LE DONNE NELLA STORIA TARSILIA do AMARAL
TARSILIA do AMARAL
Segue dal 4 ottobre 2024
Tarsila de Aguiar do Amaral, Capivari Primo settembre 1886 – San Paolo 17 gennaio 1973 è stata una pittrice, disegnatrice e traduttrice brasiliana.
Tarsila do Amaral iniziò la sua formazione pittorica “seria” nel 1917, sotto la guida del pittore naturalista Pedro Alexandrino Borges. In seguito ebbe come maestro il tedesco Georg Fischer-Elpons. Nel 1920 si recò a Parigi dove frequentò l’Académie Julian e l’atelier di Émile Renard.
Nonostante fosse venuta già a Parigi in contatto con le nuove tendenze artistiche e le avanguardie, Tarsila aderì concretamente alle idee moderniste solamente in seguito al suo ritorno in Brasile, avvenuto nel 1922. A San Paolo venne presentata da Anita Malfatti ai modernisti Oswald de Andrade, Mário de Andrade e Menotti Del Picchia. Prima del suo ritorno dall’Europa tale gruppo aveva promosso il festival delle arti noto come Semana de Arte Moderna, svoltosi tra l’11 e il 18 febbraio del 1922 presso il Teatro Municipale di San Paolo. L’evento ebbe una grande rilevanza nell’ambito dello sviluppo del modernismo in Brasile. I suoi partecipanti si proponevano di modificare lo stile artistico nazionale incoraggiando la formazione di uno stile originale che incorporasse elementi europei e autoctoni della cultura brasiliana. Con l’inclusione nel gruppo di Tarsila scaturì la formazione del cosiddetto Grupo dos Cinco.
Tarsila tornata nel frattempo in Europa, si unì in matrimonio nel gennaio del 1923 a Oswald de Andrade; la coppia visitò il Portogallo e la Spagna. Di ritorno a Parigi Tarsila venne in contatto con il movimento cubista: frequentò l’accademia di André Lhote e incontrò Pablo Picasso, Albert Gleizes e Fernand Léger. Quest’ultimo in particolare ebbe un’influenza significativa sullo stile pittorico di Tarsila.
Nel 1924 Tarsila intraprese un viaggio attraverso il Brasile in compagnia dei modernisti brasiliani e del poeta svizzero Blaise Cendrars, nel corso del quale venne in contatto con varie realtà locali; da questa esperienza trasse ispirazione per elaborare una forma nazionale di arte. A questo periodo risalgono vari disegni a partire dai quali sarebbero stati successivamente realizzati dei dipinti. Tarsila inoltre illustrò le poesie composte da Oswald de Andrade durante il viaggio, tra cui la sua importante raccolta intitolata Pau Brasil, pubblicata nel 1924. Nel manifesto artistico anch’esso chiamato Pau Brasil, Andrade sottolineò come la cultura brasiliana fosse il risultato dell’importazione di modelli di origine europea; egli invitava pertanto gli artisti brasiliani a creare prodotti artistici che fossero espressione di una cultura autenticamente autoctona al fine di esportare la cultura nazionale nel mondo. Il nome Pau Brasil deriva appunto dal nome del legno che era stato nel periodo coloniale uno dei principali prodotti esportati dal Brasile. Nel manifesto inoltre Andrade sollecitava gli artisti ad avvicinarsi allo stile modernista.
In questa fase Tarsila modificò la propria scelta dei colori, che divennero più vibranti, trasmettendo l’esuberanza cromatica delle ambientazioni e dei soggetti tropicali brasiliani. Un’opera di questo periodo è E.F.C.B. (Estrada de Ferro Central do Brasil) del 1924. Oltre ai soggetti naturalistici Tarsila si interessò anche alle manifestazioni della modernità in Brasile, raffigurata dalle macchine e dagli altri oggetti associati al progresso tecnologico.
Nel 1926 Tarsila si sposò con Oswald de Andrade e nello stesso anno realizzò la sua prima esposizione personale, presso la Galleria Percier di Parigi. Tra le opere presentate troviamo São Paulo (1924), A Negra (1923), Lagoa Santa (1925) e Morro de Favela (1924). Nel 1928 dipinse l’importante opera Abaporu (nome di origine tupi traducibile come “uomo che mangia carne umana”). Il titolo dell’opera venne suggerito da Raul Bopp e Oswald de Andrade che di lì a poco diedero inizio al Movimento Antropofágico. L’opera fu inoltre fonte di ispirazione per il Manifesto antropofago (1928), dello stesso Oswald de Andrade.
Tale movimento riprendendo elementi del Pau Brasil propone l’assorbimento come il rituale cannibalistico nel quale si divora il proprio nemico al fine di assorbirne i tratti positivi) da parte della cultura brasiliana dalle influenze straniere al fine di estrarne gli elementi utili alla costruzione di caratteri originali e nazionali.
Fine seconda parte
Pubblicata 11 ottobre 2024