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L’ANGOLO DEDICATO AL LIBRO

L’ANGOLO DEDICATO AL LIBRO

IL DIRETTORE di Filomena Iovinella

“Il direttore” è un romanzo particolare e psichedelico.

Filomena Iovinella ha una scrittura molto personale, più che scorrevole va di corsa, in una forsennata, rocambolesca, fuga narrativa. Non è facile scrivere come fa lei, impostare un libro come lei lo concepisce, perché c’è il rischio di perdersi, eppure non succede, anzi: è il lettore che a tratti si sente perduto, poi all’improvviso arriva una frase, un passaggio e i fili che sembravano spezzati mostrano un disegno, il lettore si ritrova, collega mentalmente le parole che sono passate, le riunisce e ne trova senso e diletto, provando un vero sentimento di soddisfazione. “Il direttore” è una lettura che implica un voto di fiducia tra l’autrice e chi si accosta alla sua opera, di andare oltre lo straniamento iniziale, di affidarsi, per ricevere in cambio una storia diversa.

Non è un romanzo per tutti, ma possiede il suo fascino.

Le parole arrivano, impattano. In alcuni casi sono ricordo, in altri sono presente, addirittura possono costituire un sogno o una visione, in una giostra di tempi e personaggi diversi che si scambiano e lasciano il posto a qualcun altro così di colpo.

Il filo conduttore è in parte rappresentato dalle notizie, che possono essere vere, che sono vere, ma sono talmente forti da avere sembianze di falsi o di un romanzo. Oltre a loro è la figura che titola l’opera, il direttore, ad essere sempre presente, ma come? Anche qui una particolarità: è il titolo a non cambiare, la persona che lo possiede è uno e a tratti un altro, a rappresentare un testimone che passa di mano in mano, a raccontare una storia complessa di amore e dedizione.

I personaggi ci vengono presentati non attraverso descrizioni canoniche, ma in quello che fanno, nella parte che svolgono all’interno del romanzo. Inizialmente sono difficili da “vedere”, poi col prosieguo dei capitoli, quando tornano, li riconosciamo ed è come ritrovare amici rassicuranti e insieme misteriosi.
In questo testo non esistono pause o tempi morti, introduttivi, intermezzi. Si va avanti veloce, ma la lettura non può proseguire allo stesso passo, deve rallentare, essere attenta, per non farsi sfuggire nulla, per contestualizzare, per unire i puntini di un percorso che porta alla verità.

Qui troverete rapporti d’amore e di fiducia, la lotta tra chi vuole far conoscere al mondo una verità e chi vuole insabbiarla, salvezza e perdizione, la bellezza dell’unicità racchiusa in una corale.

“Il direttore” è un romanzo coraggioso: ci vuole coraggio per scrivere così e anche per leggerlo. È un libro di tenacia, che sia essa nella narrazione o in chi la segue.

luciani.2006@libero.it

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