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LE DONNE NELLA STORIA: CATERINA CORNARO ultima regina di Cipro

LE DONNE NELLA STORIA: CATERINA CORNARO ultima regina di Cipro

CATERINA CORNARO ultima regina di Cipro

Caterina Corner, italianizzato in Caterina Cornaro, nacque a Venezia il 25 novembre 1454 dove morì il 10 luglio 1510

Segue da venerdì 05 aprile 2024

Pochi mesi dopo, nella notte tra il 6 e il 7 luglio 1473, Giacomo II moriva improvvisamente, lasciando la consorte incinta. Fu tumulato nella cattedrale di Famagosta. Prima di spirare il sovrano aveva lasciato delle disposizioni ambigue, sicché la regina, benché designata a succedergli assieme al figlio che aspettava, venne esclusa dal governo. Le redini del regno furono invece assunte da un collegio di commissari, formato, con l’eccezione dello zio Andrea Corner, da esponenti del partito filo-napoletano. Altra fonte di insidie furono i tre figli naturali del sovrano, ai quali sarebbe spettata la corona in caso di morte sua e del nascituro, e le mai sopite rivendicazioni di Carlotta.

Frattanto, il 28 agosto, Caterina diede alla luce l’erede al trono al quale impose il nome di Giacomo III.

Di fronte a questa situazione, la Repubblica di Venezia| passò alle vie di fatto: il 24 agosto il capitano generale da Mar Pietro Mocenigo ricevette l’ordine di raggiungere Cipro con la flotta per occuparne le posizioni più strategiche; il 31 agosto comunicò a papa Sisto IV, sostenitore di Carlotta, di voler difendere il regno a ogni costo, conservandolo sotto la sovranità della sua “figlia adottiva”; un comunicato simile fu inviato, il 2 settembre, a Ferdinando I di Napoli.

Queste azioni, tuttavia, non intimidirono gli oppositori della sovrana. Capeggiati dall’arcivescovo di Nicosia Luigi Fabricies, appena tornato da Napoli dove aveva negoziato le nozze tra Ciarla e Alfonso (figli naturali rispettivamente di Giacomo II e Ferdinando di Napoli), ordirono un complotto: nella notte tra il 13 e il 14 novembre i congiurati irruppero nel palazzo reale, trucidando gli uomini più fidati di Caterina, tra cui Andrea Corner e il nipote di questi Marco Bembo. Successivamente comunicarono alla Serenissima che i due veneziani erano stati uccisi dai propri mercenari per un mancato pagamento e la invitarono a disarmare le sue truppe perché non avvenissero altri incidenti; Venezia adottò una linea prudente e acconsentì.

Allo stesso tempo la regina fu sottoposta a nuove vessazioni: fu obbligata a consegnare le fortezze, ad assentire alle nozze tra Ciarla e Alfonso ed a riconoscere a quest’ultimo il titolo di Principe di Galilea, tradizionalmente assegnato all’erede al trono di Cipro; in aggiunta le fu strappato il figlioletto, che venne affidato alla suocera Marietta di Patrasso, e le vennero sottratti il sigillo reale e i gioielli della corona. Per tranquillizzare Venezia, i commissari inviarono in laguna un’ambasciata che recava alcune lettere estorte a Caterina in cui veniva confermata la versione dei fatti da loro sostenuta.

Negli stessi giorni il Mocenigo, ritiratosi a Modone col grosso della flotta, s’era insospettito per il transito di navi napoletane che riportavano a Cipro il Fabricies. Aveva quindi inviato sull’isola il provveditore Vettor Soranzo con dieci galee; qui incontrò i commissari e gli venne assicurata l’intenzione di restituire alla regina la sua autorità.

 

Fine seconda parte

luciani.2006@libero.it

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