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LE DONNE NELLA STORIA Idegarda di Bingen (santa)

LE DONNE NELLA STORIA Idegarda di Bingen (santa)

Idegarda di Bingen nata il 28 marzo 1098 morta a Bineg sul Reno 17 settembre 1179 è stata una monaca benedettina, scrittrice, mistica e teologa tedesca.

Venerata come santa dalla Chiesa cattolica nel 2012 è stata dichiarata dottore della Chiesa da papa Benedetto XVI°

 

Donna dai numerosi talenti, nella sua vita fu inoltre profetessa, guaritrice, erborista, naturalista, cosmologa, gemmologa, filosofa, artista, poetessa, drammaturga, musicista, linguista e consigliera politica. A Lei fecero ricorso per consigli e aiuto molti personaggi eminenti del suo periodo, come Federico Barbarossaa, Filippo d’Alsazia, san Bernardo da Chiaravalle ed Eugenio III.

Ultima di undici figli, nacque a Bermersheim vor der Höhe, nei pressi d’Alzey (Assia Renana) nel 1098, l’anno prima che i crociati conquistassero Gerusalemme.

Le visioni di Ildegarda sarebbero iniziate in tenera età e avrebbero contrassegnato tutta la sua esistenza. Ad otto anni, causa la sua cagionevole salute, era stata condotta nell’Abbazia di Disibodenberg dai nobili genitori, dove fu educata da Jutta (o Giuditta) di Sponheim, giovane aristocratica ritiratasi in monastero. Pronunciò i voti monastici tra il 1112 e il 1115 nelle mani del vescovo Ottone di Bamberga.

Ildegarda studiò sui testi dell’enciclopedismo medievale del teologo siro chiamato, all’epoca, Dionigi l’Areopagita [oggi riconosciuto piuttosto come lo Pseudo-Dionigi l’Areopagita] e di Agostino. Iniziò a parlare, e a scrivere, delle sue visioni (che definiva «visioni non del cuore o della mente, ma dell’anima») solo intorno al 1136, quando aveva ormai quasi 40/anni. Alla morte di Giuditta, Ildegarda le succedette come magistra (ovvero priora) della comunità col consenso delle poche consorelle, che allora facevano parte del monastero maschile di san Disibodo.

Pochi anni dopo, per far fronte al crescente numero di novizie si trasferì nella comunità femminile del monastero di Rupertsberg, da lei stessa fondato nel 1150 a Bingen, intitolato a san Ruperto (del quale scrisse l’unica biografia esistente), le cui rovine verranno rimosse nel 1857 per far posto a una ferrovia. Si dice facesse vestire sfarzosamente le consorelle, adornandole con gioielli, per salutare con canti le festività domenicali. Nella sua visione religiosa della creazione, l’uomo rappresentava la divinità di Dio, mentre la donna idealmente personificava l’umanità di Gesù. Nel 1165 fonderà un’altra abbazia, tuttora esistente e floridissimo centro religioso-culturale, ad Eibingen, sul lato opposto del Reno. L’abbazia è visitabile, e nella chiesa si possono ammirare gli affreschi che ritraggono i momenti salienti della vita di Ildegarda e i segni straordinari che accompagnarono il momento del suo trapasso, avvenuto il 17 settembre 1179.

Nell’arco di una dozzina di anni, tra la fine del 1159 e il 1170, compì quattro viaggi pastorali, predicando nelle cattedrali di Colonia, Treviri, Liegi, Magonza e Metz

Fondatrice del monastero di Bingen am Rhein nel 1165, Ildegarda fu spesso in contrasto con il clero; riuscì tuttavia a ribaltare il concetto monastico prevalente fino ad allora, e che per molto tempo ancora sarebbe rimasto inamovibile, preferendo una vita di predicazione aperta verso l’esterno a quella più tradizionalmente claustrale. Quando ormai era ritenuta un’autorità all’interno della Chiesa, papa Eugenio III nel 1147 lesse alcuni dei suoi scritti durante il sinodo di Treviri di quell’anno. In tale occasione, fu autorizzata a scrivere ed esporre in pubblico le sue visioni.

Ildegarda studiò a lungo occupandosi di teologia, musica e medicina, lasciando alcuni libri profetici come lo Sci vias (Conosci le vie), il Liber Vitae Meritorum (Libro dei meriti della vita) e il Liber Divinorum Operum (Libro delle opere divine), tra le cui figure viene rappresentato l’Adam Qadmon cabalistico, oltre a una notevole quantità di lavori musicali, raccolti sotto il titolo di Symphonia harmoniae celestium revelationum, diviso in due parti: i Carmina (Canti) e l’Ordo Virtutum (La schiera delle virtù, opera drammatica musicata).

Notevole contributo lo diede alle scienze naturali, scrivendo un trattato enciclopedico che raccoglieva tutto il sapere medico e botanico del suo tempo che poi è stato conosciuto attraverso due opere distinte, col titolo di Physica (Storia naturale o Libro delle medicine semplici) e Causae et curae (Libro delle cause e dei rimedi o Libro delle medicine composte).Ebbero anche grande fama le sue lettere, a vari destinatari, che trattano di diversi argomenti, nelle quali Ildegarda risponde soprattutto a richieste di consigli di ordine spirituale.

Di grande valore sono pure le 38 questioni sottoposte alla badessa di Bingen dai monaci di Villers, le cui risposte formano il trattato Solutiones triginta octo questionum, secondo la forma delle quaestiones, propria del pensiero teologico sviluppato negli studi delle città. Le domande vertono sull’ordine e sull’essenza della Creazione, sul rapporto che lega Dio agli uomini, sui concetti di corpo, anima, uomo e angelo.

Fine prima parte

luciani.2006@libero.it

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