HomeAlmanaccoALMANACCO DEL GIORNO Diciassettesima settimana dell’anno

ALMANACCO DEL GIORNO Diciassettesima settimana dell’anno

ALMANACCO DEL GIORNO Diciassettesima settimana dell’anno

Diciassettesima settimana dell’anno

Giorni dall’inizio dell’anno: 113 * Giorni rimanenti alla fine dell’anno 252

A Roma il sole sorge alle 05.18 e tramonta alle 18.59 (ora solare)

A Lecce il sole sorge alle 05.07 e tramonta alle 18.41 (ora solare)

OGGI SI FESTEGGIA: San Giorgio Martire

OGGI È:   Giornata mondiale del libro:

Oggi è la Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, evento patrocinato dall’UNESCO al fine di promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la protezione del copyright (il cosiddetto diritto d’autore). Il 23 aprile di ogni anno si festeggia, con numerose manifestazioni in tutto il mondo, il piacere della lettura e si valorizza il contributo che gli scrittori danno allo sviluppo della cultura e del progresso nel mondo.

La festa nacque in Catalogna ed inizialmente veniva celebrata il 7 ottobre. Successivamente fu spostata al 23 aprile facendola coincidere con il giorno dedicato a San Giorgio (patrono della Catalogna). In onore del santo, in Catalogna, è usanza che le donne ricevano in regalo dagli uomini una rosa, così divenne consuetudine che i librai omaggiassero con una rosa i clienti per ogni libro acquistato in questa data.

Perché proprio il 23 aprile? La scelta della data avvenne nel 1996 in commemorazione del giorno in cui, nel 1616, morirono tre importanti scrittori: lo spagnolo Miguel de Cervantes, l’inglese William Shakespeare e il peruviano Inca Garcilaso de la Vega (la data di morte di Cervantes e Garcilaso de la Vega è considerata secondo il calendario gregoriano mentre quella di Shakespeare secondo il calendario giuliano, all’epoca in uso nel Regno Unito).

Lo scopo della giornata è quello di diffondere l’amore per la lettura e di accendere i riflettori sugli scrittori, sul loro valore e sulle difficoltà della loro professione.

ACCADDE OGGI: 1946 – Brevettata la Vespa:

vespa

«Non è una motocicletta, ma piuttosto una piccola vettura a due ruote». E’ solo uno dei tanti spot che accompagnò l’uscita del mezzo di trasporto, considerato un’icona dell’italianità dal Dopoguerra ad oggi. Con la Vespa nacque non solo un nuovo modo di vivere la strada ma un fenomeno di costume che varcò i confini nazionali, trovando spazio nel cinema di ogni tempo.

Fondata a Genova nel 1884 come azienda attiva nell’arredamento navale, la Piaggio era passata in quarant’anni ad occuparsi di materiale ferroviario e di aeronautica, trasferendo i propri stabilimenti a Pontedera. Quest’ultimo settore fu conservato dai due figli del fondatore Renzo Piaggio, Enrico e Armando, al momento di ereditare il gruppo nel 1938. Tuttavia alla fine della Seconda guerra mondiale si avvertì la necessità di variare la produzione.

Si decise di investire in un settore in crescita come quello motoristico, dove la concorrenza era forte per la presenza di case quali Moto Guzzi, Gilera e Bianchi. Del progetto venne incaricato l’ingegnere Renzo Spolti, che mise a punto un veicolo alto come una bicicletta da donna e rivestito completamente da una scocca, in modo da nascondere le parti meccaniche e proteggere dagli schizzi di fango. Il prototipo, denominato MP5 Paperino, non convinse Enrico Piaggio per via del tunnel centrale che rendeva tutt’altro che agevole il montare in sella.

Accantonatane la produzione, il modello servì come punto di partenza per una versione ritoccata, affidata all’ingegner Corradino D’Ascanio, già noto come inventore del primo prototipo di elicottero moderno.

