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L’ANGOLO DEDICATO AL LIBRO 

L’ANGOLO DEDICATO AL LIBRO 

MARGHERITA DOLCEVITA di Stefano Benni:

Consigliamo questa settimana il libro “Margherita Dolcevita” di Stefano Benni pubblicato nel 2005. La protagonista è Margherita una ragazzina simpatica e grassottella che abita con la sua singolare famiglia: il nonno che vive in soffitta mangiando cioccolata, ogni venerdì sera balla il tango con il fantasma di una nobildonna; il padre è metereopatico ed ha un rapporto strano con i suoi capelli, la madre che guarda sempre la televisione e che è un’incallita collezionista di bollini di supermercati; un fratello brufoloso di 18 anni che mangerebbe qualsiasi cosa e il fratello più piccolo genio ed innamorato dell’insegnante di matematica; infine Pisolo il cane che Margherita definisce un catalogo di tutte le razze animali apparse sulla faccia della terra.
Un libro da leggere perché è una critica alla società moderna condita da una scrittura ironica e sagace tipica di Stefano Benni.

Di seguito un piccolo brano del romanzo: «Pisolo è il mio cancatalogo, perché più che un incrocio è veramente un catalogo di tutte le razze canine e animali e forse vegetali apparse sulla Terra, mi fanno ridere gli esperimenti sul diennea e le clonazioni, Pisolo è più complicato, è uno dei più misteriosi arcimboldi della natura. Potrei descriverlo così:

Corpo cilindrico da porcello.

Zampe davanti da ornitorinco.

Zampe dietro da rospo cavallerizzo.
Orecchio destro diritto da volpe del deserto.
Orecchio sinistro pendulo da cocker.
Muso da pterodattilo occhi da camaleonte naso da bufalo baffi da birraio e denti da piranha.
Culo da papera.
Coda ritorta da scimmia.
Pelo di cinfaledro pezzato e maculato. Non saprei precisare il colore. Diciamo color straccio di benzinaio.
Il tutto con qualche cromosoma di pipistrello, di caimano e di oloturia.
E questo non esaurisce la bellezza di pisolo.

Mio nonno dice che ogni bellezza è complicata, e che Pisolo è come una casa, o come il mondo intero. In ogni casa c’è il salotto buono, il bagno sfavillante e i mobili antichi, ma anche il ripostiglio polveroso, le tubature viscide e i tarli che rodono, la stanza dei giochi e la cantina oscura che spaventa e attrae noi bambini. In ogni casa che crediamo di conoscere bene c’è sempre qualcosa di dimenticato, di nascosto, un’orma di un altro pianeta. Intimità e avventura. E così nel giardino scopriamo una misteriosa scritta su un albero, o un fiore mai visto, nella strada che facciamo tutti i giorni c’è un vicolo buio, nella città scorre un fiume sotterraneo, e nel nostro paese vive una banda nascosta di assassini.

Ma Pisolo non è una metafora, è carne, pelo e avorio, ha sentimenti e ricordi. Quando era cucciolo, lo hanno abbandonato in un cassonetto della spazzatura. Il rumore del coperchio che si richiudeva come una lapide lo ha choccato per il resto della vita. Perciò quando sente un rumore tipo suono o rimbombo di lamiera, e soprattutto il frastuono di un camion dell’immondizia, per la fifa si mummifica. Diventa rigido come un peluche lasciato nel freezer, a zampe in su, e resta così un intero giorno, poi risorge. Il veterinario la chiama narcolessia isterica, io lo chiamo coma psicopisolico, quando mi laure-e-erò in medicina ci scriverò la tesi. Volete conoscere altri misteri del mio cane? Allora vi dico anche che fa dei peti silenziosi e perfidi, puzzolenti come il fiato di una balena malata che ha mangiato plancton scaduto, sardine marce e mutande di maratoneta. La mamma non vuole che si dica, ma è la pura scomoda verità.

Pisolo è entrato scodinzolando, cioè srotolando la coda come una trombetta di carnevale, per fortuna senza rumore annesso. E io gli ho detto:

-Pisolo, Pisolo, avremo dei vicini.

L’ho preso in braccio, resistendo all’odorino paludoso, e insieme abbiamo guardato il nostro piccolo mondo di fiaba».

 

redazione.lecceoggi@gmail.com

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