HomeCronaca e AttualitàPER LE MINACCE A SANDRO QUINTANA, IL PENTITO BARBA TORNA IN CARCERE

PER LE MINACCE A SANDRO QUINTANA, IL PENTITO BARBA TORNA IN CARCERE

PER LE MINACCE A SANDRO QUINTANA, IL PENTITO BARBA TORNA IN CARCERE

sandro quintana gallipoli

(Sandro Quintana)

Operazione “BARBAPAPÀ”. All’alba del 03 dicembre 2016 i militari del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Gallipoli hanno catturato Barba Marco cl.’73, alias “Tannatu”, elemento di spicco della Sacra Corona Unita nella sua articolazione territoriale denominata clan “Padovano”, con particolare riferimento alla frangia scissionista riconducibile a Padovano Pompeo Rosario cl.’71, operante in Gallipoli e paesi limitrofi. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita presso l’abitazione dell’odierno indagato, è stata emessa dal G.I.P. Dott.ssa Panzera Simona, sulla scorta delle richieste della Direzione Distrettuale Antimafia nella persona del Sostituto Procuratore – Dott. Coccioli Alessio che ha coordinato le investigazioni. L’operazione ha preso le mosse dalle denuncia sporte da Quintana Sandro, consigliere di minoranza del Comune di Gallipoli, con un passato, dal 2009 al 2014, di consigliere provinciale e comproprietario del ristorante “Mare Chiaro”, sito nel centro storico della città bella. Nella fattispecie il Quintana ed altri dipendenti del suddetto esercizio commerciale, nel periodo compreso tra agosto e settembre 2016, sono stati vittime di continue e reiterate minacce concretate, con il passare del tempo, in veri e propri atti persecutori, così da integrare il delitto di “stalking”, tali da provocare un perdurante e grave stato di ansia, prostrazione e di timore per la propria incolumità con una contestuale costrizione a modificare le proprie abitudini di vita: sintomatica è la reazione dei denuncianti i quali, dinanzi l’ennesima aggressione verbale, rinunciavano ad entrare in un locale. Movente alla base del gesto criminoso è da imputare all’incapacità delle vittime di consentire, nel corso di più serate di fine estate, l’ingresso gratis dell’odierno indagato nelle principali e più note discoteche gallipoline, mediante le proprie conoscenze con i gestori dei locali notturni. Gli atti vessatori vanno dalle minacce verbali, dirette o telefoniche, oppure con sistemi tradizionali, una lettera manoscritta del Barba, o più moderni come le intimidazioni avvenute mediante il Sociale Network “Facebook”. Non sono mancati poi numerosi episodi in cui “Tannatu” non solo ha mostrato alle parti offese una pistola da lui portata liberamente per le strade cittadine, ma ha anche inviato nr. 2 proiettili cal. 7,65 a solo fine di comprimere ulteriormente la loro libertà di autodeterminazione. In un tale contesto di condotte moleste e vessatorie si inserisce altresì la richiesta rivolta al medesimo Quintana, a titolo di compendio estorsivo, di una somma di denaro per poter acquistare un furgone adibito al trasporto di prodotti ittici. Il monitoraggio dell’utenza telefonica intestata ed in uso al Barba Marco ha inoltre permesso di acclarare il potenziale bellico a sua disposizione. Quali puntuali riscontri all’attività tecnica, infatti, i Carabinieri della Compagnia di Gallipoli, nel corso di due perquisizioni datate 20 e 27 Settembre 2016, hanno rinvenuto rispettivamente due pistole con proiettili dello stesso calibro di quelli inviati alle vittime, e ben 8 ordigni esplosivi artigianali di varie forme e dimensioni del peso complessivo di grammi 3241, muniti di relativa miccia e confezionati con nastro isolante. La riconducibilità e detenzione dell’intero materiale, attualmente sottoposto a sequestro penale, è da attribuirsi in capo all’odierno indagato. La spregiudicatezza e proclività a delinquere del “Tannatu” non terminano tuttavia: questi infatti, ristretto agli arresti domiciliari, si è reso altresì responsabile del delitto di danneggiamento seguito da incendio nei confronti di un’autovettura parcheggiata nei pressi della propria abitazione. L’inevitabile aggravamento della misura cautelare coercitiva in atto ha determinato la traduzione presso la Casa Circondariale di Lecce a carico di Barba, accusato dei delitti di stalking, tentata estorsione, detenzione di armi e munizioni comuni da sparo e materiale esplodente, nonché, da ultimo, di danneggiamento seguito da incendio.

 

redazione.lecceoggi@gmail.com

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