HomeLe donne nella storiaLE DONNE NELLA STORIA – SIBILLA ALERAMO, PSEUDONIMO DI MARTA FELICINA FACCIO DETTA RINA

LE DONNE NELLA STORIA – SIBILLA ALERAMO, PSEUDONIMO DI MARTA FELICINA FACCIO DETTA RINA

LE DONNE NELLA STORIA – SIBILLA ALERAMO, PSEUDONIMO DI MARTA FELICINA FACCIO DETTA RINA

Terza parte – segue da venerdì 20 e 27 gennaio

Dopo una prima fase di opposizione al regime fascista (nel 1925 firmò il Manifesto degli Intellettuali antifascisti), nel 1929, costretta all’indigenza, si incontrò con Mussolini, ottenendo di essere ammessa all’Accademia d’Italia, posizione che prevedeva un sussidio economico. Da allora iniziò anche a elogiare il regime sulle pagine dei giornali, ricavandone modeste fonti di reddito ulteriori, oltre a godere della protezione del Governo. Nel 1933 si iscrisse all'”Associazione nazionale fascista donne artiste e laureate”. Nel 1943 però si rifiuterà di trasferirsi a Salò come ordinatole dal Ministero della Cultura,

Terminata la relazione con Enrico Emanuelli, più giovane di Sibilla di trentatré anni, nel 1936 ella si innamorò ricambiata di Franco Matacotta, uno studente di quarant’anni più giovane di lei, a cui restò legata per dieci anni.

Al termine della seconda guerra mondiale si iscrisse al PCI, impegnandosi intensamente in campo politico e sociale e collaborando con L’Unità. Nel 1948 partecipò al Congresso Mondiale degli Intellettuali per la Pace, che si tenne a Breslavia.

Per trent’anni il figlio Walter non volle incontrarla, le scrisse solo per comunicarle la morte del marito. Si rividero nel 1933, ma l’incontro si concluse con grande amarezza, come lei scrisse in Diario di una donna. Si incontrarono nuovamente nel 1947, e Walter, che aveva perso un figlio diciottenne un anno prima, le presentò l’altro figlio. Il terzo e ultimo incontro ebbe luogo a Roma, sul letto di morte di Sibilla.

Film a lei ispirati:

Il rapporto con il poeta Dino Campana forma il soggetto del film Un viaggio chiamato amore (2002), diretto da Michele Placido e interpretato da Laura Morante e Stefano Accorsi.

Nel 1985 era già uscito il film Inganni del regista Luigi Faccini e interpretato da Bruno Zanin e Olga Karlatos, che affrontava la relazione che Sibilla Aleramo ebbe con Dino Campana.

Altra donna presente in entrambi gli archivi è Maria Corti, filologa, critica letteraria, scrittrice e semiologa italiana, che rientra in quella rosa di scrittori che si sono occupati della cultura meridionale. La si ricorda per la sua straordinaria dote comunicativa, per la sua gentilezza e correttezza, per la sua passione per la letteratura ‘classica’, sempre circondata da amici e allievi, attenti e affettuosi. Il costante impegno culturale proiettato a sviluppare e diffondere in una nuova veste la letteratura contemporanea, la pone fra le personalità eccellenti del nostro panorama culturale italiano contemporaneo. Fondò e diresse riviste di prestigio: Strumenti critici nel 1966, Alfabeta nel 1979, Autografo nel 1984; collaborò alle pagine culturali del Giorno e dal 1980 de la Repubblica. Diresse due collane di Bompiani: Nuova corona e Studi Bompiani di italianistica. Membro delle Accademie della Crusca, di Brera, dei Lincei e dell’Arcadia. Istituì con singolare lungimiranza a Pavia il Fondo manoscritti di autori moderni e contemporanei, un archivio ricchissimo, forse oggi il primo del genere in Europa, che raccoglie saggi, romanzi, poesie e appunti manoscritti dei più importanti autori dell’Ottocento e del Novecento: Eugenio Montale, Carlo Emilio Gadda, Alfonso Gatto, Italo Calvino, Giorgio Manganelli, Anna Banti, Elsa Morante, Carlo Levi, Umberto Saba, Maria Luisa Spaziani, Goffredo Parise, Rita Levi Montalcini, Paolo Volponi, Luigi Meneghello, Alda Merini, Alberto Arbasino e molti altri.

Adorava il Salento, è stata membro – nei primi anni ne ha tenuto la segreteria – dell’Accademia salentina e scriveva su L’Albero, la rivista creata da Comi. Maria Corti tenne molto a cuore la rivista e l’Accademia come si può notare da diverse lettere presenti nel carteggio Comi. Molti abbonati alla rivista erano proprio milanesi, contattati da lei. Con Comi si instaurò un rapporto di stima, di collaborazione ma anche di lunga amicizia. Spesso la Corti passava le sue vacanze a palazzo Comi a Lucugnano.

Il suo rapporto con Fiore è stato completamente diverso come si può vedere dalla corrispondenza intercorsa. Direi più formale. Fiore le ha recensito il suo romanzo più conosciuto “L’ora di tutti”, sulla Gazzetta del Mezzogiorno. La Corti scrisse che Fiore “ha spigolato con intelligenza e finezza critica”

“Le sue osservazioni critiche sono puntuali. Grazie di cuore…”.

Morì a Roma a ottantatré anni nel 1960, dopo una lunga malattia. Gli ultimi anni della propria vita sono documentati dalle sue lettere pubblicate in Lettere ad Elio, il poeta Elio Fiore.

È sepolta presso il Cimitero del Verano di Roma.

 

FINE

Pubblicato 03 febbraio 2023

luciani.2006@libero.it

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