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ALMANACCO DEL GIORNO

ALMANACCO DEL GIORNO

ALMANACCO DI OGGI: mercoledì 10 aprile 2024

Quindicesima settimana dell’anno 2024

Giorni trascorsi dall’inizio dell’anno 101 Giorni mancanti alla fine dell’anno 265

A Roma il sole sorge alle 5.36* tramonta alle 18.46 (ora solare)

A Lecce il sole sorge alle 5.15* tramonta alle 18.22 (ora solare)

OGGI SI FESTEGGIA: San Terenzio  

OGGI È: La Giornata Mondiale dell’Omeopatia

È stata istituita per celebrare l’approccio omeopatico alla cura della salute e per promuovere la consapevolezza sull’omeopatia in tutto il mondo. Questa giornata speciale è stata creata per offrire un’opportunità di riflessione e dibattito sull’omeopatia, oltre a promuovere la sua comprensione e accettazione.

La data di inizio della Giornata Mondiale dell’Omeopatia non è chiaramente definita, ma è stata celebrata per la prima volta nel 2005. L’idea alla base di questa giornata è stata promossa principalmente dalle organizzazioni omeopatiche e dai sostenitori dell’omeopatia che desideravano sensibilizzare il pubblico sull’efficacia e i benefici dell’omeopatia come sistema di cura.

La Giornata mondiale dell’omeopatia è stata creata con diversi obiettivi in mente:

Aumentare la consapevolezza: L’omeopatia è spesso soggetta a fraintendimenti e scetticismo. Questa giornata offre un’opportunità per educare il pubblico sull’omeopatia, promuovendo una comprensione accurata dei suoi principi e benefici.

Celebrare la medicina omeopatica: La Giornata mondiale dell’omeopatia è un’occasione per festeggiare la pratica omeopatica e riconoscere il contributo che questa forma di medicina può offrire al benessere e alla salute delle persone.

Unire la comunità omeopatica: La giornata fornisce uno spazio per la comunità omeopatica di tutto il mondo per connettersi, condividere esperienze, scambiare conoscenze e rafforzare i legami tra i professionisti e gli appassionati di omeopatia.

Promuovere la ricerca: La Giornata mondiale dell’omeopatia è anche un’opportunità per evidenziare gli sviluppi nella ricerca omeopatica e l’efficacia della medicina omeopatica in diverse condizioni di salute.

La Giornata mondiale dell’omeopatia riveste un’importanza significativa per diverse ragioni:

Consapevolezza: La giornata offre un’opportunità unica per aumentare la consapevolezza sull’omeopatia. Molte persone potrebbero non essere a conoscenza di questa forma di medicina alternativa e dei suoi benefici. Attraverso eventi, attività di sensibilizzazione e informazioni diffuse online, si può raggiungere un pubblico più ampio e fornire informazioni accurate sull’omeopatia.

Promozione della medicina omeopatica: La Giornata mondiale dell’omeopatia è un’occasione per celebrare e promuovere la medicina omeopatica. Si possono evidenziare i successi clinici, le testimonianze dei pazienti e gli studi scientifici che sostengono l’efficacia di questa forma di cura. Ciò aiuta a sfatare i miti e gli equivoci sull’omeopatia e a fornire un quadro completo dei suoi benefici.

Unione della comunità omeopatica: La giornata favorisce l’unione della comunità omeopatica a livello globale. I professionisti, gli studenti, gli appassionati e i pazienti possono condividere le proprie esperienze, conoscenze e sfide nel campo dell’omeopatia. Ciò porta a una maggiore coesione e collaborazione tra gli attori che condividono una passione comune per questa forma di medicina.

Ricerca e sviluppo: La Giornata mondiale dell’omeopatia incoraggia la ricerca scientifica e lo sviluppo nell’omeopatia. Si promuovono studi clinici, sperimentazioni controllate e valutazioni di efficacia per contribuire alla base di evidenze sull’omeopatia. Ciò aiuta a fornire un supporto scientifico più solido per l’omeopatia e a migliorare la comprensione dei meccanismi di azione di questa forma di cura.

Accesso alle cure omeopatiche: La giornata sottolinea l’importanza dell’accesso alle cure omeopatiche. Promuovendo la sensibilizzazione presso le istituzioni sanitarie e i decisori politici, si cerca di garantire che l’omeopatia sia integrata nei sistemi sanitari nazionali e che i pazienti abbiano l’opportunità di beneficiare di questa forma di cura. Ciò può contribuire a migliorare l’accessibilità delle cure omeopatiche per un pubblico più ampio.

