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LECCE, INAUGURATO L’ANNO GIUDIZIARIO

LECCE, INAUGURATO L’ANNO GIUDIZIARIO

Intervento del Presidente Vincenzo Scardia

Il presidente della Corte d’Appello di Lecce, Vincenzo Scardia alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario che si è celebrata oggi nell’aula magna del tribunale di viale Michele de Pietro ha intrattenuti i presenti facendo il punto sullo stato di salute della Giustizia.

Vincenzo Scardia

“Complessivamente la giustizia nel distretto di Lecce (che include anche Brindisi e Taranto) gode di un soddisfacente stato di salute” ha detto il dr Scardia che poi ha proseguito:

“Nonostante il periodo preso in considerazione sia stato interamente interessato dall’emergenza da Covid 19, gli uffici giudiziari hanno tutti registrato buoni standard produttivi, ridotto considerevolmente l’arretrato e mantenuto accettabili tempi di definizione. Quelli nel distretto di Lecce si confermano magistrati laboriosi che, pur nelle quotidiane difficoltà, a ranghi ridotti, nelle carenze logistiche e strumentali in cui versano, continuano a far fronte alla domanda di giustizia con impegno, professionalità ed efficienza”

ha spiegato il numero uno della Corte che non ha mancato però di evidenziare come “le criticità persistano e debbano essere sostanzialmente individuate nella carenza di organici e nell’arretrato che, seppur aggredito con determinazione negli ultimi tempi, grava inesorabile sulla funzionalità di ciascun ufficio”.

Sulla riforma Cartabia è stata definita dal presidente Scardia la riforma “più imponente che il codice di procedura penale del 1989 abbia mai registrato” proseguendo con “I problemi interpretativi, di coordinamento e organizzativi sono di portata enorme: quelli sin qui affrontati nel corso degli incontri di studio e dei convegni che si sono susseguiti, rincorrendo a fatica le modifiche che il nuovo corpo normativo ha subito prima ancora di entrare in vigore, sono a mio avviso solo una minima parte di quelli che emergeranno nella pratica giudiziaria, quando ciascuno di noi, giudici, avvocati e personale amministrativo, dovrà misurarsi con le peculiarità e le difficoltà del caso concreto”, secondo il magistrato proprio per queste ragioni “occorre dare tregua a chi è chiamato a confrontarsi con questa riforma, nella consapevolezza che la certezza del diritto riposa anche sulla tendenziale stabilità del quadro normativo e sugli orientamenti consolidati della giurisprudenza e che ogni intervento di modifica dei meccanismi processuali e delle norme sostanziali non può prescindere da una previa e responsabile valutazione delle ricadute che esso potrà avere sull’efficienza, sulla qualità e sui tempi della risposta giudiziaria”.

Ufficio del processo, per ridurre tempi e arretrato

Attraverso la realizzazione dell’Ufficio del processo in Italia si è puntato a ridurre i tempi di definizione dei processi e ad abbattere l’arretrato. Così nel distretto di Lecce, hanno preso servizio ben 307 funzionari.

Stando a quanto riferito dal presidente Scardia, i risultati raggiunti sono apprezzabili, ma, al 31 dicembre del 2022, 53 neo assunti hanno optato per altre sistemazioni, sollevando così il rischio che la percentuale di abbandono, dovuta alla temporaneità delle assunzioni (massimo tre anni) nel medio periodo cresca a dismisura, con conseguente vanificazione degli sforzi profusi e mancato raggiungimento degli obiettivi.

Va avanti il progetto della Cittadella

Oltre all’ausilio dell’ufficio del processo, per smaltire l’arretrato è necessario celebrare un numero maggiore di udienze. Ma è un dato oramai noto da tempo che le aule disponibili, benché sfruttate nei limiti del possibile, sono sicuramente sottodimensionate già rispetto all’attività ordinaria. Per questo, secondo il numero uno della Corte d’appello, diventa sempre più stringente la necessità di realizzare il Parco della giustizia a Lecce, un progetto sostenuto con convinzione e tenacia, già da diversi anni, dal procuratore generale Antonio Maruccia.

Al momento, prosegue l’interlocuzione con il direttore generale delle risorse umane e delle tecnologie del Ministero della Giustizia Massimo Orlando e la conferenza permanente ha espresso la preferenza per l’area di proprietà comunale vicina allo stadio di via del Mare.

“E’ indispensabile che ciascuno di noi si prenda cura della democrazia e difenda con vigore i valori e gli ideali che sono la condizione perché tutti possano godere dei diritti umani fondamentali” è questo il messaggio lanciato oggi in un’aula gremita di gente dal presidente Vincenzo Scardia.

Non è dunque un caso che la copertina del volume distribuito oggi ai partecipanti alla cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario 2023 sia stata dedicata a Masha Amini, la giovane iraniana che fu arrestata dalla polizia morale e poi pestata a morte perché indossava il velo in modo scorretto.

“Quella foto vuole essere innanzitutto un modo per soffermarsi sul valore della democrazia, dello stato di diritto, della vita umana e della dignità della persona, ma soprattutto riflettere sulle atroci conseguenze cui può condurre un potere politico assoluto, non arginato da una magistratura realmente autonoma e indipendente che, con il concorso di un’avvocatura altrettanto libera e indipendente, sappia assicurare il rispetto dei diritti fondamentali della persona. Ma vuole essere anche un tributo non solo a Masha, ma a tutti i giovani iraniani, donne e uomini, che coraggiosamente continuano a scendere in piazza per la giustizia sociale e per la loro libertà, convinti che queste valgano ancor più della loro stessa vita. Infine, vuol essere un omaggio a tutte le donne vittime di violenze, discriminazioni ed emarginazioni: in particolare, alle donne afghane, di recente private nel loro Paese dal diritto allo studio universitario e quindi destinate a occupare spazi sempre più ristretti e marginali della vita sociale, economica e lavorativa”, ha spiegato il numero uno della Corte d’Appello.

 

luciani.2006@libero.it

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