazio al dialogo con la parte avversa. I toni usati dal segretario spiazzano i suoi stessi compagni di partito, convinti che questa strategia possa intaccare l’ampio consenso dello “scudocrociato”. Di contro le alte gerarchie vaticane fanno sentire il proprio peso, chiedendo il massimo impegno per la vittoria del sì. L’altro partito che sostiene il “sì” è il Movimento Sociale Italiano.

L’area del “no” ne raccoglie sei: PCI, PSI, Liberali, Radicali, Repubblicani e il Partito Socialista Democratico Italiano.
La partecipazione al voto è da record: in 33.023.179 si recano alle urne, circa l’87,7% degli aventi diritto. Una soglia che non sarà mai eguagliata nelle consultazioni referendarie successive. Il 40,7% (13.157.558) si pronuncia per l’abrogazione, il 59,3% (19.138.300) vota “no”.

La legge sul divorzio è salva e per il fronte cattolico si materializza una sconfitta senza precedenti, non priva di ripercussioni politiche nella DC. La leadership di Fanfani viene messa in discussione fino alla definitiva debacle delle elezioni regionali del 1975, dove la DC fa registrare il suo minimo storico e con il PCI alle costole, distanziato di poco più di 500mila preferenze. Sul versante opposto si grida alla vittoria della modernità e della civiltà contro il blocco della conservazione.

A dispetto delle previsioni catastrofiche degli abrogazionisti, il divorzio per quasi un ventennio non produce significativi cambiamenti nel tessuto sociale, mentre dal 1995 s’inizia a registrare la prima impennata di separazioni che nel nuovo millennio cresce di pari passo con il diminuire dei matrimoni. I più recenti dati Istat, riferiti al 2012, parlano di 88.288 separazioni e 51.319 divorzi, con un trend in calo dello -4,6% rispetto all’anno precedente (-0,6% invece per le separazioni).

Per dimezzare i tempi delle cause di divorzio, nel 2012 viene presentato un DDL sul cosiddetto “divorzio breve” che, dopo il via libera in Commissione Giustizia, rimane lettera morta in Parlamento. Una nuova proposta viene presentata alla Camera nei primi mesi del 2014 e convertita in legge ad aprile del 2015.

EVENTO SPORTIVO – 1974 – Il primo scudetto della Lazio:

La penultima giornata del campionato 1973/74 può assegnare lo scudetto. Reduce dal terzo posto della stagione precedente, la Lazio scende in campo in un Olimpico che già pregusta la festa. Di fronte c’è il Foggia e batterlo significherebbe aggiudicarsi lo scudetto con una giornata di anticipo, a prescindere dal risultato dei campioni in carica della Juventus, impegnati in casa con la Fiorentina.

Al 16° della ripresa, il cannoniere della Lazio (e del campionato, primo con 24 reti) Giorgio Chinaglia non fallisce dal dischetto e porta in vantaggio i biancocelesti, allenati da Tommaso Maestrelli. Quando l’arbitro sancisce la fine delle ostilità, la gioia incontenibile dei tifosi laziali impedisce ai neo campioni di raggiungere con facilità lo spogliatoio.

Tra loro vanno ricordati: il portiere Paolo Pulici, il capitano Giuseppe Wilson, i centrocampisti Luciano Re Cecconi e Vincenzo D’Amico (19 anni e rivelazione del campionato), il regista Mario Frustalupi (padre di Nicolò, futuro secondo di Mazzarri nel Napoli e nell’Inter), gli attaccanti Renzo Garlaschelli (secondo marcatore biancoceleste con 10 reti) e il centravanti della Nazionale Giorgione Chinaglia.

NACQUERO OGGI:

1700 – Luigi Vanvitelli (+1773)

1983 – Leonardo Basile

LA FRASE CELEBRE (Aforisma): 

Non temete coloro che uccidono il corpo e non possono uccidere l’anima, ma temete colui che può mandare l’anima e il corpo all’inferno. (Gesù)

IL PROVERBIO DEL GIORNO:

D’aprile piove per gli uomini e di maggio per le bestie.

I DOODLE DI GOOGLE: Bicentenario di Edward Lear:

Tra le più antiche espressioni della poesia inglese c’è il limerick, un breve componimento di contenuto umoristico e nonsense (cioè privo di significato o surreale), presente già in Shakespeare ma che trovò, verso la seconda metà dell’Ottocento, in Edward Lear, l’autore più rappresentativo.

Ansioso di mettersi alle spalle la sua infanzia, cominciò a ottenere i primi guadagni come illustratore di storie con protagonisti gli animali, raccolte in seguito in A Book of Nonsense, pubblicato nel 1846 con lo pseudonimo Derry Down Derry. La celebre filastrocca nonsense “Il gufo e la gattina” è al centro del doodle locale (visibile nel Regno Unito), pubblicato da Google nel 2012 per ricordare i 200 anni dalla nascita di Lear.

redazione.lecceoggi@gmail.com

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