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L’Angolo dedicato al libro

L’Angolo dedicato al libro

La lunga caduta di Walter Mosley

“La lunga caduta”, introducendo un nuovo personaggio, ha una potenza e profondità nuove.

Il tempo narrativo è diverso, più vicino a noi, essendo l’opera ambientata nel 2008 e LT McGill è un protagonista meraviglioso. Come lavoro fa il detective privato ed è un uomo in cerca di redenzione. Ha sempre lavorato per ladri e assassini, poco importava cosa se ne facessero i suoi clienti delle informazioni che reperiva, ma a un certo punto ha detto basta, ha deciso di tirarsi fuori dai brutti giri e diventare migliore. Peccato che da certi ambienti non si esce con facilità e il nuovo caso che gli è stato affidato, rintracciare quattro ragazzini diventati uomini, non solo si rivela difficile e nebuloso, ma lo tiene in contatto con quel mondo violento e sotterraneo che vuole lasciare. La scia di morti che lo segue poi, non solo lo mette nel mirino della polizia, ma anche di fronte alla sua coscienza e a scelte importanti. Alla fine non sarà più un lavoro per altri, LT McGill inizierà a lavorare per se stesso, per capire e seguire una certa giustizia, per fermare quella lunga caduta che sogna ogni notte, mentre precipita da un grattacielo per sfuggire alle fiamme della violenza che impazzano intorno a lui.

Mosley ha diversi doni. E’ un autore capace di creare personaggi profondi, tridimensionali, così veri che a loro ci si affeziona dopo poche pagine, perché si offrono al lettore con un’apertura completa, mostrando passato, presente, sogni, desideri e azioni; inoltre è maestro nel condurre nell’ambientazione e spiegarne ipocrisie e contraddizioni. Per questo, sebbene si sa che siamo nel 2008, a volte seguendo LT, che è nero, ci sembra di essere di nuovo negli anni ’50 o ’60. L’autore mostra diversi modi di essere amici o famiglia. Così serpenti pericolosi si rivelano più veri e leali di damerini in giacca e cravatta; figli non propri sono più simili ai padri dei figli di sangue; c’è la ricchezza che non mette al riparo dal dolore e c’è la facciata perbenista e pulita che cela abusi indicibili. Tante sfaccettature che, unite al caso investigativo del libro e alle vicende personali del protagonista, mostrano come la redenzione sia quasi impossibile, come l’essere umano conosca molto bene la lingua della violenza e della vendetta e malissimo quella del bene. Che poi tra queste pagine, a volte viene spontaneo interrogarsi su cosa sia giusto e quale pena andrebbe data a certi individui, ma lascio ai lettori il piacere di scoprire il perché di questa mia frase. Sono certa che ne trarranno conclusioni arricchenti.

“La lunga caduta” è un noir dinamico, sostenuto da sorprese e tanta azione, con capovolgimenti e non detti che lo rendono affascinante e dove il pericolo risulta tridimensionale. I dialoghi soprattutto, rivelano come le frasi dette possano contenere un sottobosco di insinuazioni più terrificanti delle minacce espresse direttamente. Quando si cammina per certi corridoi o si parla in certe stanze, comprendere appieno può fare la differenza tra vivere e morire.

Incalzante, mai noioso, il romanzo si divora e lascia tanti spunti per pensare. “La lunga caduta” è un’opera di vendetta, dolore e redenzione e come la vita, anche in mezzo alle difficoltà, dà molto. Amerete il suo protagonista e sono certa che, come me, avrete voglia di incontrarlo nuovamente.

 

luciani.2006@libero.it

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