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IL SALENTO DALL PREISTORIA ALLA MODERNITÀ

IL SALENTO DALL PREISTORIA ALLA MODERNITÀ

UNA GITA A CAVALLINO

CAVALLINO DI LECCE

Lecce, città capoluogo del Salento, ha intorno a sé, quasi come una corona di paesi una serie di centri urbani di cui, con questa mini serie, “lecceoggi.com” intende parlare per portarli ancora di più all’attenzione di tutti nella segreta speranza di poter contribuire a creare un unico centro più vitale e funzionale nell’interesse di tutti i cittadini.

Primo centro da presentare è Cavallino, Il centro urbano di Cavallino dista circa 7 km dal centro della città capoluogo, mentre la frazione Castromediano è completamente inglobata nel tessuto urbanistico di Lecce

LA STORIA

Il territorio comunale confina a nord con il comune di Lecce, ad est con Lizzanello, a sud con  Caprarica di Lecce e San Donato di Lecce e ad ovest con San Cesario di Lecce

Di Cavallino si hanno cenni storici sin dall’Età del Bronzo. Fu un importante centro messapico, sorto su un precedente insediamento indigeno del X secolo a.C., che raggiunse il massimo splendore nel VI secolo a.C. con la costruzione di un imponente impianto urbanistico. La città messapica venne distrutta dalle popolazioni greche di Taranto intorno al 470 a.C. Del periodo arcaico e messapico restano alcune significative testimonianze quali alcune specchie, le mura di recinzione della città e alcune tombe.

INTERNO CASA ANTICA

Dopo il dominio greco e romano, durante il periodo bizantino si sviluppò il primo nucleo abitativo e assunse la denominazione di Cavallino. Infatti, i Basiliani, edificarono un cenobio attorno al quale si insediò un nucleo di abitanti e fu costruito un piccolo fortilizio. Una cripta al di sotto della Cappella della Madonna del Monte testimonia il periodo bizantino.

A partire dalla fine del XIII secolo. il feudo di Cavallino, appartenente alla Contea di Lecce, fu concesso nel 1291 a Pietro de Noha dal conte Ugo di Brienne. La famiglia de Noha lo possedette per alcune generazioni, finché nel 1447, alla morte di Luisa Mitia, che lo aveva ricevuto in dote dal padre Goffredo in occasione delle nozze con Luigi Castromediano, ne divenne barone Giovanni Antonio, figlio della coppia. Da questo momento la famiglia Castromediano ne mantenne il possesso quasi ininterrottamente per tre secoli e mezzo. Nel 1628 il feudo venne elevato da baronia a marchesato. Nel 1806, con l’abolizione del regime feudale nel Regno di Napoli, Cavallino ottenne l’autonomia comunale.

L’origine del nome è assai incerta e diverse sono le ipotesi al riguardo. Un’ipotesi fa derivare il toponimo dal termine latino caballus, caballinus (diminutivo), supponendo che nella zona vi fosse un distaccamento di cavalleria romana. Lo stesso stemma comunale raffigura un cavallo bianco. Tuttavia il cavallo dell’esercito era chiamato dai romani equus e non caballus, che era invece il cavallo da lavoro.

Un’altra ipotesi, più accettata, farebbe derivare il toponimo dalla radice greca kàbas, che indica un corpo di vigilanti per la riscossione del dazio. In alcuni antichi documenti il paese è indicato con il nome di Caballino.

Ottavia Luciani

Fine prima parte- appuntamento al 28 febbraio

 

redazione.lecceoggi@gmail.com

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