Geniale intuizione, destinata a cambiare per sempre la storia degli scooter, fu di spostare il serbatoio nella parte posteriore, così da ricavare un ampio spazio per le gambe del guidatore. Altri aspetti: motore a due tempi, tre marce, accensione a volano magnete e velocità max di 60 km/h.

Con queste caratteristiche, il 23 aprile del 1946, D’Ascanio depositò a Firenze il brevetto della Vespa 98 (il numero indicava i centimetri cubici). L’atto di nascita di un mito. Il curioso nome venne suggerito dal patron Enrico che, osservandone la linea larga al centro e stretta in vita, la paragonò a quella di una vespa.

Presentata in 100 esemplari alla Fiera di Milano, la prima serie andò esaurita in poche settimane. Alla fine dell’anno ne furono venduti 2.181 esemplari, che divennero oltre 10.500 l’anno successivo. Un boom senza precedenti che si sarebbe verificato ancora soltanto con la Fiat 500 nel 1957. In tanti preferirono fare qualche sacrificio economico, reso più sopportabile dalla rateizzazione, pur di comprarsi una vespa al prezzo di 68.000 lire (sei volte la paga mensile di un operaio).

A sette anni dalla nascita, la due ruote della Piaggio trovò la piena consacrazione entrando tra le star di Hollywood, grazie alla celebre scena di Vacanze romane (1953), in cui Gregory Peck e Audrey Hepburn girano in Vespa per le strade di Roma. Gli anni Sessanta videro la comparsa dei modelli nei tre classici livelli di cilindrata: 50 (destinati ai 14enni non patentati), 125 (che consentivano il trasporto di un passeggero) e 150 (con cui si poteva viaggiare in autostrada).

Tra i modelli più popolari di sempre la 50 special, prodotta dal 1969 al 1983, e la PX, uscita nel 1977 e venduta in oltre 3 milioni di unità. Conservatasi nel tempo in molte delle sue peculiari caratteristiche tecniche, la Vespa è tra gli scooter più venduti della storia; recenti stime parlano di 17 milioni di esemplari venduti dal 1946 ad oggi!

EVENTO SPORTIVO: 1998 – La Virtus vince l’Eurolega:

Sono 24 le squadre partecipanti all’Eurolega di pallacanestro maschile per la stagione 1997/98. Le italiane in lizza sono tre: Treviso, Virtus Bologna e Fortitudo Bologna, che arrivano tutte ai quarti di finale, dove Treviso supera i turchi di Istanbul e il derby felsineo arride alla Virtus.

Nelle semifinali Treviso perde di due punti con l’AEK Atene e la Virtus Bologna ha la meglio sul Partizan Belgrado. Nella finale per il terzo posto i veneti battono per 96 a 89 i serbi. In finale, giocata al Palau Sant Jordi di Barcellona, i bolognesi allenati da Ettore Messina conquistano la prestigiosa coppa europea (è il primo titolo di campione d’Europa, il secondo arriverà nel 2001), battendo i greci per 58 a 44, con Sasa Danilovic e Zoran Savić sugli scudi.

NACQUERO OGGI:

1942 – Michele Bonatesta – giornalista/politico

1991 – Ambra Lo Faro – attrice/cantante

1998 – Giada Morucci –  calciatrice

LA FRASE CELEBRE

Le cose migliori sono quelle a miglior prezzo. (Benjamin Franklin)

IL PROVERBIO:

Quando San Giorgio, viene in Pasqua, per il mondo c’è gran burrasca.

IL SEGNO ZODIACALE: TORO – Dal 21/04 al 20/05

Personalità:

Il suo gusto innato per il benessere e per le cose “buone” della vita lo predispone a curare l’arte del vivere, a godere delle piccole gioie quotidiane, piuttosto che a lanciarsi in imprese al di sopra delle sue forze e dei suoi mezzi. Resistente, perseverante, riflessivo ed equilibrato, lavora con scrupolo e serietà rispettando i suoi impegni e raggiungendo, quasi sempre, una buona solidità finanziaria. Ama il denaro, non per accumularlo, ma per spenderlo in tutto ciò che gli procura piacere: una bella casa, quadri e mobili d’epoca, una fornita cantina, bei vestiti. Venere, il suo pianeta governatore, gli fa apprezzare, infatti, la purezza della forma e le cose belle, che ama toccare ed avere sempre davanti allo sguardo. Il senso della famiglia in lui è molto sviluppato; quest’ultima rappresenta il rifugio, l’ambiente naturale per eccellenza, nel quale piantare le radici, ritrovarsi e sentirsi rassicurato in ogni circostanza che la vita riserva.

