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L’ANGOLO DEDICATO AL LIBRO

L’ANGOLO DEDICATO AL LIBRO

IL VIAGGIO DELLA FENICE:
Chiediti cosa si prova a essere violentati in guerra.
di Sabrina Prioli

Un memoriale, un racconto generoso, sincero, al quale non ci si può sottrarre, perché chi lo ha scritto merita e deve essere ascoltata. Un grido, una narrazione senza fronzoli, poiché possiede tutta la forza della verità. Pieno di colori, pregno di dolore e sì, ricco di bellezza: “Il viaggio della fenice” possiede un’urgenza alla quale si deve rispondere con l’ascolto, le braccia aperte, la mente in subbuglio, il cuore che batte all’unisono con chi scrive.

Sabrina Prioli possiede una scrittura efficace, che si insinua sotto la pelle di chi si accosta al suo scritto. La carica emozionale di queste pagine è forte, l’empatia scatta subito, dalle prime pagine e con essa la rabbia e l’indignazione verso i troppi che parlano senza conoscere. Tanti si prendono la briga di giudicare, di sputare sentenze, di assegnare ruoli ed aggettivi senza pensare alle conseguenze. Sono queste le persone che fanno rabbrividire, per la superficialità, la cattiveria gratuita. Ma cos’è l’essere umano? I santi non camminano su questa terra, le guerriere sì. Gli angeli non volano in questo cielo, le fenici sì.

L’autrice si racconta e si svela. Quanta dignità si scopre in questo scritto, quanto amore per il proprio lavoro. In lei c’è davvero un abbraccio pronto a stringersi su chi ha bisogno, la sua capacità di dare trapassa la carta e arriva al lettore, rendendolo partecipe di una parte della sua vita e del mondo che ha scoperto.

Sensazioni ed emozioni, ma anche posti lontani, culture differenti, modi di vivere che chi non li ha vissuti non li può nemmeno immaginare. “Il viaggio della fenice” offre uno sguardo globale su tante situazioni, permettendoci di guardare l’anima di chi le ha vissute in prima persona attraverso una finestra privilegiata.

Tanti i momenti forti, impattanti, che prendono allo stomaco e sono difficili. Accanto ad essi ci sono esempi di costanza, di tenacia. Questo libro è un inno alla resilienza, un tributo a chi si rialza nonostante i colpi ricevuti, capace ancora una volta di dare, di far nascere un giardino da quella che, vilmente calpestata, potrebbe facilmente trasformarsi in terra arida.

L’importanza del coraggio, di avere accanto affetti positivi e propositivi e tanta forza interiore: c’è anche questo e lo si comprende forte e chiaro.

“Il viaggio della fenice” è un’opera che può essere d’aiuto a molte donne che soffrono nel silenzio, nelle mura di casa, nel mondo del lavoro, ma non solo. E’ importante per il messaggio che manda, per la testimonianza che supporta, per capire, per imparare ad ascoltare prima di parlare, a conoscere prima di giudicare.

Vi può dare fastidio? No. Vi può far accapponare la pelle? Sì. Vi farà indignare? Certo. Vi lascerà indifferenti? Mai. Vi farà bene? Assolutamente. Dopo avervi fatto male vi accarezzerà come un balsamo e, sopra ogni cosa, vi insegnerà a tenere gli occhi bene aperti. A chiedere, se mai dovessimo trovarci accanto ad una persona che vive o ha vissuto una situazione insostenibile, a chiederle in quale modo possiamo esserle d’aiuto, di cosa ha bisogno lei, per ricostruirsi, non noi per sentirci a posto con la coscienza.

“Il viaggio della fenice”, per tutte le fenici del mondo che aspettano di rinascere e per chi può aiutarle a spiccare il volo.
(Tatiana Vanini)

(fonte: https://www.librierecensioni.com/

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