MIMMO CALOPRESTI AL CONVITTO PALMIERI DI LECCE PER UN INCONTRO
“DIO È CON I MIGRANTI. DALLA SCONFITTA DI CUTRO ALLA LOTTA PER I DIRITTI”.
Venerdì 4 ottobre (ore 19:00 – ingresso libero) il Convitto Palmieri di Lecce ospita l’incontro “Dio è con i migranti. Dalla sconfitta di Cutro alla lotta per i diritti” e la proiezione del documentario “Cutro, Calabria, Italia” di Mimmo Calopresti, con la partecipazione del regista e sceneggiatore calabrese. Promossa da Fondazione Casa della Carità, Consorzio Sale della Terra, Migrantes, Polo BiblioMuseale di Lecce e Arcidiocesi di Lecce la serata prenderà il via con un dibattito, coordinato dal regista Alessandro Valenti (presidente Accademia della Carità Aps), con gli interventi di Luigi De Luca (direttore Polo BiblioMuseale), Michele Seccia (arcivescovo diocesi di Lecce), Claudio Stefanazzi (parlamentare), Loredana Capone (presidente del Consiglio regionale della Puglia), Pablo Enrico Allegro (avvocato – Fondazione Casa della Carità e Accademia della Carità Aps), Giulio Ricotti (formatore – coordinatore area Sistema accoglienza integrazione della rete Sale della Terra) e Leonardo Palmisano (sociologo, scrittore ed editore). Dopo questo primo momento di confronto, Mimmo Calopresti presenterà il suo documentario “Cutro, Calabria, Italia”, racconto di quanto successo nella notte tra 25 e il 26 febbraio 2023 quando nella spiaggia di Steccato di Cutro persero la vita 94 migranti, tra i quali 25 minori.
Quando si parla di umanità, è difficile trovare le parole per definire un quadro chiaro di azione rispetto a quanto debba essere realizzato. Si attinge dal piano filosofico e si entra in analisi che poco si addicono a un concetto così vasto, immenso, intangibile. Cos’è umano? È umano pensare che ciò che avviene ogni giorno nel Mediterraneo sia da processare nelle intenzioni dei malcapitati che ne sono protagonisti? Cos’è stato Cutro? Cosa rappresenta oggi Cutro? Si percepisce Cutro come la sconfitta della politica migratoria italiana ed europea, l’epilogo nefasto di un accapigliarsi politico sfociato in una strage umana e valoriale. Si è ritrovati a evitare lo sguardo su una distesa di corpi inermi, silenziosi, così come è rimasto il dibattito politico rispetto a quanto è accaduto. Mimmo Calopresti ha scelto la strada del racconto audiovisivo per rompere il silenzio e riportare al centro del dibattito una questione cruciale del nostro tempo. Si parla di confini e non di vita. Da qui nasce la spinta che ha portato l’Accademia della Carità a realizzare una serie di incontri che attingono dal dibattito d’attualità con l’obiettivo di riportare il focus su un piano valoriale che lentamente sta perdendo significato, sacrificando, oltre a sé stesso, migliaia di vite ogni anno. Bambini, donne e uomini che non muoiono solo in mare, ma che perdono la vita ogni giorno perché non viene riconosciuto loro il diritto di vivere: i cosiddetti nati nel posto sbagliato al momento sbagliato. Dalla strage di Cutro allo ius scholae fino al tanto agognato ius soli, si discuterà insieme a Mimmo Calopresti e ai numerosi ospiti presenti del valore della vita, quella vissuta, e dell’importanza di uno sguardo mancato sulle tante, troppe vittime mietute dall’indifferenza e dalla paura del cambiamento. Un invito a guardare finalmente con coraggio quello che è stato fatto a tutti coloro che non ce l’hanno fatta, affinché quello sguardo possa nutrire un confronto costruttivo e indicare una nuova strada da intraprendere, affinché Cutro, oggi, rappresenti memoria e ispirazione per la nascita di una nuova umanità.
«Questo incontro è solo l’inizio di un percorso lungo che, come Accademia della Carità, vogliamo intraprendere per riflettere sul nuovo stato sociale. Desideriamo ascoltare le esigenze dei cittadini e, alla fine di una serie di appuntamenti su vari temi a noi cari (cittadinanza, diritti, salute, casa, acqua pubblica sono solo alcuni) redigere un documento da portare all’attenzione di politici e istituzioni, per contribuire al bene comune», sottolinea Alessandro Valenti.
«La Casa della Carità conosce bene il fenomeno dell’immigrazione, lo tocca costantemente nel suo dramma e lo vive nel suo valore e nella sua ricchezza. Cutro è esempio di quella disperazione umana a cui si è tolto anche il diritto di piangere. Noi invece ridiamo voce a chi la voce è stata tolta. Ecco perché questo evento significa tanto. È un tentativo di civiltà che intende riaccendere sensibilità verso coloro che vogliono solo sentirsi riconosciuti nella loro dignità di uomini», precisa Simona Abate della Fondazione Casa della Carità.