Amore:

Un impegno serio, una situazione stabile e chiara in cui profondere tutto il suo affetto, ecco il concetto che ha dell’amore. La stabilità e la durata dei suoi rapporti sentimentali, infatti, sono di fondamentale importanza per il Toro che non tollera il passeggero e l’incerto. All’avventura, invece, bisogna essere portati e non è il suo caso; certo, non si può escludere che circostanze particolari o una persona con eccezionale sensualità, possano spingerlo a quella che, il giorno seguente, probabilmente considererebbe una “stupidaggine”, ma sicuramente non è ciò di cui va in cerca. Una volta trovata l’anima gemella, quindi, la scelta è definitiva, anche perché detesta i cambiamenti e ha paura delle novità. La famiglia è pertanto il fulcro della sua esistenza, poiché soddisfa il suo bisogno di sicurezza, e i figli sono coloro che conserveranno e accresceranno i beni da lui accumulati.

Lavoro:

Il Toro è un buon amministratore, sia che si occupi dei suoi affari, sia che lavori alle dipendenze altrui. Giunge al successo lentamente ma con sicurezza ed eccelle in professioni come quella di banchiere, consulente finanziario, impresario edile, commerciante, venditore e, grazie al suo amore per la terra, sarà anche un bravo agricoltore. Le sue qualità artistiche, inoltre, lo indirizzano verso il teatro, il cinema, la pittura e il bel canto, non è raro trovare negli appartenenti a questo segno, infatti, ottimi cantanti. Come collaboratore è insostituibile e, se lavora alle dipendenze, risulta essere un collaboratore veramente affidabile.

Salute:

Le parti del corpo collegate al segno del Toro sono: l’area della gola, l’arco dentario inferiore, il sistema muscolare del collo, le prime vie respiratorie, le vertebre dell’area superiore, e l’area bronchiale superiore. Ne deriva che le patologie che accusa più di frequente comprendono tracheiti, faringiti, tonsilliti, disturbi alle corde vocali, artrosi cervicale, cattivo funzionamento della tiroide. Il suo sale cellulare è il solfato di sodio che regola la ritenzione d’acqua nell’organismo. Il Toro è un flemmatico e sa perfettamente che per star bene, ha bisogno di vivere evitando accuratamente qualunque tipo di eccessi, ecco perché arriva spesso fino a tarda età e senza troppi malanni.

I DOODLE DI GOOGLE: Prokofiev e Pierino e il Lupo:

La vasta e articolata produzione di Sergej Sergeevič Prokofiev fa di lui uno dei più eclettici compositori del ‘900. Dopo i primi esordi nella patria russa, visse un lungo e fruttuoso periodo tra Stati Uniti ed Europa, componendo sonate, musiche per balletti ed orchestra e risultando uno dei primi compositori di colonne sonore per il cinema.

Nel 36, a Mosca, gli fu commissionata un’opera musicale per bambini, per di avvicinarli alla “quarta arte”. In questo modo nacque la favola musicale Pierino e il lupo, con testo affidato a un narratore e spartito per orchestra. La storia ha per protagonisti un bambino, Pierino, e tre suoi amici animali (un gatto, un uccellino e un’anatra), minacciati da un lupo che alla fine cade nell’astuta trappola congegnata dal bambino.

La celebre fiaba compare nel doodle locale (visibile in Russia), che Google ha pubblicato nel 2011, a 120 anni dalla nascita di Prokofiev.

redazione.lecceoggi@gmail.com

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