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LE DONNE NELLA STORIA: GOLDA MEIR

LE DONNE NELLA STORIA: GOLDA MEIR

Segue dal 23 settembre 2022

Golda Meir

Nel 1921, nonostante le riserve del marito, la coppia lasciò l’America per trasferirsi in Palestina, assieme alla sorella Sheyna e sua figlia. Il gruppo raggiunse Tel Aviv dopo essere sbarcato a Napoli; proseguì fino in Palestina a bordo di navi e treni. Al loro arrivo nella Palestina ebraica, i Meyerson si unirono a un Kubbutz, nonostante l’iniziale diffidenza degli altri membri, dovuta alla nazionalità della coppia (entrambi erano cittadini americani). Fu proprio all’interno del Kibbutz, forma associativa volontaria di lavoratori basata sulla comunione di proprietà e su regole solidaristiche, che Meir ebbe la sua prima vera formazione politica. Dopo tre anni nel kibbutz, nel 1924 la famiglia, in seguito alla nascita del primo figlio, Menahem, e alla malattia di Morris, decise di spostarsi a Gerusalemme. Lì Meir trovò impiego come tesoriera presso l’Ufficio Generale della Federazione dei Lavoratori dei Territori di Israele, una delle più importanti organizzazioni economiche israeliane.

A partire dal 1928 fu la segretaria dell’Unione delle Donne Lavoratrici (Women’s Working Council), mentre nel 1930 aderì al neonato partito Mapai, partito dei lavoratori israeliani, che in seguito si fonderà, insieme ad altre realtà di ispirazione socialiste, nel partito dei laburisti.

Nel 1946 divenne capo del dipartimento politico dell’Agenzia Ebraica per la Palestina, dopo aver svolto una brillante carriera nella centrale sindacale dell’Histadrut, unione dei lavoratori israeliani. Cominciò, contemporaneamente, ad impegnarsi attivamente in attività politiche di tipo sionista, diventando delegata della World Zionist Organisation e organizzando l’immigrazione illegale di transfughi ebrei dall’Europa alla Palestina durante la seconda guerra, mondiale.

Al termine del secondo conflitto mondiale, Meir si occupò principalmente dell’istituzionalizzazione di uno Stato di Israele nell’ex Palestina mandataria. All’inizio del 1948 tornò negli Stati Uniti per cercare di raccogliere fondi per lo Stato ebraico, quindi, quando venne proclamata l’indipendenza di Israele, il 14 maggio 1948,

Golda Meir divenne un membro del Consiglio Provvisorio di Stato, e una dei firmatari della dichiarazione di indipendenza di Israele, una delle due donne su ventiquattro firmatari. In seguito Meir dichiarò: “Dopo aver firmato mi misi a piangere. Quando avevo studiato, a scuola, la storia americana e la firma della dichiarazione di indipendenza, non riuscivo a immaginare che fossero vere persone che facevano qualcosa di reale. E poi ero proprio io seduta a firmare una dichiarazione di indipendenza”.

Dopo la proclamazione dello Stato d’Israele (14 maggio 1948) e terminate le ostilità del primo conflitto arabo israeliano, Golda Meir divenne la prima ambasciatrice del neonato Stato di Israele a Mosca. Nel 1949 venne eletta nelle file del partito Mapai nella prima Knesset, il Parlamento israeliano. L’allora primo ministro David Ben-Gurion la propose come vice primo ministro, ruolo che Meir declinò, preferendo optare per il ministero del lavoro. Nonostante la sua esperienza e l’impegno politico mostrato in tal senso negli anni del kibbutz, Golda Meir dovette vincere le ostilità di molti laburisti che consideravano azzardato avere una donna al ministero del lavoro. Nonostante le critiche, Meir si impegnò a fondo per risolvere problemi di sicurezza sociale che affrontavano i nuovi coloni israeliani, in particolare per quanto riguarda l’assegnazione di case e di posti di lavoro. L’anno seguente, Morris Meyerson morì per un attacco cardiaco. Sebbene i due vivessero separati da anni, Meir non mancò di recarsi a Tel Aviv per partecipare ai funerali del marito.

Nel 1955, su richiesta dell’allora primo ministro Ben-Gurion, Meir si candidò a sindaco di Tel Aviv, ma non venne eletta. In quel periodo, assieme a molti altri leader israeliani, ebraicizzò il suo cognome in Meir che significa “illuminato”, un cambiamento che Golda Meir fu riluttante a compiere, e decise di mantenere il cognome più simile possibile a quello del defunto marito, ossia Meyerson.

 

Fine seconda parte

luciani.2006@libero.it

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