HomeCulturaPRESENTAZIONE DEL LIBRO “LA LUNGA PARTENZA” DI DI ANTONIO PALUMBO

PRESENTAZIONE DEL LIBRO “LA LUNGA PARTENZA” DI DI ANTONIO PALUMBO

PRESENTAZIONE DEL LIBRO “LA LUNGA PARTENZA” DI DI ANTONIO PALUMBO

dialogano con l’autore: Tiziana Colluto, (Giornalista, Presidente dell’Associazione Casa delle Agriculture Tullia & Gino) e Luciano Pagano (editore)

Giovedì 9 gennaio 2020, alle ore 19, presso il Mulino di Comunità a Castiglione d’Otranto (Via Depress, 3), a cura dell’Associazione Casa delle Agriculture Tullia & Gino, si terrà la prima presentazione del volume di poesie di Antonio Palumbo, “La lunga partenza”, edito da Musicaos Editore.

“C’è in queste pagine incandescenti un corpo ferito che «si ritira dal mondo», si stacca in un a parte dalla folla e come l’animale in punto di morte cerca il buco in cui «passare». Il corpo sanguina e mostra le piaghe, ma se ne sta in scena senza cadere mai nell’osceno. Nell’epoca della pornografia il poeta evita la trasparenza. C’è un corpo che si scorpora, allontanandosi dal «coro senza core» e finendo murato nei labirinti di una feroce solitudine. Nello svincolo di un’interminabile partenza/assenza, temprandosi nell’isolamento di un palcoscenico privato, dove si perde sangue come sopra un «tagliere», l’Io non rinuncia all’ipotesi di un Tu, pressante, a volte presente, spesso l’Assente con cui dialogare, in cui trovare un senso alla natura del tempo. Il corpo «inerme» senza il coro, in un aldiquà di muri e varchi impossibili (forse si passa solo attraverso la propria carne), nei vortici di un moto in cerca di spiragli, in un corpo a corpo con le parole (ape impastata di polline), in tentativi di volo, in un velo di echi palesi o nella trama, da Dante a Hölderlin, da Montale a Celan, da Caproni a Nick Cave e altri ancora, in arguzie e calembour e giochi tragici di vocaboli, prova come il principe Gilgameš orrore per il «verme» che incombe in esergo e in clausola, a disegnare il circolo inesorabile di produzione e distruzione, ingresso e separazione. Ed eccoci, nonostante le fughe, nelle spirali del tempo che è partenza perenne e ininterrotto, implacabile addio.” dalla postfazione di Antonio De Rosa

Antonio Palumbo, nato nel 1980, si laurea in Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università del Salento. Giovanissimo e per lungo periodo ha fatto parte della compagnia Astragali Teatro. Nel 2015 realizza il suo primo lavoro come regista e attore, WAITING FOR JOB, resistere è amare ancora, riscrittura originale ispirata alla figura di Giobbe con cui vince STRABISMI FESTIVAL 2016. Del 2017 lo ‘studio’ DE AMICITIA, un altro passo verso la cecità del cuore. Attualmente si dedica ad un lavoro di messa in scena a partire da Beckett.

redazione.lecceoggi@gmail.com

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