HomeCronaca e AttualitàFillea Puglia e Fillea Lecce sull’ennesima morte nei cantieri della provincia di Lecce

Fillea Puglia e Fillea Lecce sull’ennesima morte nei cantieri della provincia di Lecce

Fillea Puglia e Fillea Lecce sull’ennesima morte nei cantieri della provincia di Lecce

Dopo l’incidente in itinere di giovedì, oggi ennesimo infortunio fatale per un 70enne

Ancora una morte nei cantieri della provincia di Lecce. Fillea Cgil: “Inaccettabile strage, subito una Procura nazionale”

Savino (Fillea Puglia) e Toma (Fillea Lecce): “Si continua a morire sul lavoro e tutto continua come prima, come se le morti sul lavoro fossero danni collaterali”

Un’uccisione violenta di un gran numero di persone: è una delle più puntuali definizioni del termine strage che si trova nei dizionari. E di certo non vi è termine più adeguato per commentare il dramma che sta colpendo la provincia di Lecce con intensificata violenza. Un’altra volta, un luogo di lavoro si è trasformato in un luogo di morte. Ieri era stata una strada, oggi un cantiere edile.

Un operaio è precipitato nel pomeriggio dal terrazzo di un’abitazione nel centro storico di Nardò, perdendo la vita. Ancora una volta si deve registrare l’ennesima vittima, di nuovo di età avanzata, in un cantiere della provincia. “Come abbiamo già altre volte sottolineato non è il settore, non è il luogo, non sono le dinamiche, non è il comune, non sono le condizioni contrattuali o le generalità delle vittime a fare la differenza”, dicono Ignazio Savino, segretario generale della Fillea Cgil Puglia, e Luca Toma, segretario generale della Fillea Cgil Lecce. “Ciò che è inaccettabile è che si continui a morire di lavoro e che tutto continui esattamente come prima, peggio di prima, come se gli incidenti sul lavoro fossero danni collaterali da mettere in conto dinanzi alle ragioni dell’economia o alle esigenze della produzione”.

Secondo i dirigenti del sindacato che tutela i lavoratori dell’edilizia, “è arrivato il momento di fermarsi e riflettere sui danni prodotti dalla frantumazione dei cicli produttivi e dal ricorso esasperato ai subappalti. È arrivato il momento di riflettere se il mito della crescita a tutti i costi, se la fretta, la velocità, la stessa retorica del fare non siano solo paraventi dietro cui si continua a nascondere sfruttamento, taglio dei diritti, condizioni insicure, morte. È arrivato il momento di prevedere nel nostro ordinamento una Procura nazionale sugli incidenti sul lavoro, senza nuovi reati, per garantire tempi certi. Nessuno ci restituirà le vite perse. Almeno che sia garantita loro ed al dolore delle loro famiglie la dovuta giustizia”.

luciani.2006@libero.it

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