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ALMANACCO DEL GIORNO

ALMANACCO DEL GIORNO

Almanacco di oggi: martedì 25 aprile 2023

Diciassettesima settimana dell’Anno 2023

Giorni trascorsi dall’inizio dell’anno 115 * Giorni mancanti alla fine dell’anno 250

A Roma il sole sorge alle 6.14 * tramonta alle 20.02 (ora solare)

A Lecce il sole sorge alle 5.54* tramonta alle 19.37 (ora solare)

 

OGGI SI FESTEGGIA: San Marco

 

OGGI È: Festa della Liberazione:

Oggi ricorre l’anniversario della liberazione d’Italia, chiamata anche Festa della Liberazione o anniversario della Resistenza. È una giornata dedicata alla memoria, in cui si festeggia la fine dell’occupazione nazifascista, avvenuta il 25 aprile 1945, a conclusione della Seconda guerra mondiale.

Fu scelta questa data perché il 25 aprile del 1945 furono liberate le città di Milano e Torino ed a seguire le altre città italiane dopo venti anni di dittatura fascista. La data rappresenta, simbolicamente, l’inizio di un percorso che sfocerà nel referendum del 2 giugno 1946 per scegliere la futura forma di governo (tra monarchia e repubblica), la formazione della Repubblica e la stesura della Costituzione italiana.

Fu dichiarato, per la prima volta, giorno festivo nel 1946, con validità solo per quell’anno. Nel 1949 fu promulgata una legge che rese il 25 aprile a tutti gli effetti un giorno festivo. Molte città italiane ricordano questa data organizzando manifestazioni, cortei ed eventi.

 

LE GIORNATE MONDIALI/INTERNAZIONALI: Giornata mondiale contro la Malaria

La Giornata mondiale contro la Malaria è stata dichiarata nel maggio 2007 durante la sessantesima sessione dell’Assemblea mondiale della salute dal consiglio della World Health Organization (Organizzazione mondiale di sanità).

La giornata è stata creata per dare educazione e comprensione della malaria, nonché per diffondere informazioni sull’implementazione delle strategie di controllo della malattia.

Prima della dichiarazione dell’ONU la celebrazione del Africa Malaria Day, iniziata nel 2001, si teneva il 25 aprile

 

ACCADDE OGGI: anno 1945 – Milano e Torino liberate dall’occupazione nazifascista:

Un grido di libertà si levò per le strade, salutando la vittoria di migliaia di uomini e donne, padri e madri, giovani e vecchi, riuniti sotto la bandiera della Resistenza. La liberazione di Milano e Torino segnò da un lato la fine di due anni di sacrifici umani e devastazioni, dall’altro l’inizio di un cammino di democrazia suggellato dalla nascita della Repubblica nel 1946.

La repressione nazista in risposta alle azioni partigiane aveva fatto registrare le pagine più truci dalla primavera del 1944, in particolare dall’eccidio delle Fosse Ardeatine, toccando il culmine con la strage di Marzabotto (29 settembre). Nella memoria dei milanesi rimasero indelebili le numerose esecuzioni di ferrovieri e operai, consumate nell’estate dello stesso anno; su tutte quella del 10 agosto a piazzale Loreto con la fucilazione di 15 partigiani, i cui corpi vennero lasciati sul selciato per giorni.

A queste si erano aggiunte le distruzioni provocate dai bombardamenti alleati, uno dei quali, il 20 ottobre del ’44, colpì per sbaglio la scuola elementare “Francesco Crispi”, nel quartiere di Gorla, provocando la morte di 184 bambini e dei loro insegnanti. Il risentimento popolare, acuito dalla fame, era sul punto di esplodere e sempre più persone s’impegnavano in prima persona nella guerra contro l’occupante tedesco e contro la Repubblica di Salò formata dai fascisti.

Dopo il successo dell’offensiva alleata nella pianura padana, iniziata il 9 aprile, il giorno dopo il Partito Comunista diramò a tutte le organizzazioni locali l’ordine di scatenare l’attacco definitivo, con l’obiettivo di liberare i grandi centri prima dell’arrivo delle truppe alleate. La direttiva venne recepita dal CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, che riuniva i gruppi partigiani di ogni colore politico), che il 16 aprile diede il via all’insurrezione generale.

