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Guerra Hamas – Israele

Guerra Hamas – Israele

Oggi è il 491 giorno di guerra

Onu: si può ricostruire Gaza senza sfollare palestinesi

Il relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto a un alloggio adeguato, Balakrishnan Rajagopal, ha affermato che e’ possibile ricostruire la Striscia di Gaza senza sfollare la popolazione palestinese. In una dichiarazione alla stampa, Rajagopal ha evidenziato che circa il 70% degli edifici di Gaza e’ stato distrutto in seguito all’aggressione militare israeliana. Tuttavia, ha sottolineato che circa il 70% della regione potrebbe essere ricostruito in un periodo di 5-10 anni.

 

Israele si ritirerà da corridoio Netzarim domani alle 6

I media israeliani riferiscono che l’esercito si ritirera’ dal corridoio di Netzarim domani, domenica, alle sei del mattino, in conformita’ con l’accordo di cessate il fuoco. Il corridoio Netzarim arriva fino al mare al centro della striscia di Gaza.

 

Israele si ritira dal Consiglio dei diritti umani dell’Onu: “Ci demonizza”

In un post su X, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar fa sapere di accogliere con favore “la decisione del presidente Trump di non partecipare al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Israele si unisce agli Stati Uniti e non parteciperà al Consiglio”. LEGGI L’ARTICOLO

 

Il Libano dopo due anni ha un governo, senza Hezbollah

Precipitato in una disastrosa crisi economica da cinque anni, preda da un anno di un una devastante guerra fra Hezbollah e Israele – congelata da un cessate il fuoco – e senza un vero governo da due, il Libano da oggi ha finalmente un esecutivo con pieni poteri, un mese dopo essersi finalmente dato una presidenza. Un governo che annuncia riforme per risollevare il Paese in crisi e dal quale, per la prima volta in decenni, Hezbollah è di fatto escluso.  A prendere le redini dell’esecutivo è Nawaf Salam, 71enne giurista e diplomatico ed ex presidente della Corte penale internazionale, musulmano sunnita, come annunciato oggi ufficialmente dal presidente, Joseph Aoun, cristiano maronita, che ha accettato per decreto le contestuali dimissioni del premier ad interim Najib Mikati. Salam guiderà una compagine di 24 ministri, divisi proporzionalmente, come da consolidata prassi politica, fra confessioni religiose e aree politiche. E la quota che obbligatoriamente spetta alla componente sciita è andata – frutto di mesi di estenuanti trattative – ad Amal, il partito guidato dallo speaker del parlamento Nabih Berri, alleato di Hezbollah, ma che si è preso tutta la quota di ministri sciiti, compreso il titolare delle Finanze, Yassin Jaber.  Questa esclusione toglie anche alla componente sciita la possibilità di veto, che per anni ha paralizzato la politica libanese. Il parlamento di 128 seggi, è diviso fra partiti confessionali, ma i ministri scelti da Salam non appartengono ad alcun partito e ne è escluso chiunque intenda candidarsi alle elezioni politiche del prossimo anno.

luciani.2006@libero.it

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