HomeCronaca e AttualitàMANIFATTURA E MADE IN ITALY. DALLA MANIFESTAZIONE DI MARTINA DEL 2009 A QUELLA DI MOTTOLA DI OGGI.

MANIFATTURA E MADE IN ITALY. DALLA MANIFESTAZIONE DI MARTINA DEL 2009 A QUELLA DI MOTTOLA DI OGGI.

MANIFATTURA E MADE IN ITALY. DALLA MANIFESTAZIONE DI MARTINA DEL 2009 A QUELLA DI MOTTOLA DI OGGI.

L’11 novembre è il giorno di San Martino, il santo che divise il proprio mantello col povero. A Martina Franca da sempre è il giorno della fiera dei cappottari, dove in piazza i confezionisti espongono i nuovi cappotti che vendono per la stagione invernale. Nel 2009 in piazza scesero centinaia di lavoratori delle confezioni che all’epoca sembravano vivere l’inizio del tracollo definitivo: gli imprenditori spostavano all’estero le produzioni e le banche non anticipavano liquidità ai contoterzisti. Per strada centinaia di famiglie senza reddito. Dopo 12 anni ricordiamo quella manifestazione come una grandissima presa di coscienza del problema e l’inizio di un lavoro di lenta risalita che ha fatto della manifattura della Valle d’Itria un punto di riferimento mondiale.
“Oggi, proprio oggi, a Mottola, si sta vivendo una crisi simile a quella vissuta a Martina Franca 12 anni fa”, spiega Giordano Fumarola, segretario generale della Filctem Cgil di Taranto. “Centoquindici (115) famiglie sono in bilico tra il lavoro e la miseria a causa della scelta dell’impresa Albini, che fa tessitura, di cessare l’attività. Come sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, e come lavoratori siamo impegnati in una lotta senza quartiere per impedire che questo avvenga, perché ogni volta che un impianto produttivo si ferma, il territorio tutto ne paga le spese. Dai lavoratori alle loro famiglie, passando per i commercianti, per la città, per tutta la comunità. Mentre oggi manifestiamo a Mottola ricordiamo con piacere come è andata alla fine la storia di Martina Franca, che dopo dodici anni ha rimesso al centro la produzione manifatturiera e ha fondato un istituto tecnico superiore per formare le nuove maestranze. Ci auguriamo che anche a Mottola vada nello stesso modo. Per questo siamo qui, oggi, coi lavoratori di Albini”.

redazione.lecceoggi@gmail.com

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