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PER LA PUGLIA “AREA ARANCIONE” MONTANO LE CRITICHE

PER LA PUGLIA “AREA ARANCIONE” MONTANO LE CRITICHE

Per molte regioni, Puglia compresa, è previsto l’AREA ARANCIONE” , un livello di rischio intermedio che prevede misure particolari.

Non sarà possibile spostarsi – in entrata e in uscita – dalla Regione se non per i soliti motivi di lavoro, sanità e urgenza con autocertificazione. Consentiti anche gli spostamenti necessari per la didattica a distanza. Possibile il rientro al proprio domicilio o residenza.

Vietati gli spostamenti al di fuori del proprio comune se non per ragioni di lavoro, studio, sanità e urgenza. O per servizi aperti e non disponibili nel proprio comune. All’interno del proprio comune ci si potrà spostare rispettando però le misure nazionali (quindi coprifuoco dalle 2 ad esempio).

Chiusi h.24 bar, ristoranti, pub, gelaterie, pasticcerie ad esclusione di mense e catering.

Insomma, una vera serrata, molto simile ad un lockdown, che però nel tacco d’Italia sta già facendo discutere. Non è ancora stata varata la nuova ‘zona pugliese’ e in molti sono già in fibrillazione.

La Puglia (che ha rischiato persino di finire nella zona rossa) va verso un lockdown soft, ma per qualcuno le nuove misure sembrano essere già contrassegnate da ‘irragionevolezza’.

Non sono ancora noti tutti i parametri con cui il Ministero della Salute dichiarerà una regione di un colore o dell’altro, ma l’arancione con cui si colorerà tutta la regione fa storcere il naso a più di qualcuno.

Sui social, infatti, ci si interroga se la provincia di Lecce – che conta numeri sul contagio più contenuti rispetto ad altri territori regionali (anche oggi nell’ultimo bollettino)- debba subire le stesse restrizioni del nord pugliese.

“La distribuzione dei casi varia da provincia a provincia – si legge in una nota di Paolo Pagliaro, Consigliere Regionale del Movimento Regione Salento e dell’Avv. Giulio Serafino – e non ha alcun senso logico e giuridico prevedere una applicazione indiscriminata e generalizzata delle nuove regole a tutta la Puglia”.

Il direttivo del MRS, quindi, si rivolge direttamente al Presidente Michele Emiliano perché lo stesso DPCM prevede la possibilità di derogare alle misure in alcune condizioni.

Tale strumento è rintracciabile nell’art. 2 del DPCM 03.11.2020, il quale comma 2 recita testualmente: “Con ordinanza del Ministro della Salute adottata ai sensi del comma 1, d’intesa con il presidente della Regione interessata, può essere prevista, in relazione a specifiche parti del territorio regionale, in ragione dell’andamento del rischio epidemiologico, l’esenzione dall’applicazione delle misure di cui al comma 4” (quelle tipiche, cioè, del regime previsto a livello regionale).

“Michele Emiliano ha l’obbligo di tutelare l’intera regione, certo, ma non può ignorare differenze di fatto esistenti tra il Salento e il resto della Puglia. I salentini non meritano un lockdown”, conclude Paolo Pagliaro.

 

redazione.lecceoggi@gmail.com

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