HomeTRAUMI DELLO SPORTIVOTRAUMI DELLO SPORTIVO: FRATTURA OSSEA

TRAUMI DELLO SPORTIVO: FRATTURA OSSEA

TRAUMI DELLO SPORTIVO: FRATTURA OSSEA

FRATTURA OSSEA

Parliamo in questo articolo di un trauma meno frequente rispetto ai precedenti trattati ma di un forte impatto dannoso, si tratta della frattura.

Per frattura si intende una interruzione dell’integrità dell’osso, per cause traumatiche o patologiche (tipiche dell’anziano con osteoporosi).

Nel caso di un trauma l’osso riceve una sollecitazione tale da superare i suoi limiti di resistenza.

Il trauma può essere diretto cioè l’osso si frattura nel punto dove viene applicata la forza, indiretto la frattura avviene ad una certa distanza dal punto di applicazione della forza propagandosi lungo la catena cinetica interessata.

Le fratture possono essere da stress o da sovraccarico funzionale determinata da continue sollecitazioni sull’osso, come la frattura dei marciatori che interessa il secondo metatarso.

Anche una brusca e violenta contrazione muscolare può causare una frattura, detta di avulsione, molto frequente nei giovani atleti nei quali la massa ossea non è ancora ben consolidata.

La classificazione delle fratture è un argomento molto vasto ma importante anche per ottimizzare i tempi di recupero.

Possiamo distinguere FRATTURA COMPOSTA dove i frammenti conservano la loro posizione anatomica, FRATTURA SCOMPOSTA dove avviene uno spostamento dei frammenti.

FRATTURA CHIUSA dove la cute rimane integra, FRATTURA ESPOSTA dove avviene la lacerazione della cute ed esposizione dell’osso all’esterno.

FRATTURA COMPLETA se interessa tutto lo strato dell’osso, FRATTURA INCOMPLETA se colpisce solo una parte di esso.

FRATTURA INSTABILE dove subentrano forze che impediscono il contatto tra i segmenti ossei, FRATTURA STABILE quando queste forze non sono presenti.

In base al numero di frammenti ossei prodotti possiamo avere FRATTURA SEMPLICE dove si originano due frammenti ben distinti, FRATTURA PLURIFRAMMENTARIA con la presenza di numerosi frammenti.

In base al decorso e alla forma della rima di frattura che è lo spazio che separa i due frammenti ossei, si distinguono FRATTURA TRASVERA dove la rima forma un angolo retto rispetto all’asse longitudinale dell’osso, FRATTURA OBLIQUA che forma un angolo inferiore a 90 gradi, FRATTURA LONGITUDINALE dove la rima della frattura è parallela all’asse longitudinale dell’osso, FRATTURA SPIROIDE con decorso a spirale avvolgendosi all’osso.

La sintomatologia della frattura è caratterizzata da dolore, ridotta motilità più o meno amplia a secondo del danno e sede, impotenza funzionale ed ematoma.

Dopo una frattura le fasi di guarigione procedono con la riduzione dell’ematoma nei primi 14 giorni con stimolo cellulare per la produzione di nuove strutture ossee.

Si produce un tessuto di guarigione soffice detto tessuto di granulazione ( tra la quarta e la sedicesima settimana) che viene poi sostituito da un altro tessuto temporaneo detto callo di ossificazione, a sua volta sostituito da tessuto osseo lamellare ben orientato. In concomitanza l’osso recupera la sua forma originale attraverso il rimodellamento.

Dopo il periodo di immobilità l’ideale almeno inizialmente è farsi guidare da specialisti, dopo che il medico ha verificato la fase di guarigione della frattura, il fisioterapista potrebbe aiutare a recuperare ampiezza articolare e consigliare le metodiche migliori per una corretta guarigione e soprattutto nello sportivo per una veloce ripresa dell’attività.

Buon allenamento a tutti.

 

Antonio Laurentaci

 

redazione.lecceoggi@gmail.com

No Comments

Leave A Comment