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MANCA SUI TEMI DELL’ABORTO E DELLA PROCREAZIONE ASSISTITA

MANCA SUI TEMI DELL’ABORTO E DELLA PROCREAZIONE ASSISTITA

luigi_manca

Non c’è una sola donna in Puglia che non riesce ad abortire, mentre ci sono migliaia di donne che non posso avere figli per i costi della PMA

Il vice presidente della Commissione Sanità e consigliere regionale di Direzione Italia-Noi con l’Italia, Luigi Manca, difende la legge 194, ma chiede che le procedure per la fecondazione assistita siano a carico della Regione

Conoscete una sola donna che volendo abortire in Puglia non è riuscita a farlo entro la 12esima settimana? E, invece, quante donne conoscete che rinuncia ad avere figli perché non può permettersi i costi del trattamento della Procreazione Medicalmente Assistita?

Quest’anno ricorre il 40 anniversario dell’approvazione della legge sull’aborto, la 194. In Consiglio regionale il collega Borraccino ha avuto il merito, ma solo quello, di scatenare un dibattito che riguardava l’attuazione della legge e non il principio. Purtroppo, come spesso accade nell’era dei social la percezione che si è avuta all’esterno è stata quella che i consigliere regionali, contrari alla proposta di legge Borraccino, fossero contrari all’aborto. Non è così! In Puglia la percentuale dei medici obiettori, ovvero che si rifiutano di praticare l’aborto, sono poco più del 20%, in altre regioni la percentuale è anche più alta. Lo dimostra, appunto, il fatto che non vi è un solo caso di “aborto negato”.

Ma in questi 40 anni molte cose sono cambiate nei costumi e nella società: oggi sono le mamme a portare le giovani figlie dal ginecologo per l’assunzione della pillola anticoncezionale, non solo i giovani conoscono più che in passato i metodi per evitare le gravidanze. Oggi c’è anche la pillola del giorno dopo. E’ indubbio che esiste ancora un numero troppo alto di donne che ricorrono all’aborto, esperienza devastante per una donna. E lo dico da ginecologo. Ma credetemi sono molte di più quelle che non riescono a diventare madri: abbiamo spostato la data del primo concepimento troppo lontano da quella di 40 anni fa. Ma al contrario dell’aborto che è a carico del SSR, le procedure per l’inseminazione assistita non lo sono. L’infertilità, la sterilità non vengono considerate “malattie” per cui avere un figlio per molte coppie è un lusso che non si possono permettere.

E allora come medico, prima che ancora che politico, vorrei che questa Regione, il presidente in quanto assessore alla Sanità, garantisse sempre e meglio il diritto all’aborto previsto dalla 194, che potenziasse la prevenzione con campagne informative che riguardino anche i ragazzini (il primo rapporto sessuale oggi si ha anche a 14 anni), ma faccia una battaglia perché la PMA sia a carico della Regione.

Non è una demagogica presa di posizione a favore della vita: avere una Sanità che rispetta la volontà della donna. Di quella che un figlio non lo vuole, ma anche di quella che un figlio lo vorrebbe a tutti i costi. Purché non siano cari!

 

redazione.lecceoggi@gmail.com

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