Il Gruppo Palumbo ha avviato le procedure di licenziamento per 15 dipendenti in due aziende
Regionale 8 in stallo, la preoccupazione dei lavoratori
Da un lato le lungaggini burocratiche, dall’altro le nuove strategie aziendali mettono a rischio la tenuta occupazionale e la realizzazione dell’opera
Lo stallo della Regionale 8 mette a rischio 15 posti di lavoro. L’avvio delle procedure di licenziamento in due aziende del Gruppo Palumbo di Sternatia (9 dipendenti della Leadri e 6 della Co.ce.mer.) apre uno squarcio su come l’intreccio tra lungaggini burocratiche e destrutturazione di importanti realtà imprenditoriali possa rivelarsi un mix letale per lavoratrici e lavoratori. Il sindacato infatti, oltre a denunciare l’inerzia della Regione sulla realizzazione dell’opera, è preoccupato per le strategie aziendali del Gruppo, radicalmente modificate nel giro di un anno.
Lungaggini. È forte la presa di posizione del sindacato sull’immobilismo della Regione: “Nonostante il coinvolgimento della task force regionale, alla quale già nel gennaio 2024, al momento dell’apertura delle procedure per la Cassa integrazioni guadagni, denunciammo il rischio di sfociare nei licenziamenti che oggi sono diventati realtà, le strutture politiche della Regione poco hanno fatto per scongiurare tale triste epilogo ai lavoratori coinvolti”, dichiarano Luca Toma, segretario generale della Fillea Cgil Lecce, Salvatore Listinge, segretario generale della Feneal Uil Lecce, e Angelo Pezzuto, subreggente della Filca Cisl Lecce. Nel verbale del 30 gennaio 2024, sottoscritto in sede di task force regionale sul lavoro, furono messe nero su bianco le motivazioni della crisi aziendale ed i relativi riflessi occupazionali sui lavoratori (gli stessi che oggi sono coinvolti nelle procedure di licenziamento). “Dopo un anno passato a fare i conti con la riduzione degli stipendi dovuti alla Cassa integrazione, davanti a loro oggi si apre il baratro della disoccupazione. È inaccettabile che in un lasso di tempo così lungo (l’ammortizzatore sociale aveva decorrenza 22 gennaio ’24) non si sia riusciti a superare l’impasse burocratica che, tra l’altro, impedisce al territorio di completare un’importante infrastruttura viaria”.
Riorganizzazione. Non è solo l’inerzia della Regione a far riflettere il sindacato. “Da circa un anno assistiamo con altrettanta preoccupazione a un’attività di riorganizzazione e destrutturazione della parte produttiva di uno dei gruppi più importanti della provincia di Lecce. Anche nelle relazioni sindacali si registra un arretramento: l’avvio delle procedure di licenziamento, infatti, è avvenuto ben oltre il termine di scadenza della cassa integrazione, rendendo problematica anche la gestione di eventuali misure alternative”, spiegano i sindacalisti. Resta l’amaro in bocca per come sta affrontando la crisi uno dei principali attori dell’economia locale, che di fronte alla difficoltà di reperire nuovi appalti e commesse (come si legge nelle lettere di avvio delle procedure di licenziamento collettivo) sceglie di ricorrere all’espulsione di alcuni suoi storici dipendenti o all’esternalizzazione di alcuni reparti produttivi. “Preoccupa ancor di più, soprattutto per il segnale che potrebbe ricevere l’imprenditoria locale, che tali dinamiche fortemente penalizzanti per la manodopera vengano messe in atto da due aziende del Gruppo guidato da Gabriele Greco, attuale presidente provinciale di Ance, l’associazione delle imprese edili di Confindustria. Da parte nostra, nel difendere i diritti dei lavoratori e per scongiurare questo nuovo, inaccettabile dramma occupazionale che coinvolge 15 famiglie, non ci limiteremo a manifestare dispiacere: piuttosto metteremo in atto tutte le iniziative volte a tutelare i posti di lavoro, a cominciare dalle opportunità offerte dal sistema bilaterale dell’edilizia. È però necessario l’impegno e la presa di responsabilità di tutti i soggetti coinvolti. Solo in questo modo, con la sinergia, la serietà e la competenza, si potrà trovare una soluzione in grado di garantire i diritti dei lavoratori e un futuro sereno per tutti”, concludono Toma, Listinge e Pezzuto.