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IL LAVORO ARGINE ALLA VIOLENZA A LECCE CENTRI PER L’IMPIEGO IN CAMPO PER L’INDIPENDENZA DELLE DONNE

IL LAVORO ARGINE ALLA VIOLENZA A LECCE CENTRI PER L’IMPIEGO IN CAMPO PER L’INDIPENDENZA DELLE DONNE

ARPAL PUGLIA avvia nell’Ambito di Lecce il progetto interistituzionale “R.I.Vi.Vi.” per agevolare l’accompagnamento al lavoro delle donne vittime di violenza e dei loro figli conviventi. Il lavoro per riprendere o iniziare un percorso di autodeterminazione, per affrancarsi da condizioni di ricatto economico e di dipendenza. Anche i Centri per l’impiego scendono in campo a sostegno delle donne vulnerabili: parte dal Salento il progetto interistituzionale“R.I.Vi.Vi.” (acronimo di Riconquista dell’Indipendenza per le Vittime di Violenza), promosso ed elaborato dall’Ufficio Coordinamento dell’Ambito di Lecce di Arpal Puglia attraverso un percorso partecipato che ha visto il coinvolgimento, già in fase di ideazione e stesura, di tutti i Centri antiviolenza operanti sul territorio, “Renata Fonte”, “Il Melograno”, “Dafne”, “Malala Yosafzai”; di Casa rifugio “Nazareth”; dei dieci Ambiti territoriali sociali e della consigliera di parità della Provincia di Lecce.

“R.I.Vi.Vi.” è stato presentato pubblicamente in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, nella mattinata di venerdì 25 novembre, presso la sala conferenze della Regione Puglia, in viale Aldo Moro, a Lecce, alla presenza dei partner di progetto, delle associazioni datoriali e degli operatori dei Centri per l’impiego. “R.I.Vi.Vi.” istituisce un percorso dedicato e tutelato di accompagnamento al lavoro per le donne vittime di violenza prese in carico da Cav, case rifugio e Ambiti sociali ed estende la tutela anche ai figli conviventi che abbiano compiuto i 16 anni di età e che risultino disoccupati, inoccupati o in cerca di nuova occupazione. «Con questo progetto – ha esordito durante la conferenza Luigi Mazzei, dirigente dell’U.O. Coordinamento Servizi per l’impiego di Lecce di Arpal Puglia – attiviamo una corsia preferenziale e accelerata nell’accesso ai servizi di inserimento e reinserimento lavorativo per le donne in condizioni di vulnerabilità e i loro figli. Inoltre, insieme agli altri attori della rete, puntiamo ad agire sulla qualificazione o riqualificazione delle loro competenze.

Siamo consapevoli del fatto che il fenomeno della violenza economica continui ad essere poco considerato ed è su questo fronte che Arpal ha la possibilità e la capacità di intervenire, anche stimolando la responsabilità sociale del mondo delle imprese». «Finalmente procediamo nella stessa direzione – ha aggiunto Filomena D’Antini, consigliera di parità della Provincia di Lecce -. Il 70 per cento delle vittime si rivolge al numero verde 1522, ma spesso a questo non segue la denuncia, perché la donna non è economicamente indipendente. L’apporto di Arpal è fondamentale in tal senso».

LA SPINTA DI ARPAL: TEAM SPECIALIZZATO, PERSONALE FORMATO, NUMERO DEDICATO

La nascita di un team specializzato, la formazione specifica del personale, l’attivazione di un numero di telefono dedicato. È la spinta di Arpal: i dieci Centri per l’Impiego e l’Ufficio Coordinamento di Lecce agiscono a supporto di Cav, case rifugio e Ambiti in quello che risulta essere l’ultimo passaggio verso la rinascita e la riconquista dell’indipendenza delle donne, passaggio che coincide con la formazione professionale e l’inserimento lavorativo. Per fare ciò, in seno ad Arpal è stato istituito un team specializzato, composto da criminologa, psicologi e psicologi del lavoro. «Il team – ha spiegato Barbara Rodio, specialista nel mercato del lavoro di Arpal Puglia e progettista di “R.I.Vi.Vi.” – segue tutto il percorso di presa in carico lavorativa delle donne vittime di violenza, oltre che eventualmente dei figli conviventi, dalla fase di profilazione fino al collocamento al lavoro. Inoltre, intende supportare le donne anche in costanza di rapporto di lavoro e in vista di una nuova ricollocazione.

