Guerra Hamas – Israele
Oggi è il 589° giorno di guerra
Da fonti alla NBC News , Trump lavora piano per spostare 1 milione di palestinesi in Libia
Secondo quanto riferito da fonti alla NBC News , l’amministrazione statunitense sta lavorando a un piano per trasferire in modo permanente fino a un milione di palestinesi dalla Striscia di Gaza alla Libia. “L’amministrazione Trump sta lavorando a un piano per trasferire 1 milione di palestinesi in Libia. I dettagli sono poco chiari e non è stato ancora raggiunto un accordo definitivo, ma il piano è stato preso in seria considerazione al punto che l’amministrazione ne ha discusso con la leadership libica” si legge nei titoli.Il piano è stato preso in considerazione così seriamente dall’amministrazione del presidente Donald Trump che si sono già tenute delle discussioni preliminari con i leader libici, hanno detto alla NBC News due fonti a conoscenza della questione e un’ex fonte governativa.
Netanyahu e il ministro Katz minacciano gli Houthi:”colpiremo anche i capi dei gruppi terroristici, proprio come abbiamo fatto con Deif e i fratelli Sinwar”
Israele ha minacciato di colpire la leadership dei ribelli Houthi dello Yemen dopo aver lanciato un raid aereo su due porti controllati dal gruppo sciita filo-iraniano, in risposta ai ripetuti attacchi missilistici contro il proprio territorio. Secondo l’esercito israeliano, 15 jet hanno sganciato oltre 30 ordigni sui porti di Hodeida e Salif, accusati di essere usati per il trasferimento di armi. “Non siamo disposti a restare a guardare mentre gli Houthi ci attaccano. Colpiremo molto più duramente, inclusa la loro leadership e tutte le infrastrutture che permettono loro di colpirci”, ha avvertito il premier Benjamin Netanyahu. Il ministro della Difesa, Israel Katz, ha rincarato: “Se gli Houthi continueranno a sparare, colpiremo anche i capi dei gruppi terroristici, proprio come abbiamo fatto con Deif e i fratelli Sinwar a Gaza. Daremo la caccia anche al leader Houthi, Abd al-Malek al-Huthi”.
La delegazione italiana composta da parlamentari, ONG, cooperanti, docenti e giornalisti è arrivata a Il Cairo
“Oggi, primo giorno della nostra missione a Il Cairo da dove domani partiremo verso il valico di Rafah, per poi tentare di entrare a Gaza. Abbiamo ascoltato le drammatiche testimonianze di giornalisti palestinesi e rappresentanti delle ong internazionali e locali che operano nella Striscia: i gazawi sfollati sopravvissuti alle privazioni e alle operazioni militari israeliane in corso, sono allo stremo. I continui bombardamenti e il blocco totale degli aiuti umanitari, imposto dal governo Netanyahu a inizio marzo, rappresentano alcune delle eclatanti violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani che condanniamo con determinazione. Chiediamo alla comunità internazionale e in particolare all’Unione europea e al governo italiano di intervenire con fermezza per fermare lo sterminio”. Lo dichiarano i parlamentari dell’Intergruppo per la pace tra Palestina e Israele che partecipano alla missione organizzata dall’Associazione delle Ong Italiane (AOI), Arci e Assopace Palestina. La delegazione è composta da 60 partecipanti, tra deputati e deputate, europarlamentari, docenti universitari, rappresentanti delle organizzazioni della cooperazione internazionale e giornalisti.
La Conferenza ONU su soluzione a due stati dal 17 al 20 giugno. Co presiedono Francia e Arabia Saudita
La conferenza internazionale per rilanciare la prospettiva della soluzione a due Stati nel conflitto israelo-palestinese si terrà dal 17 al 20 giugno presso la sede delle Nazioni Unite a New York. L’iniziativa, prevista da una risoluzione approvata dall’Assemblea Generale dell’Onu lo scorso dicembre, sarà co-presieduta da Francia e Arabia Saudita, come confermato dalla portavoce dell’Onu Sharon Birch. Secondo una fonte diplomatica a Parigi coinvolta nei preparativi, l’obiettivo della conferenza è spianare la strada verso un più ampio riconoscimento internazionale dello Stato di Palestina, già riconosciuto da quasi 150 Paesi ma non ancora membro a pieno titolo dell’Onu. In questo contesto, il presidente francese Emmanuel Macron aveva affermato ad aprile che la Francia potrebbe riconoscere lo Stato palestinese entro giugno, auspicando che la conferenza favorisca non solo tale riconoscimento, ma anche quello di Israele da parte di quei Paesi che ancora non lo hanno fatto. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il suo governo restano però fermamente contrari a qualsiasi apertura in tal senso, con alcuni ministri che hanno recentemente invocato l’annessione diretta della Cisgiordania.
Doha: stallo in negoziati tregua. L’inviato statunitense Witkoff se ne va
Nulla di fatto per ora nel round di negoziati a Doha per una tregua tra Israele e Hamas. A quanto riferito dal sito Axios, l’inviato statunitense Steve Witkoff ha lasciato il Medio Oriente questa mattina ed e’ tornato negli Stati Uniti. I negoziatori israeliani resteranno in Qatar almeno fino a domani sera, dopo aver raccomandato al primo Ministro Netanyahu di proseguire i colloqui perchè sperano ancora in una svolta. Il gabinetto di sicurezza si riunirà domenica per discutere l’estensione dell’operazione a Gaza ed eventualmente prendere una decisione definitiva sul tema trattative per il rilascio degli ostaggi. Una fonte straniera citata da Axios ha riferito che i mediatori del Qatar sono molto frustrati per le trattative, in quello che sarebbe finora il peggior round di negoziati. “L’impressione che si ha è che gli israeliani siano venuti a Doha per ostacolare i colloqui e trovare una giustificazione per incrementare la guerra a Gaza”, ha detto la fonte.