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CALDO E MANCANZA D’ACQUA IN PUGLIA ALLARME PER BESTIAME E FRUTTA

CALDO E MANCANZA D’ACQUA IN PUGLIA ALLARME PER BESTIAME E FRUTTA

Coldiretti: non solo il caldo, per il settore agricolo dieci milioni di metri cubi di acqua in meno

Di seguito un comunicato diffuso da Coldiretti Puglia:

L’ondata di afa improvvisa in Puglia, con la temperatura di nuovo a 40 gradi mercoledì prossimo a Bari, Lecce, Foggia e Brindisi e giovedì a Taranto, associata alla siccità perdurante da 2 mesi stanno seccando la terra, svuotando le spighe di grano, scottando la frutta nei campi e stanno mandando in stress gli animali nelle stalle. E’ Coldiretti Puglia a lanciare l’allarme a seguito del monitoraggio sugli effetti dell’ondata di calore che ha investito la Puglia con temperature estreme oltre i 40 gradi e la grave siccità per la mancanza di piogge.

A risentire è tutto il settore agricolo nel 2021 divenuto rovente – denuncia Coldiretti Puglia – con 10 milioni di metri cubi di acqua in meno, con le albicocche, l’uva e le ciliegie scottate dal solleone e i frequenti incendi, oltre 30 al giorno solo in provincia di Lecce, che mandano in fumo migliaia di ulivi ormai secchi a causa della Xylella e i 70 roghi dei campi di grano nel foggiano. Stanno soffrendo il caldo gli animali nelle stalle – spiega Coldiretti Puglia – dove le mucche per lo stress delle alte temperature stanno producendo fino al 15% circa di latte in meno rispetto ai periodi normali.

“Per le mucche il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, oltre i 30 gradi vanno in stress termico, mangiano poco, bevono molto e producono meno latte”, spiega Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. “Al calo delle produzioni di latte si aggiunge anche un aumento dei costi nelle stalle per i maggiori consumi di acqua ed energia – aggiunge il presidente Muraglia – che gli allevatori devono sostenere per aiutare gli animali a resistere al caldo. La situazione negli allevamenti è rappresentativo dello stato di disagio provocato dal clima su animali e piante”.

Nelle stalle, spiega Coldiretti Puglia, sono in funzione ventilatori e doccette refrigeranti per aiutare le mucche a sopportare meglio la calura, ma continua a scarseggiare l’acqua con l’erogazione a singhiozzo dei pozzi ubicati in agro di Noci relativi agli impianti irrigui di Scarciullo, Madonna della Scala e Perrotta, mentre in agro di Triggiano l’impianto di Fringuello non è funzionante e gli impianti Paradiso, Torrelonga, Pennalatorta di Via Capurso e Via Noicattaro necessitano di manodopera straordinaria e ordinaria al fine di sostituire componenti della rete idrica ormai esausti e logori, tali da non permettere una corretta erogazione dell’acqua.

L’allarme siccità scatta in un 2021 che si classifica fino ad ora all’ottavo posto tra i più caldi mai registrati nel pianeta con la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,77 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo, secondo l’analisi Coldiretti sui dati del Noaa relativi ai primi cinque mesi ma la situazione preoccupante anche in Europa dove la colonnina di mercurio nel periodo è stata superiore di ben 1,04 gradi rispetto alla media storica mentre in Italia la temperatura è stata più alta di 0,21 gradi, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr relativi ai primi cinque mesi dell’anno

La siccità rappresenta l’evento climatico avverso più rilevante per l’agricoltura con un danni stimati in media dalla Coldiretti Puglia in 70 milioni di euro l’anno soprattutto per le quantità e la qualità dei raccolti. Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie abbiamo elaborato e proposto per tempo un progetto concreto immediatamente cantierabile nel Recovery plan – insiste Coldiretti Puglia – un intervento strutturale reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, lungo tutto il territorio nazionale.

Il progetto – conclude la Coldiretti – prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presenti, progettualità già avviata e da avviarsi con procedure autorizzative non complesse, in modo da instradare velocemente il progetto complessivo e ottimizzare i risultati finali. L’idea è di “costruire” senza uso di cemento per ridurre l’impatto l’ambientale laghetti in equilibrio con i territori, che conservano l’acqua per distribuirla in modo razionale ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.

redazione.lecceoggi@gmail.com

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