La riuscita del progetto sarà possibile solo se il contatto tra donne, Arpal, Centri antiviolenza/case rifugio/Ambiti sarà costante». Il team lavora fianco a fianco con gli operatori che si occupano di incrocio domanda-offerta e coordina i referenti territoriali individuati, uno per ognuno dei dieci Centri per l’impiego, chiamati a curare la prima accoglienza e a fungere da “antenne” sociali: le donne che dovessero presentarsi spontaneamente negli uffici Arpal e che non sono ancora inserite in un percorso di protezione saranno messe a conoscenza della rete di tutela attiva e invitate a usufruirne.

Nei mesi di ottobre e novembre, tutto il personale Arpal interessato ha seguito un percorso di formazione apposito, ideato assieme ai componenti della partnership. Diversi i focus affrontati: dalla normativa allo studio sociale del fenomeno, dai ruoli dei vari attori in campo alla tutela dell’anonimato, dall’uso del linguaggio più appropriato all’approccio più consono a cui attenersi, da come stimolare l’autodeterminazione fino alla presa in carico dei figli. I Cav, le case rifugio, gli Ambiti sociali o direttamente le destinatarie del progetto e i loro figli potranno entrare in contatto con il team Arpal attraverso tre modalità: – numero di tel. appositamente istituito: 389/5017189 (dal lunedì al venerdì, h 8.00-14.00; il martedì e il giovedì anche h 15.00-17.00); – mail: coordinamento.lecce@regione.puglia.it ; – direttamente presso i Centri per l’impiego di Campi Sal., Casarano, Galatina, Gallipoli, Lecce, Maglie, Martano, Nardò, Poggiardo, Tricase.

IL PERCORSO AGEVOLATO E TUTELATO DI ACCOMPAGNAMENTO AL LAVORO

Il percorso “R.I.Vi.Vi.” si articola in più incontri, che saranno tenuti a distanza temporale ravvicinata e in ambiente tutelato. Ø Primo incontro: colloquio conoscitivo È finalizzato alla consapevolezza di quelle che sono le competenze tecniche, professionali e trasversali acquisite fino a quel momento dalle donne utenti e dai loro figli; è finalizzato, inoltre, all’ascolto delle esigenze attuali e delle aspettative.

Successivamente si procederà all’iscrizione o all’aggiornamento della scheda anagrafica professionale. Ø Secondo incontro: stesura del bilancio di competenze e motivazione al lavoro Il team provvede alla stesura del curriculum vitae, alla ricerca delle offerte di lavoro e all’invio delle candidature, con il supporto del gruppo incrocio domanda-offerta. Vengono individuati, inoltre, eventuali corsi formativi gratuiti, con indennità di frequenza, per migliorare le competenze professionali, cercando di conciliare l’attività formativa con quella lavorativa. Si valuta insieme ai Cav, case rifugio o Ambiti l’eventuale attivazione di tirocini extracurriculari. Ø Ulteriori incontri Sono previsti ulteriori incontri tutte le volte che le donne utenti, da sole o tramite i Cav, le case rifugio e gli Ambiti, lo richiedano.

Arpal garantisce anche il supporto nella preparazione ai colloqui di selezione con le aziende, successiva attività di monitoraggio in costanza di rapporto di lavoro, ricerca di nuove opportunità in vista di ricollocazione o riqualificazione. Ø Tutela della privacy È compito di Arpal Puglia tutelare la privacy delle donne e dei minori anche nel rapporto con le aziende. Solo su richiesta delle utenti e previa valutazione di rischio con Cav, case rifugio e Ambiti, sarà rivelata ai datori di lavoro la condizione di vulnerabilità delle donne e dei figli. In tal caso, è prevista anche la possibilità di firmare un “patto di responsabilità” con le aziende a tutela della riservatezza delle donne e dei figli.

