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LE DONNE NELLA STORIA: RITA LEVI-MONTALCINI

LE DONNE NELLA STORIA: RITA LEVI-MONTALCINI

Rita Levi-Montalcini (Torino22 aprile 1909 – Roma30 dicembre 2012) è stata una neurologa, accademica e senatrice a vita, premio Nobel per la medicina nel 1986

Grazie alle le sue ricerche scoprì ed illustrò il fattore di accrescimento della fibra nervosa (nella fattispecie della struttura assonale), noto come NGF, e per tale scoperta è stata insignita nel 1986 del   Nobel per la medicina, insignita anche di altri premi, è stata la prima donna a essere ammessa alla Pontifica accademia delle scienze. Il 1º agosto 2001 è stata nominata senatrice a vita dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale”. È stata socia nazionale dell’Accademia dei Lincei per la classe delle scienze fisiche e socia-fondatrice della Fondazione Idis-Città della Scienza.

Nata in una famiglia ebrea sefardita, figlia di Adamo, ingegnere elettrotecnico e matematico e della pittrice Adele Montalcini (1879-1963), è sorella di Gino, scultore e architetto, e Anna.

Rita nacque insieme alla sorella gemella Paola, nota pittrice.

Dai genitori ebbe, insieme al fratello ed alle sorelle, l’apprezzamento per la ricerca intellettuale. Trascorse infanzia ed adolescenza in un ambiente sereno, anche se dominato da una concezione vittoriana dei rapporti con i genitori, dei ruoli femminili e maschili e dalla forte personalità del padre convinto che una carriera professionale avrebbe interferito con i doveri di una moglie e di una madre. Nonostante ciò decise nell’autunno del 1930 di studiare medicina a Torino, scelta determinata dal fatto che in quell’anno si ammalò e morì di cancro la sua amata governante Giovanna Bruatto.

All’età di 21 anni entrò nella scuola medica dell’istologo Giuseppe Levi, ed iniziò gli studi sul sistema nervoso che avrebbe proseguito per tutta la vita. Ebbe come compagni universitari due futuri premi Nobel, Salvador Luria e Renato Dulbecco.Tutti e tre furono studenti di Giuseppe Levi che ha introdotto in Italia il metodo di coltivazione in vitro.

Nel 1936 le fu conferita la laurea in Medicina e Chirugia con 110 e lode; successivamente si specializzò in neurologia e psichiatria, ancora incerta se dedicarsi solo alla professione medica o allo stesso tempo portare avanti le ricerche in neurologia. Fu assistente volontaria nella clinica delle malattie nervose e mentali dal 1º gennaio 1938, ma, sempre per effetto delle leggi razziali venne sospesa. Poté completare gli studi senza borsa di studio in quanto già regolarmente iscritta e non fuori corso, ottenendo il diploma di specializzazione in neuropatologia e psichiatria.

Costretta, dall’entrata in vigore delle leggi razziali del 1938, Rita emigrò in Belgio dove si trovava già il suo maestro Giuseppe Levi, e dove si trovava anche la sorella Anna insieme alla famiglia.

Quando il Belgio fu invaso dai tedeschi (1940), fu ospite dell’istituto di neurologia dell’Università di Bruxelles,dove continuò gli studi sul differenziamento del sistema nervoso.

Rientrata in Italia (1939) allestì un laboratorio domestico, situato nella sua camera da letto, per poter continuare le proprie ricerche, ispirate a Viktor Hamburger. In Italia ritorna anche Giuseppe Levi che si affianca a Rita, diventando così, con suo grande orgoglio, il suo primo e unico assistente. Rita Levi-Montalcini e Giuseppe Levi scoprirono il fenomeno della morte di intere popolazioni nervose nelle fasi iniziali del loro sviluppo, fenomeno compreso nei suoi meccanismi solo tre decenni più tardi (1972) e definito con il termine apoptosi.

I Levi-Montalcini sopravvissero all’Olocausto restando nascosti a Firenze, dove Rita entrò in contatto con le forze partigiane del Partito d’Azione.

Terminata la guerra tornò con la famiglia nel 1945 a Torino riprendendo gli studi accademici.

Ottavia Luciani

Fine prima parte. Continua venerdì 02 Aprile 2021

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