HomePoliticaPOTREBBE ALLARGARSI AD ALTRI SUPERMERCATI IL “CASO LIDL” DI VIA DEL MARE

POTREBBE ALLARGARSI AD ALTRI SUPERMERCATI IL “CASO LIDL” DI VIA DEL MARE

POTREBBE ALLARGARSI AD ALTRI SUPERMERCATI IL “CASO LIDL” DI VIA DEL MARE

La vicenda che ha investito la struttura che ospita il supermercato “Lidl” sito in via del mare rischia di diventare solo il primo di una serie di casi similari.

Intanto, ieri, a Roma, i giudici del Consiglio di Stato hanno rinviato l’udienza per l’esame della richiesta di annullamento della ordinanza dirigenziale del 23 luglio scorso che impone alla struttura di via del mare lo smaltimento della merce, in vista della chiusura, come stabilito dalla stessa magistratura amministrativa che ha annullato il permesso a costruire e le licenze.

Stando a quanto risulta alla commissione consiliare congiunta Attività produttive e Urbanistica, è emerso che, oltre a Lidl, altre strutture commerciali – quattro o cinque – sono state autorizzate su aree classificate F 12.

È stato il capogruppo del Pd, Antonio Rotundo, a chiedere chiarimenti. «Gli Uffici all’Ufficio Urbanistica hanno dichiarato che, come per Lidl, anche altre 4-5 strutture commerciali sono state autorizzate su suoli destinati dal Prg ad attrezzature civili di interesse comune – fa sapere Rotundo – Alla luce di questo, si capisce meglio quello che è successo negli anni scorsi sul territorio comunale, dove una politica a dir poco disattenta agli interessi pubblici ha determinato la presenza abnorme di oltre 50mila metri quadrati di strutture di media e grande distribuzione, scelte che hanno dato un colpo mortale al piccolo commercio che era stato da sempre per la nostra città il principale volano di sviluppo. Non siamo contrari alla grande distribuzione – precisa Rotundo – ma è stata letteralmente stravolta la programmazione del piano commerciale, autorizzando irresponsabilmente oltre 37 mila metri quadrati di superficie per medi e grandi supermercati invece delle 25 mila previste».

Tornando a Lidl, Rotundo ha chiesto anche di acquisire copia della perizia di stima con la quale il Comune ha determinato il prezzo messo a base dell’asta nel bando per la vendita dei terreni di 13.480,77 metri quadrati, poi acquistati dal colosso tedesco, per capire se è stato tenuto conto della previsione della realizzazione di una struttura della grande distribuzione.

La commissione si è anche confrontata sulla possibilità di «sanare» la situazione attraverso il pagamento di una maxi sanzione, come previsto dall’articolo 38 del Decreto del presidente della Repubblica riguardante gli interventi eseguiti sulla base di un permesso annullato. Una strada che è tecnicamente percorribile ma decisamente non semplice, oltre che rischiosa.

«La situazione è delicata e merita grande attenzione – dice Giovanni Occhineri, vicepresidente della commissione Urbanistica, capogruppo di Sveglia Lecce – perché ci sono in ballo interessi economici di grande rilevanza da parte di più soggetti commerciali, compresi i piccoli esercenti che hanno subito la scelta di permettere, laddove non si poteva, l’apertura di centri legati alla grande distribuzione. Non solo – prosegue – ma è stato leso anche lo spirito della originaria pianificazione urbanistica dettata dal Piano regolatore che, in quelle aree, voleva e prevedeva attrezzature civili di interesse sociale comune. E non si tratta di politiche di Destra, come sento dire da qualcuno – puntualizza Occhineri – Questi sono indirizzi tecnici distorti e figli di una politica non certo riconducibile a schieramenti politici e che ormai non guardava più all’interesse dei cittadini».

redazione.lecceoggi@gmail.com

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