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LE DONNE NELLA STORIA: ANNIE ERNAUX scrittrice

LE DONNE NELLA STORIA: ANNIE ERNAUX scrittrice

ANNIE ERNAUX scrittrice

Segue da venerdì 09 dicembre 2022

Le sue prime tre opere, Gli armadi vuoti (1974), Ce qu’ils disent ou rien (1977) e La Femme gelée (1981) (la seconda non ancora tradotta in italiano) costituiscono una trilogia di romanzi autobiografici, narrati sotto forma di un monologo interiore retrospettivo. I temi esplorati sono l’aborto, la solitudine e la disillusione provocata dalle esperienze amorose e la monotonia del matrimonio vissuto nello stereotipo della perfetta casalinga degli anni sessanta. La narrazione di queste tre opere non è lineare, bensì costantemente interrotta da voci che provengono dal passato e che rappresentano i pensieri e i sentimenti della narratrice durante le varie fasi del suo processo di maturazione.

L’opera di Ernaux, però, non può essere classificata né come autobiografia né come romanzo; la stessa autrice, negli anni ottanta, chiede personalmente alla casa editrice di rimuovere dalla copertina dei suoi libri qualsiasi riferimento a un particolare genere letterario.

Da Il posto (1983) in poi, la sua scrittura integra una varietà di generi differenti: la prosa narrativa, la diaristica, l’etnografia, la sociologia, e, ovviamente, l'(auto)biografia.

L’allontanamento dalle categorie tradizionali della letteratura è l’elemento che maggiormente connota in senso innovativo la sua opera.

Nel suo quarto libro, Il posto (1983), Ernaux narra la vita del padre, dalla giovinezza alla morte, ripercorrendo le tappe della sua vita lavorativa, da contadino e operaio a gestore, con la moglie, di un piccolo bar-drogheria nell’entroterra francese.

Alla storia dei genitori, descritti nella fissità delle loro abitudini e dei ruoli sociali, la scrittrice affianca il racconto di come gli studi e la successiva professione di insegnante in un liceo le abbiano consentito di affermarsi socialmente, a scapito però di un progressivo allontanamento dalla sua famiglia – estranea al suo nuovo tenore di vita e ai suoi orizzonti culturali – e dalla sua classe sociale d’origine. L’assimilazione dei valori della classe borghese e il conseguente disprezzo delle sue origini operaie la porteranno a maturare un senso di colpa per il tradimento compiuto con l’acquisizione del nuovo status sociale.

Questo senso di colpa sta, secondo l’autrice, alla base della sua scrittura, interpretabile come una sorta di “risarcimento” nei confronti delle persone oggetto del suo tradimento.

In Una donna (1988) il tema principale è costituito dalla perdita della madre; lo stile della narrazione diventa più oggettivo e controllato e, allo stesso tempo, più convenzionale, a indicare l’avvenuto trapasso dalla ragazza ribelle del ceto operaio alla donna matura appartenente alla classe borghese. Con Passione semplice, pubblicato nel 1991 e criticato da diverse lettrici per lo stile privo di emozioni, la scrittrice affermerà di avere “rotto dei tabù attraverso una forma di scrittura molto concisa, asciutta e per nulla emotiva. Non mi piace lo sfogo, né la scrittura inutile”

Secondo Ernaux la scrittura è un atto politico attraverso cui il lettore può essere sensibilizzato, per esempio, sulla questione del “privilegio di nascita” e sull’esperienza di genere in una società patriarcale. Sono temi esplorati in “Gli armadi vuoti”, dove, manifestando la sua vergogna e il disprezzo per la famiglia e l’ambiente operaio di origine, mette in luce attraverso questa forma di “nevrosi di classe” le conseguenze psicologiche della promozione e della regressione sociale (il passaggio dalla classe dei “dominati” a quella dei “dominanti”). Il tema sessuale, legato all’appartenenza al genere femminile, rappresenta uno degli altri nodi affrontati nelle sue opere.

L’obiettivo dei suoi testi diventa quello di trattare i temi trascurati dalla letteratura convenzionale, raccontando le storie autentiche delle minoranze, quelle che lei chiama petits gens.

fine seconda parte

luciani.2006@libero.it

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