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MANAGER ENEL CONDONNATI PER INQUINAMENTO DELLE COLTIVAZIONI CONFINANTI: 59 GLI AGRICOLTORI DA RISARCIRE

MANAGER ENEL CONDONNATI PER INQUINAMENTO DELLE COLTIVAZIONI CONFINANTI: 59 GLI AGRICOLTORI DA RISARCIRE

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Erano tonnellate di carbone stoccate a cielo aperto nella centrale Enel di Cerano che hanno reso le produzioni agricole “avvelenate” e quindi invendibili: a confermare la tesi ora c’è la sentenza del Tribunale di Brindisi, che ha condannato due manager dell’azienda elettrica “Federico II” e obbligato al risarcimento in favore di 59 contadini danneggiati.

La sentenza è stata pronunciata dal giudice Francesco Cacucci, al termine di un dibattimento scaturito dalla conclusione dell’inchiesta sulla dispersione delle polveri a seguito di un esposto presentato in Procura da alcuni agricoltori nel 2008. Serviranno 90 giorni per le motivazioni, ma sembra evidente che il Tribunale abbia riconosciuto in toto le ragioni dei contadini, condannando a 9 mesi i manager Calogero Sanfilippo, responsabile della produzione termoelettrica con l’impiego di carbone, e Antonino Ascione, responsabile dell’Unità di business di Brindisi, che ora con Enel Produzione, dovranno risarcire 59 persone.

È intervenuta la prescrizione invece per altri due dirigenti, Sandro Valery e Luciano Mirko Pistillo. Per altri 9 dipendenti Enel, invece, è arrivata l’assoluzione per non aver commesso il fatto, così come per due imprenditori locali che si occupavano della movimentazione del carbone.

Per i giudici, dunque, i manager sarebbero stati consci del fatto dei danni che provocava il pulviscolo di carbone, disperdendosi durante il trasporto alla Federico II sul nastrotrasportatore lungo 12 chilometri in mezzo ai campi a sud di Brindisi, e durante le fasi successive.

Per la Procura sono stati omessi gli “accorgimenti tecnici idonei a scongiurare la ripetuta diffusione oltre il recinto aziendale o comunque a contenere tale diffusione al di sotto della soglia della normale tollerabilità”.

Enel, pur sottolineando come nel corso del dibattimento, siano emerse le contraddizioni dell’accusa e non sentendosi soddisfatta dell’esito, ribadisce di ritenere un parziale successo la respinta della richiesta di risarcimento delle parti civili di oltre 1,4 miliardi di euro, auspicando che in appello anche le sorti dei due manager saranno diversamente valutate.

 

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