LE DONNE NELLA STORIA MOZONI ANNAMARIA
MOZONI ANNAMARIA
Anna Maria Mozzoni nata a Milano 5 maggio 1837 morta a Roma 14 giugno 1920 è stata una giornalista attivista dei diritti civili e pioniera del movimento di emancipazione delle donne in Italia.
Seconda parte, segue dal 17 maggio 2024
D’altra parte, anche la Mozzoni ritiene che la generalità delle donne, «a causa della fitta tenebra di sessanta secoli» d’oppressione, non sia ancora matura per l’esercizio del diritto elettorale politico, e si accontenta di richiedere il diritto al voto amministrativo, come primo passo all’acquisizione dei pieni diritti elettorali. Questo, insieme con il diritto all’istruzione, all’accesso alle professioni e agli impieghi, e a una riforma del diritto di famiglia, fanno parte delle richieste da lei formulate in 18 punti, pur parziali e insufficienti «per lo spirito dei tempi ancora bambini», con le quali si conclude il libro.
Analoghi sono i temi de La donna in faccia al progetto del nuovo Codice civile italiano, un breve scritto pubblicato a Milano nel 1865. L’occasione era data dal progetto di riforma del codice civile del ministro Pisanelli che, per quanto limitata, aveva suscitato la forte opposizione del Senato. La riforma introduceva nel Regno il matrimonio civile, emancipando lo Stato «da una religione dominante che è implicita depressione dei culti tollerati» e obbedendo «al principio di libertà di coscienza», ma manteneva il predominio del marito sulla moglie, secondo un «monarcato» familiare da cui non si aveva «il coraggio civile d’emanciparsi».
In quegli anni nascevano, su iniziativa dei circoli democratici e delle Società femminili di mutuo soccorso, alcune scuole professionali riservate alle ragazze.
Nello scritto del 1866 Un passo avanti nella cultura femminile. Tesi e progetto, la Mozzoni ne sottolineava i limiti e la precarietà dell’esistenza, e suggeriva un insegnamento adeguato con l’introduzione dello studio delle lingue straniere, delle scienze e anche della storia della condizione femminile nel mondo, quale avviamento all’acquisizione di quello «spirito di libertà» necessario a formare «cittadine di uno stato moderno».
Il 24 novembre 1867 Anna Maria Mozzoni tenne una conferenza, poi raccolta nel volume Il Bonapartismo in Italia. Memoria, originata dall’impresa garibaldina fallita a Mentana per il decisivo intervento delle truppe francesi. L’obiettivo della politica italiana di Luigi Bonaparte, secondo la Mozzoni, è quello di restaurare il papato, «avvalorandolo del principio che gli manca, cioè di una dose di radicalismo che lo concili col tempo», per poterlo imporre in Italia e «farne centro a un movimento di razza e quindi imperante sul mondo latino».
Nel 1870, dopo aver tradotto The Subjection of Women di John Stuart Mill, fu chiamata da Vincenzo De Castro a insegnare filosofia morale nel Liceo femminile «Maria Gaetana Agnesi» di Milano, e con Maria Antonietta Torriani, la futura Marchesa Colombi, insegnante di letteratura nello stesso Liceo, nel marzo del 1871 tenne un giro di conferenze a Genova ed a Firenze.
Fine seconda parte