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LE DONNE NELLA STORIA ELINOR OSTROM (1933 – 2012)

LE DONNE NELLA STORIA ELINOR OSTROM (1933 – 2012)

Elinor Ostrom (Los Angeles7 agosto 1933 – Bloomington12 giugno 2012)

Elinor Ostrom

Scienziata politica americana, nel 2009 è stata la prima donna insignita del premio Nobel, insieme all’economista Oliver Williamson, per l’Economia per i suoi studi sui beni comuni. L’economista americana ha affrontato il tema della degenerazione e del saccheggio delle risorse pubbliche teorizzando, tra Stato e mercato, una terza via basata sul ruolo delle comunità e delle regole condivise.

I suoi studi vertevano sul governo delle risorse senza proprietari (i common), come i pascoli, le foreste, le acque, le aree di pesca, l’atmosfera o il world wide web. La Ostrom si distinse per uno stile eclettico, che combinava la teoria dei giochi, la geografia, la sperimentazione psicologica in laboratorio e gli studi sul campo, con il quale illustrò la varietà di regole che le società umane escogitano per proteggere l’ambiente naturale o sociale in cui vivono.

Il premio Nobel a Elinor Ostrom riconosce l’importanza di aver ipotizzato l’esistenza di una terza via tra Stato e mercato. Quella di Ostrom è una teoria complessiva che identifica le condizioni che devono valere affinché una gestione “comunitaria” possa rimanere sostenibile nel lungo termine. Una lezione di particolare importanza, in particolare oggi, a proposito dei beni collettivi globali, come l’atmosfera, il clima o gli oceani. Ma molto significativa anche per l’attuale crisi finanziaria, che si può leggere come il saccheggio di una proprietà comune: la fiducia degli investitori.

La “tragedia dei common” divenne un tema centrale della ricerca economica nel 1968, quando il biologo Garrett Hardin sostenne che le risorse del pianeta erano destinate a esaurirsi per eccesso di sfruttamento. La tragedia dei common si verifica quando ogni utilizzatore si appropria dei benefici privati che trae dalla risorsa, ma divide con i rivali i costi collettivi del deterioramento della stessa. Un esempio è dato da chi, massimizzando la quantità di esemplari uccisi, non si cura che un eccesso totale di caccia porti all’estinzione dell’esemplare stesso.

Hardin argomentò che solo due soluzioni possono sventare la tragedia: privatizzare il common, così che il proprietario ne razioni l’accesso, o affidarne il governo allo Stato, perché lo gestisca.

La Ostrom osservò, invece, che molte comunità di utilizzatori sembrano capaci di evitare il deterioramento del common senza recinzioni o interventi pubblici. Così, dopo un primo studio negli anni Sessanta sulle acque della California, la Ostrom portò alla luce varie storie di successo nel governo dei common in Africa, Asia ed Europa. Un caso rappresentativo fu il villaggio svizzero di Torbel, che dal 1517 governa comunitariamente il pascolo alpino con la regola che «in estate nessuno può pascolare più vacche di quante riesca a mantenerne in inverno».

Sulla base di queste osservazioni, la Ostrom ha analizzato in quali condizioni istituzionali regole simili sono efficaci e in quali invece falliscono.

 

Fine prima parte

 

luciani.2006@libero.it

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