HomeSportPER IL LECCE UN ANNO DA TRAMANDARE ALLA STORIA

PER IL LECCE UN ANNO DA TRAMANDARE ALLA STORIA

PER IL LECCE UN ANNO DA TRAMANDARE ALLA STORIA

Le due stagioni agonistiche giocate nel corso del 2022 hanno dato ottimi risultati sia in campo agonistico che sul piano dell’attuazione dei programmi della società che guarda ad un futuro sempre migliore.  

Quando mancano tre giorni alla fine dell’anno è d’uopo fare il bilancio degli avvenimenti succedutisi nel corso dei dodici medi che hanno composto il 2022.

Anche nel calcio si procede alla fine di un anno solare a redigere un bilancio e noi lo stiamo per fare per quanto accaduto a Lecce e nel Lecce calcio in modo specifico.

Come sempre l’anno che cede il passo al successivo è il compendio di due metà di stagione calcistica, una prima che è conclusiva ed una seconda che è l’avvio della successiva.

 

Per il Lecce attuale le due possono considerarsi chiuse col l’etichetta “positiva” non c’è dubbio sul fatto che il 2022 per il Lecce è stato tra i migliori di sempre, infatti alla meritata promozione in serie A ha fatto seguito una prima parte di campionato abbastanza soddisfacente grazie ai quindici punti guadagnati in classifica, con ben sette punti conquistati nelle ultime tre gare prima della sosta per i Mondiali in Qatar.

Il Lecce in questo primo scorcio di calendario non è stato invischiato nella zona “rossa” della classifica e le otto lunghezze di distacco sulla zona retrocessione è un margine confortante che fa ben sperare per il futuro.

La promozione conquistata ha rimarginato la ferita inferta ai tifosi salentini al termine della stagione precedente con l’amara eliminazione nella semifinale dei play-off. Una delusione resa ancora più amara perché si sommava a quella per la retrocessione dalla A maturata, probabilmente, a causa del lungo stop imposto dall’emergenza sanitaria per l’epidemia Covid 19.

 

Nelle file del Lecce, però, c’è un leone ruggente: Pantaleo Corvino, al quale proprio oggi la società riconoscerà un premio alla carriera per la partecipazione con Lecce, Fiorentina e Bologna a 600 gare nel massimo campionato italiano, che battendo strade sconosciute ai più, rendendo realtà un programma stilato dalla dirigenza giallorossa, ha saputo creare un gruppo che manipolato poi da Marco Baroni è diventato squadra.

Non è stato semplice il lavoro svolto da Corvino ma non lo è stato neppure quello di Baroni che con calciatori di cui non si sapeva nulla e che non si conoscevano tra loro, parlando, peraltro, lingue diverse dovevano in poco tempo diventare un complesso che si muovesse in perfetta simbiosi.

L’uno e l’altro sono stati bravi tant’è che ora nel mercato di gennaio i correttivi, se ci saranno, saranno veramente pochi.

I numeri, del resto, danno conferma a questi giudizi. Nelle ultime stagioni il reparto arretrato giallorosso era diventato un colabrodo o quasi, con Liverani prima e con Corini poi si segnava abbastanza ma si subiva anche di più col risultato che a fine stagioni col primo si è retrocessi in B e col secondo si è mancato il subitaneo ritorno in serie A. Chiamato Baroni alla guida tecnica, Corvino ha dato l’imput di ciò che si voleva. Tornare ad essere una squadra molto più equilibrata che contando su un bomber come Coda e difensori di buona tecnica tornasse subito nel campionato più avvincente. Così è stato.

Per una squadra come il Lecce, il passaggio di categoria riserva sempre difficoltà superiori rispetto a quelle che devono affrontare gli altri team, ma questa volta pur restando fisso l’obiettivo salvezza, per i giallorossi si è vissuto un cammino diverso.

La squadra pur cambiando molto è riuscita a darsi un equilibrio tra i reparti che le consentono di avere un passo sicuro: La formazione salentina al momento, infatti, ha una differenza reti leggermente negativa (-3), ma con un numero di gol subiti (17 come Udinese e Torino) che fa del Lecce una squadra solida: meglio hanno fatto le big di sempre.

Un Lecce che è la squadra dall’età media più bassa di tutto il lotto e che, per la prima volta nella sua storia, ha registrato il piacere di avere ben quattro suoi calciatori dal Commissario Unico della Nazionale maggiore.

Il puzzle creato da Corvino e gestito da Baroni ha davvero dello straordinario se solo si riflette sul fatto che al fianco di calciatori di primo pelo per la serie A come Gendrey, Baschirotto, Gallo, Ceesay, Banda gioca con la stessa umiltà e lo stesso spirito di sacrificio ed abnegazione un campione del mondo come Umtiti.

Ovviamente, per concludere, all’origine di tutto c’è una programmazione stesa dai vertici societari con oculatezza e lungimiranza puntando a obiettivi non iperbolici ma raggiungibili e proprio per questo centrati con quasi matematica certezza. Ed il futuro, a questo punto, può essere davvero foriero di ottimi risultati.

Degna cornice dell’opera compiuta dalla società è il POPOLO dei tifosi che è tornato ad accompagnare, sostenere, gioire i giocatori con un calore ed una presenza esemplare per numero e per comportamento.

Ernesto Luciani

 

luciani.2006@libero.it

No Comments

Leave A Comment