La prima azione interessò la città di Bologna estendendosi poi a Modena, Reggio Emilia e Parma, dove gli alleati al loro arrivo trovarono la strada in parte spianata dai resistenti. Ricacciati i tedeschi al di là del Po, l’offensiva puntò sul capoluogo lombardo e su quello piemontese. In entrambe, dalle prime ore del 24 aprile, scattarono le operazioni di sabotaggio e di occupazione delle caserme.

La mattina del 25, via radio, Sandro Pertini (futuro Presidente della Repubblica, 1978-85) diede l’ordine a operai e lavoratori di occupare fabbriche, negozi e scuole, inscenando uno sciopero generale nel tentativo di difendere quei luoghi dagli attacchi nemici: dalla FIAT Mirafiori di Torino alla Innocenti di Milano, sventolavano bandiere rosse con la sigla CLNAI. Lo stesso comitato si riunì presso il collegio dei salesiani di via Copernico, a Milano, per adottare tre decreti che segnarono gli ultimi sviluppi del conflitto.

Con il primo decreto il CLNAI nazionale e i comitati regionali assunsero tutti i poteri, civili e militari. Con il secondo si nominarono le commissioni di giustizia per la funzione inquirente, i tribunali di guerra e le corti d’assise popolari per quella giudicante. Nell’ultimo si stabilì che «i membri del governo fascista e i gerarchi del fascismo colpevoli di aver contribuito alla soppressione delle garanzie costituzionali, di aver distrutto le libertà popolari, creato il regime fascista, compromesso e tradito le sorti del paese e di averlo condotto all’attuale catastrofe, sono puniti con la pena di morte e nei casi meno gravi con l’ergastolo».

Mentre per le strade venivano distribuiti volantini per annunciare la Liberazione, la radio milanese, che prima trasmetteva il notiziario fascista, annunciò alle 22.05 che l’Alto Milanese era stato liberato dai patrioti italiani. Nelle stesse ore Benito Mussolini insieme alla compagna Clara Petacci si lanciò in una fuga disperata verso la Svizzera, travestito da soldato tedesco. Catturati a Dongo, nel comasco, entrambi vennero giustiziati il 28 aprile e i loro corpi esposti a piazzale Loreto (Milano), per tutta la giornata del 29 aprile.

Nella primavera dell’anno seguente, il governo provvisorio dichiarò “festa nazionale” il 25 aprile, soltanto per l’anno in corso. Con la legge n. 260 del maggio 1949, presentata da Alcide De Gasperi, divenne a tutti gli effetti un giorno festivo da dedicare al ricordo della lotta di Liberazione dal nazifascismo.

 

NACQUERO OGGI:

anno 1874 – Guglielmo Marconi (+1937)

anno 1917 – Ella Fitzgerald (+ 1996)

anno 1940 – Al Pacino

anno 1981 – Felipe Massa

 

LA FRASE CELEBRE (Aforisma):

“Dove entra dote, esce libertà.”

 

IL PROVERBIO DEL GIORNO

Il riso abbonda sulla bocca degli stolti

 

I DOODLE DI GOOGLE: L’artista Karel Appel:

L’arte come ribellione, anarchia di colori e forme, fu alla base del movimento pittorico CoBrA, di cui l’olandese Karel Appel fu cofondatore insieme con altri artisti europei. Formatosi all’Accademia reale di Arti Visive ad Amsterdam, Appel diede la prima mostra a 25 anni, prendendo spunto da grandi maestri del primo Novecento come Picasso e Matisse, e strizzando l’occhio alle nuove avanguardie, in particolare l’Art Brut (basata sul concetto di arte spontanea, senza pretese culturali e fuori dalle norme estetiche convenzionali) del francese Jean Dubuffet.

La sua affermazione artistica avvenne nell’ambito del movimento CoBrA (nome formato con le iniziali delle città Copenaghen, Bruxelles e Amsterdam, da cui provenivano gli artisti che vi aderirono), in cui si fondeva l’intensità emotiva degli espressionisti tedeschi con l’astrazione tipica del Cubismo sintetico e del Bauhaus. L’impronta dello stile di Appel rivive nel doodle locale (visibile in Olanda), che Google ha pubblicato nel 2011, nel 90° anniversario della sua nascita.

luciani.2006@libero.it

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