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LA PUGLIA VERSO LA ZONA “GIALLA”

LA PUGLIA VERSO LA ZONA “GIALLA”

Oggi la valutazione dell’istituto superiore di Sanità e del comitato tecnico scientifico sulla situazione nelle varie regioni, quindi la probabile ordinanza del ministro della Salute. Da alcuni giorni il presidente della Regione Puglia prospetta la possibilità che la prossima settimana sia in area gialla.

Diminuisce ancora il numero degli attualmente positivi al Coronavirus per 100mila abitanti in Puglia (sono 1.283) e scendono rispetto all’ultimo rilevamento anche la percentuale di incremento dei casi (5,7 per cento) e la percentuale relativa al rapporto tra positività e casi testati (25,9 per cento).

È quanto emerge dal report (27 gennaio- 2 febbraio) della Fondazione Gimbe sull’evoluzione della pandemia.

Aumenta, invece, la pressione sugli ospedali pugliesi: l’organismo indipendente sottolinea che la percentuale dei posti letto occupati dagli ammalati Covid in area medica è del 42 per cento (sette giorni fa era del 41), mentre la percentuale riguardante le terapie intensive raggiunge quota 37 per cento. Dati che segnano il superamento della soglia di saturazione stabilita dal ministero della Salute ma ancora lontanissimi dai picchi del 50 per cento registrati nei mesi scorsi dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. «A livello ospedaliero – commenta Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe – nonostante un’ulteriore lieve discesa di ricoveri e terapie intensive, l’occupazione da parte di pazienti Covid supera in 5 regioni la soglia del 40% in area medica e in 6 regioni quella del 30% delle terapie intensive».

Quanto alla campagna di vaccinazione, la percentuale della popolazione pugliese che ha completato l’intero ciclo è dell’1,08 per cento. Stando ai dati diffusi da Gimbe, l’84 per cento delle dosi di vaccino è stata somministrata agli operatori sanitari; l’8 per cento agli ospiti delle residenze per anziani e l’8 per cento al personale non sanitario. «In conseguenza degli annunciati ritardi – afferma Gili – le forniture si concentreranno nella seconda metà del primo trimestre e per la maggior parte nel mese di marzo. Senza un imponente potenziamento della macchina organizzativa, quindi, sarà impossibile somministrare tutte le dosi prima di fine aprile».

Secondo il presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta, il Paese sta «attraversando una delle fasi più critiche della pandemia: da un lato l’inevitabile rallentamento della campagna vaccinale, segnata da continue revisioni al ribasso delle forniture, dall’altro i primi segnali di aumento di circolazione del virus, indubbiamente sottostimata. Ma soprattutto incombe la minaccia delle nuove varianti, già sbarcate in Italia, che rischiano di far impennare la curva dei contagi. Nel frattempo, in un’Italia quasi tutta gialla ci si continua ad appellare, in maniera paternalistica, al buon senso dei cittadini che in realtà non fanno solo che adeguarsi a quanto permesso».

 

 

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