FOCUS SULLA VIOLENZA ECONOMICA

Oltre a quella fisica, ci sono anche altre tipologie di violenza, come quella psicologica ed economica, forme più subdole e meno manifeste, ma che più mortificano la donna, che meno le riconosce e denuncia, poiché non lasciano i segni. Nella remota ipotesi che riesca a individuarle, poi, di solito le percepisce più come un’aggravante della coercizione fisica che come forme di abuso a sé stanti. La violenza economica ingloba una serie di atteggiamenti di controllo e monitoraggio nei confronti della donna, alla quale viene limitata la libertà sotto la continua minaccia della negazione delle risorse finanziarie, della possibilità di avere un lavoro e un’entrata economica personale o di poterne usufruire secondo le proprie volontà. È ciò che porta a instaurare un rapporto di dipendenza che costringe le donne a non interrompere le relazioni con l’uomo maltrattante, non possedendo gli strumenti indispensabili per essere autonome. Già la Convenzione di Istanbul del maggio 2011 ha riconosciuto la violenza economica come vera e propria forma di coercizione che si verifica all’interno della famiglia.

Nel solco del rafforzamento degli interventi normativi in materia all’interno del nostro ordinamento – a partire dalla cosiddetta “Legge sul femminicidio” del 2013, seguita dal Codice Rosso del 2019 – il nuovo “Piano Strategico Nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2021-2023”, oltre che fondarsi sui quattro assi di prevenzione/protezione/punizione dei colpevoli/assistenza, ha messo in campo strumenti di contrasto alla violenza economica con la previsione di alfabetizzazione finanziaria, tirocini retribuiti e norme per favorire l’inserimento lavorativo al fine di realizzare l’obiettivo più generale dell’empowerment delle donne. Il fenomeno della violenza di genere, infatti, va letto in connessione con altri dati: in Italia una donna su due non lavora (Eurostat, 2022); nel solo 2020 sono state più di 30mila le donne con figli che hanno rassegnato le dimissioni, spesso per motivi familiari (7° Rapporto di Save the Children “Le Equilibriste: la maternità in Italia 2022”); dopo la separazione, il 60 per cento delle donne si ritrova nell’indigenza.

La dipendenza economica dal partner è dichiarata come una delle cause principali per cui le donne non si separano o non osano denunciare l’uomo per abusi e violenze, perché non hanno i mezzi economici di sostentamento per mantenere se stesse e i figli, perché non hanno un’occupazione e un reddito proprio. Nell’audizione alla Commissione Lavoro pubblico e Privato alla Camera dei deputati dell’8 febbraio 2022, dalla Direzione centrale studi dell’Istat, analizzando i dati ricevuti dai centri antiviolenza e dalle case rifugio, hanno spiegato poi che “la mancanza di indipendenza economica sembra anche costringere le donne a subire la violenza per periodi più lunghi.

È comunque alta la percentuale di donne senza indipendenza economica che hanno subito violenza: il 61,6% delle vittime di stupro, infatti, non erano economicamente autonome”. C’è anche dell’altro: la violenza nei confronti di una donna, il più delle volte, coinvolge l’intera famiglia, ripercuotendosi sui figli – anch’essi vittime – o indirettamente, in quanto meri “osservatori”, oppure, nei casi più gravi, in quanto vittime vere e proprie di violenza diretta anche nei loro confronti.

Stando a numerose ricerche sociali e criminologiche, i figli che crescono in un ambiente familiare simile sono, tra l’altro, coloro che più facilmente rischiano di trasformarsi in possibili futuri portatori della violenza o in autori di altri reati (atti di bullismo, stalking ecc.). ARPAL Puglia – Agenzia Regionale Politiche Attive del Lavoro Puglia L’Agenzia Regionale per le Politiche Attive del Lavoro della Puglia nasce con la Legge regionale n. 29 del 29 giugno 2018 e ha come obiettivo prioritario la più ampia inclusione nel mondo del lavoro.

Gestisce i Centri per l’impiego; favorisce l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro, in sinergia con imprese e privati accreditati; promuove l’integrazione delle persone con disabilità e fragilità; supporta l’osservatorio del mercato del lavoro; collabora alla programmazione dell’offerta formativa rispetto alle dinamiche del mercato del lavoro e dei fabbisogni professionali.

