HomeSportLA PARTITA VISTA IL GIORNO DOPO – ROMA vs LECCE

LA PARTITA VISTA IL GIORNO DOPO – ROMA vs LECCE

LA PARTITA VISTA IL GIORNO DOPO – ROMA vs LECCE

Davvero difficile mandare giù un boccone amaro come quello che abbiamo dovuto ingoiare noi, tifosi dei giallorossi leccesi, quando in soli 137′ la Roma ha capovolto un risultato che stava facendo luccicare gli occhi dopo 37 anni per la gioia di una vittoria desiderata ma anche tanto difficile da prevedere realizzabile.

Ed invece al 71° del match era lì pronta a cingere il capo degli artefici di un vero miracolo sportivo. Quando Almqvist, mirabilmente servito da Banda, ha insaccato il pallone alle spalle di Rui Patricio in tutti i supporters salentini è corso un brivido lungo la schiena ed il ricordo di tanti anni fa, quand’ero ancora un sedicenne innamorato della maglia giallorossa indossata da Di Chiara e Barbas, ed all’Olimpico seguì la prima e, purtroppo ancora unica, vittoria del Lecce sulla Roma.

Poco più di due minuti con gravi colpe dei nostri (ma sono stati più due errori di un singolo giocatore) il sogno si è trasformato in incubo e dalla felicità siamo passati all’amarezza più totale.

La Roma, ha sin dal primo minuto assalito il Lecce e già al quinto minuto, grazie ad un’interpretazione troppo ossequiosa delle regole, poteva passare in vantaggio per un calcio di rigore battuto da Lukako ed annullato abilmente da Falcone che ha intuito il tiro. Poi l’inerzia della partita è sempre stata favorevole alla Roma che don Dybala ha spesso minacciato la porta leccese.

Il Lecce, da parte sua, pur soffrendo il pressing dell’avversario ha retto bene e la coppia di centrlai difensivi Baschirotto Pongracic ha messo la museruola agli attaccanti romanisti collaborati egregiamente da Falcone che in almeno altre tre occasioni ha parato da super portiere.

Gara di sofferenza? Sì ma con una gradualità in decrescendo con Almqvist e, soprattutto Banda che venivano fuori, supportati dal lavoro oscuro ma costante di Kaba e Ramadani, mettendo in difficoltà i due esterni bassi romanisti spesso graziati da Colombo (l’arbitro) che nell’uso dei cartellini gialli mi è sembrato molto poco disposto ad usarlo contro i padroni di casa.

Ed a proposito dell’arbitro mi piace spiegare il mio pensiero sul calcio di rigore concesso alla Roma.

Intanto Colombo, non ha rilevato nulla ed il presunto tocco di mano di Baschirotto l’ha segnalato il Var; bene rivedendo e rivendendo più volte i fotogrammi relativi sono sempre più convinto che il pallone non sia stato sfiorato dalla mano del nostro difensore che è stato punito perché la posizione del braccio non era giustificabile.

Il pallone, se si osserva bene, non subisce nessuna variazione di traiettoria e così come era destinato è andato dritto per dritto fuori dallo specchio della porta. Ed a proposito di quanto accaduto mi preme sottolineare come gli ospitanti non contenti del calcio di rigore reclamavano anche l’ammonizione peraltro non prevista anche dalle norme vigenti.

Mourinho non si smentisce mai dopo aver gesticolato contro Palladino (sfregandosi gli occhi nel gesto d’asciugarsi le lacrimucce fanciullesche) lo irrideva con altre gestualità, poi ieri lui si sbracciava per reclamare qualcosa che, comunque, non gli era dovuta.

Il solito principio dei “due pesi e due misure” lo stesso di cui si è macchiato ieri l’arbitro Colombo.

Eugenio Luciani


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