Guerra in Ucraina
Oggi è il 1151° giorno di guerra
Ucraina: vescovo Mosca, non speriamo più nella pace degli uomini
L’altalena negoziale in corso per arrivare almeno a una tregua in Ucraina, con gli Stati Uniti che prima promuovono negoziati e poi minacciano di abbandonare il tavolo per le difficolta’ incontrate, non lascia ben sperare l’arcivescovo della diocesi della Madre di Dio a Mosca, Paolo Pezzi. “I potenti della terra parlano, parlano ma poi, mi spiace dirlo, la realta’ e’ che questa pace non la vogliono”, dichiara il presule in un’intervista all’AGI, a pochi giorni dall’ennesima Pasqua di guerra. Dopo aver compiuto un partecipato pellegrinaggio (85 fedeli dalla Russia) il mese scorso a Roma, in occasione del Giubileo della Speranza, Pezzi invita oggi a “non affidare le speranze di pace ai tentativi umani, perche’ questi non sono in grado di realizzare il desiderio di pace che esiste” anche in Russia. Questa consapevolezza, spiega, “ci costringe a rivolgerci ancora di piu’ invece a Cristo che non solo ci ha promesso la pace, ma le ha dato anche inizio proprio con la Resurrezione”. “Le parole con le quali Gesu’ risorto saluta i discepoli la sera di Pasqua sono proprio ‘la pace sia con voi'”, ricorda l’arcivescovo che per il Giubileo sta viaggiando molto all’interno della Russia per pellegrinaggi ‘locali’. Il motivo e’ che “per via delle sanzioni sui voli diretti, viaggiare in Europa e’ diventato molto lungo e quasi proibitivo”, spiega lo stesso Pezzi.
Dalle sue visite anche fuori dalle grandi citta’, il presule compone una fotografia chiara dello stato della comunita’ cattolica russa e in generale della societa’: “Consideriamo questo tempo come un momento di prova, utile proprio per scoprire o riscoprire su chi porre la nostra speranza di pace”.
Nell’anno in cui la Pasqua si celebra lo stesso giorno per tutte le Chiese cristiane, Pezzi – anche presidente dei vescovi della Federazione Russa – ammette che il conflitto in Ucraina, “come anche quello che si sta riaprendo in Siria” hanno messo “a dura prova il dialogo tra le diverse denominazioni cristiane”.
In Russia, pero’, si terranno nelle prossime settimane alcune iniziative congiunte nell’ambito di un consorzio di diverse denominazioni cristiane: a Mosca, a fine mese, un concerto di cori di diverse Chiese e poi un forum dei giovani a giugno nella regione di Vologda. “Ci muoviamo sulla linea tracciata dal Papa: non si deve mai dire no all’incontrarci”, conclude l’arcivescovo, “mi pare che questo sforzo di dialogo sia presente anche nelle altre Chiese e in questo momento e’ un importante fattore di speranza” mentre la pace tarda ad arrivare.
Attacco con droni su Zaporizhia, scoppia incendio in città
Un attacco di droni su Zaporizhia ha provocato un incendio nella città ucraina e i servizi di emergenza sono intervenuti attivamente per risolvere la situazione. Lo ha scritto – come riporta Ukrinform – il capo dell’Amministrazione militare regionale di Zaporizhia, Ivan Fedorov, in un post su Telegram: “I russi hanno attaccato il centro regionale con i droni Shahed. È scoppiato un incendio e i servizi di emergenza stanno lavorando sul posto”, ha dichiarato. Le autorità stanno verificando i danni.
Media: gli Usa presentano agli alleati le proposte per una tregua
Gli Stati Uniti hanno presentato agli alleati delle proposte per consentire un accordo di pace tra Russia e Ucraina, tra cui una bozza per porre fine ai combattimenti e allentare le sanzioni contro Mosca in caso di un cessate il fuoco duraturo. La spinta americana, riferisce Bloomberg, arriva nonostante il segretario di Stato Marco Rubio abbia suggerito che l’amministrazione Trump sarebbe pronta ad “abbandonare” i suoi sforzi di pace a meno che non vengano compiuti rapidi progressi.
I contorni del piano statunitense sono stati condivisi durante gli incontri a Parigi, secondo funzionari europei a conoscenza della questione. La proposta congelerebbe di fatto la guerra, con i territori ucraini ora occupati dalla Russia che rimarrebbero sotto il controllo di Mosca. Anche le aspirazioni di Kiev di aderire alla Nato sarebbero fuori discussione e considerate irrealizzabili. Revocare le sanzioni mentre la Russia continua a occupare vaste aree dell’Ucraina potrebbe rivelarsi problematico per diversi alleati di Kiev, nota però Bloomberg. La rimozione delle restrizioni dell’Unione Europea, incluso lo scongelamento dei beni immobilizzati, richiede il sostegno di tutti gli Stati membri. I piani, secondo quanto si legge, dovranno comunque ancora essere discussi con Kiev e prevederebbero anche la fornitura all’Ucraina di garanzie di sicurezza capaci di assicurare la tenuta di qualsiasi accordo.
Witkoff ha dichiarato a Fox News questa settimana che la chiave per un accordo globale ruota attorno a “cinque territori”, senza fornire ulteriori dettagli. La Russia insiste sul fatto che la sua conquista militare di parti dell’Ucraina dal 2014, tra cui la penisola di Crimea e vaste aree di quattro regioni – Zaporizhzhia, Kherson, Luhansk e Donetsk – debba essere riconosciuta in qualsiasi accordo. Mosca ha anche collegato gli sforzi per fermare i combattimenti all’allentamento delle sanzioni economiche e ha chiesto la sospensione delle forniture di armi all’Ucraina come condizione per un cessate il fuoco. Parlando con i giornalisti a Kiev ieri, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato Witkoff per “aver adottato la strategia russa” e ha affermato che l’inviato di Trump non ha “alcun mandato per discutere dei territori ucraini, perché – ha insistito – questi territori appartengono al nostro popolo”.