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L’ORDINANZA ANTI-CALDO ADESSO SI STUDIA ALL’UNIVERSITÀ

L’ORDINANZA ANTI-CALDO ADESSO SI STUDIA ALL’UNIVERSITÀ

Una tesi sul caporalato descrive il provvedimento come esempio di sussidiarietà verticale

L’ordinanza anti-caldo del sindaco Pippi Mellone diventa materia di studio all’Università del Salento. Nei giorni scorsi, infatti, Giorgio Toma, 25enne studente neretino, ha conseguito con il massimo dei voti, 110 e lode, la laurea del corso di Studi Geopolitici e Internazionali con una tesi dal titolo La lotta sussidiaria alla criminalità organizzata. Il Caporalato: il caso Nardò, in cui viene evidenziato come il provvedimento del primo cittadino neretino rappresenti strumento di contrasto al caporalato. Di fatto, nel terzo e ultimo capitolo del lavoro (relatore il professore Michele Carducci), emerge come per la prima volta, nel 2016, un’amministrazione comunale ha cercato di essere utile attraverso la sussidiarietà verticale, emanando un provvedimento con il quale è vietato il lavoro nei campi nel periodo tra giugno e settembre e nella fascia oraria tra le ore 12:30 e le 16:30. Una misura a tutela dei braccianti agricoli e argine allo sfruttamento degli stessi.

La tesi ripercorre il rapporto che intercorre tra principio di sussidiarietà (richiamato nell’articolo 118 della Costituzione), lotta alle organizzazioni criminali e caporalato, con espresso riferimento al caso Nardò, città in cui nel 2011 alcuni migranti-lavoratori diedero vita al primo sciopero organizzato che fece da cassa di risonanza per la stampa e la magistratura e che aprì una stagione segnata anche da sentenze giudiziarie. Dopo una breve introduzione sul principio di sussidiarietà, la tesi va alla ricerca di associazioni, movimenti sociali e cittadini che hanno dato manforte alla causa, da No-Cap a Diritti a Sud, nonché degli interventi degli enti pubblici, per poi affrontare il tema del caporalato a livello nazionale, in Puglia e a Nardò. Dove, appunto, per la prima volta, nel 2016 l’ordinanza anti-caldo applica nei fatti la sussidiarietà verticale e sfida apertamente i fenomeni dello sfruttamento e del caporalato. Nella stesura della tesi Giorgio Toma ha intervistato il sindaco Pippi Mellone per approfondire il senso e la portata di un provvedimento simbolo, che ha fatto il paio nel 2017 con la nascita della foresteria di Boncuri, allestita di concerto tra il Comune di Nardò e la Regione Puglia e finanziata da quest’ultima.

L’ordinanza nasce da una situazione di fatto difficile da ignorare: in estate, sul territorio neretino, la raccolta delle angurie e degli ortaggi fa registrare un significativo aumento del numero dei lavoratori impiegati nei campi, spesso purtroppo nelle ore centrali della giornata, che sono quelle più calde e quindi potenzialmente più dannose per la salute. Una condizione più volte emersa nelle cronache locali e nazionali. Peraltro, il provvedimento è risultato pienamente legittimo dal punto di vista giuridico, uscendo indenne dai vari ricorsi delle imprese agricole e diventando un modello anche per altre realtà critiche sul fronte dell’impiego dei braccianti in agricoltura. Un provvedimento che ha dimostrato di tutelare concretamente le condizioni di salute dei lavoratori, visto che l’ultimo drammatico fatto di cronaca risale al luglio 2015, quando un lavoratore extracomunitario perse la vita mentre era al lavoro in campagna a temperature elevatissime.

Faccio i miei auguri a Giorgio – dice il sindaco Pippi Mellone – e spero che questa laurea sia il miglior viatico per la sua piena realizzazione professionale. Sono molto contento che l’ordinanza anti-caldo sia il pretesto per approfondire temi accademici cruciali come il principio di sussidiarietà e fenomeni di cronaca, purtroppo sempre attuali, come il caporalato. E sono ovviamente contento di aver dato una mano a Giorgio nella stesura della tesi. L’ordinanza e il campo a Boncuri hanno migliorato le condizioni dei braccianti, reso dignitosa la loro accoglienza, favorito condizioni utili a un rapporto normale tra datori e lavoratori, tutelato le tante aziende agricole che operano rispettando le regole”.

 

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