LECCE Danzare la terra danza, memoria e comunità intorno al tema delle radici si avvia alla conclusione
Giovedì 31 luglio si svolgerà l’atteso evento di restituzione di Danzare la Terra 2025. Si parte alle 20:00, nell’atrio del Convitto Palmieri, con “La strada della voce”, una camminata cantata e danzata guidata da Ninfa Giannuzzi, accompagnata dall’Orchestra del Liceo Da Vinci di Maglie e dai danzatori in residenza. Il corteo attraverserà il centro storico di Lecce trasformandosi in un’esperienza collettiva, aperta e partecipata, una vera e propria carovana artistica a cui chiunque può unirsi lungo il cammino. La voce di Ninfa Giannuzzi darà corpo alle melodie delle terre che si affacciano sul Mediterraneo, intessendo un viaggio a ritroso lungo i sentieri della storia, nella prospettiva di un futuro di pace. Tre strumenti a fiato accompagneranno la camminata con l’esecuzione di arie tradizionali, mentre i corpi dei danzatori, come strumenti di memoria viva, daranno forma a un Mantra appreso durante la residenza, in griko: la lingua che unisce simbolicamente la Grecia e il Sud Italia, raccontando storie di antiche migrazioni.
Alle 21:00, il corteo farà ritorno al Convitto Palmieri per “Radici”, la performance finale che restituisce al pubblico il lavoro coreografico guidato da Maristella Martella. «La danza tradizionale ci ricorda chi eravamo – spiega la direttrice artistica – è una messa danzata che celebra il collante sociale e identitario di una comunità. Lavoreremo sulla tradizione e a partire da essa per raccontare cosa siamo diventati, distillando il meglio dal passato, conservandone l’autenticità popolare e, allo stesso tempo, sperimentando nuove strade per fare arte».
A seguire la serata si concluderà con lo spettacolo teatrale “Via. Epopea di una migrazione”, produzione di Ura Teatro ideata da Stefano De Santis e Fabrizio Saccomanno, che firma anche drammaturgia e regia e ne è interprete insieme a Cristina Mileti. Via racconta una delle pagine più dure dell’emigrazione italiana: quella dei lavoratori partiti per le miniere di carbone in Belgio nel secondo dopoguerra. Lo spettacolo ripercorre l’Italia di quegli anni, gli accordi tra il neonato Stato italiano e il Belgio, i lunghi viaggi stipati nei treni merci, il lavoro faticoso in galleria, fino alla tragedia di Marcinelle. È una narrazione nata da memorie familiari, intrecciata con testimonianze raccolte sul campo: le voci delle vedove, dei minatori tornati a casa, delle storie taciute e incise nella carne. Un racconto asciutto e potente che restituisce tutta la complessità e la durezza di quella vicenda storica.
DANZARE LA TERRA | OFF
Sabato 2 agosto (ore 22:00 | ingresso libero), Danzare la Terra chiuderà ufficialmente con un appuntamento “off” in occasione della Festa patronale di San Biagio a Corsano: in programma la replica della restituzione finale e, a seguire, il concerto di Officina Zoè con le danze della Compagnia Tarantarte.