 

13 PAROLA AL QUARTIERE: IL COMUNE DI LECCE DÀ IL VIA AL PERCORSO DI ASCOLTO DEI CITTADINI

Il focus è  la riqualificazione di alcuni campi sportivi presenti nel territorio comunale 4 i quartieri coinvolti: Salesiani, San Nicola, Borgo Pace e Stadio

Sabato 26 novembre alle 11, al campetto sportivo di Piazzetta Madonna di Medjugorie, nel quartiere Salesiani partirà l’iniziativa “Parola al quartiere”, il percorso di ascolto rivolto alla cittadinanza voluto dall’Amministrazione comunale di Lecce per decidere con i residenti la destinazione d’uso di quattro campetti sportivi presenti nei quartieri Salesiani, Borgo San Nicola, Borgo Pace e Stadio.

L’attività di recupero e riqualificazione dei campetti rientra nel progetto “Officine Mezzogiorno” che – partendo dalla rigenerazione di una vecchia rimessa degli autobus della stazione di Ferrovie Sud-Est che diverrà polo di connessione, innovazione e formazione dedicato ai giovani del territorio – amplia il raggio di azione con la creazione di due hub di innovazione sociale in importanti luoghi del patrimonio pubblico cittadino: il Parco Balsamo con la Chiesetta di Santa Maria di Pozzuolo, che diventerà un hub dedicato al benessere fisico, e l’immobile storico Scipione Ammirato, che sarà, invece, un hub dedicato al cibo e alla corretta alimentazione.

L’attività sarà realizzata attraverso il Bando regionale “Puglia Sociale In” grazie al quale il Comune di Lecce – con il supporto di Italiacamp – si è aggiudicato due finanziamenti provenienti dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e dal Fondo sociale europeo (FSE) per il recupero dei due immobili e la riqualificazione di alcuni campi sportivi presenti nella città.

Dopo il primo incontro di sabato ai Salesiani, sarà la volta di Borgo San Nicola (sabato 3 dicembre, ore 11 – Parco Baden Powell), di Borgo Pace (sabato 10 dicembre, ore 11 – via Gidiuli) e del quartiere Stadio (sabato 17 dicembre, ore 11 – Piazzale Pesaro).

Agli incontri interverranno il sindaco Carlo Salvemini e l’assessore allo Sport Paolo Foresio.

«Iniziamo un percorso di ascolto dei residenti – dichiara il sindaco Salvemini – sulla destinazione d’uso di quattro campetti sportivi in quattro diversi quartieri della città, che andranno ad ampliare l’offerta degli spazi a libera fruizione messi a disposizione dei cittadini. Lo facciamo grazie ad alcune azioni specifiche che rientrano nel progetto, Officine Mezzogiorno, che porterà, una volta ultimato, alla creazione di tre importanti hub di innovazione sociale, ognuno con caratteristiche specifiche. Ascolteremo i cittadini per conoscere i loro orientamenti su questi quattro spazi sportivi e, nei limiti del budget previsto dal progetto, decideremo insieme le destinazioni più adeguate».

«L’obiettivo dell’Amministrazione comunale, come più volte ribadito, è quello di dotare la città – aggiunge l’assessore Foresio – di spazi sportivi in ogni quartiere in modo da garantire a tutti i cittadini la possibilità di praticare sport liberamente. Il benessere fisico è un diritto di tutti e nostro dovere di amministratori è quello di favorirlo soprattutto assicurando strutture e playground diffusi. Con l’iniziativa “Parola al Quartiere”, scegliamo insieme – in base all’ascolto dei residenti – se optare, per ognuno dei quattro campetti, per un campo da calcetto o da basket o da pallavolo o da tennis o ancora per un’area allestita con attrezzi per gli esercizi a corpo libero. Mi auguro che gli incontri siano il più possibile partecipati perchè questi sono spazi di comunità e in quanto tali è giusto che i cittadini si sentano totalmente coinvolti nei percorsi decisionali».

 

luciani.2006@libero.it

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