ACCADDE OGGI: anno 1991 – Disastro Moby Prince: 

«Siamo incendiati! Ci è venuta una nave addosso!» Nel cuore della notte un disperato allarme arriva alla capitaneria di Porto di Livorno, che allerta i soccorsi. Tutti in salvo gli uomini della petroliera Agip Abruzzo ma è troppo tardi per l’altra nave, ridotta ormai a un groviglio di lamiere in fiamme. A distanza di oltre vent’anni, sui fatti di quella tragica notte gravano contraddizioni e omissioni.

Sono le 22.03 di mercoledì 10 aprile 1991, il traghetto di linea Moby Prince (proprietà della compagnia di navigazione privata Nav.Ar.Ma) parte da Livorno con direzione Olbia. A bordo 140 persone, 76 passeggeri e 65 membri dell’equipaggio, agli ordini del comandante Ugo Chessa. Il clima è disteso e molti sono raccolti nella sala bar, a guardare in Tv il big match Barcellona vs Juventus, semifinale di andata di Coppa delle Coppe.

Circa venti minuti dopo il traghetto percorre la rada che poi immette in mare aperto. In quel tratto avviene l’irreparabile: la nave passeggeri finisce con la prua nella pancia della petroliera Agip Abruzzo, nei cui serbatoi sono stipati 2.700 tonnellate di petrolio Iranian Light. In pochi attimi il mare attorno si trasforma in una larga macchia nera che inizia a prendere fuoco, avvolgendo la prua della nave passeggeri.

Alle 22.25 arriva il “may day” del marconista della Prince, seguito dieci minuti dopo dall’allarme dato via radio dal comandante dell’Agip Renato Superina, che conferma la collisione parlando erroneamente di una bettolina (piccola imbarcazione utilizzata all’interno dei porti). Ciononostante i soccorsi raggiungono il luogo dell’impatto verso le 23, traendo in salvo i 18 occupanti della petroliera. Dell’altra nave se ne sono perse le tracce.

Soltanto alle 23,35, e per puro caso, due ormeggiatori s’imbattono nella Moby Prince che nel frattempo, come impazzita, si è messa a girare in circolo. Davanti ai loro occhi c’è un inferno di fuoco, in mezzo al quale viene colto un unico segno di presenza umana: attaccato al parapetto, il mozzo di origini napoletane Alessio Bertrand è riuscito ad evitare le fiamme e su esortazione dei due ormeggiatori si lancia in mare. Sarà l’unico sopravvissuto di quella notte.

In quegli attimi sopraggiunge una motovedetta della Capitaneria di Porto livornese che, dopo aver indugiato per mezz’ora, fa ritorno alla base. L’amara constatazione dei fatti, confermata durante i processi, dice che il primo soccorritore a mettere piede sulla Prince è il marinaio Giovanni Veneruso, incaricato di agganciare la nave per trainarla con un rimorchiatore all’interno del porto. Il tutto avviene alle 3,30 del mattino quando ormai del traghetto resta poco più di un relitto spettrale di fumo e lamiere.

L’opinione pubblica è sconvolta dalle prime immagini trasmesse dai telegiornali ma ricostruzioni troppo frettolose, confermate da esponenti del governo centrale, parlano di “errore umano” dovuto alla presenza di nebbia. L’ipotesi della nebbia viene confermata in sede giudiziaria nei due processi: il primo per omissione di soccorso e omicidio colposo, il secondo per manomissione a bordo, che non portano ad alcuna condanna avvalorando indirettamente la tesi dell’errore umano.

Una verità processuale che scontenta i familiari delle vittime, che si appellano alla contraddittorietà di alcuni aspetti, a cominciare dall’enorme ritardo dei soccorsi. In più molti testimoni, tra cui ufficiali di marina e semplici cittadini, confermano che in quelle ore non c’è stata alcuna nebbia e le fiamme erano ben visibili dal porto. A confermarlo è anche un video amatoriale trasmesso dal TG1, nelle sere successive al disastro.

Alcune perizie dimostrano che i passeggeri della nave sono sopravvissuti per diverso tempo dopo l’impatto.

Dal ritrovamento dei corpi emerge che la maggior parte è stata raccolta nel salone De Lux, circondato da paratie che avrebbero impedito per oltre mezz’ora la propagazione del fuoco. I test tossicologici, inoltre, confermano la presenza di monossido di carbonio nel sangue delle vittime, segno evidente del fatto che sono rimasti in vita per ore.

Negli anni a seguire, per mantenere vivo il ricordo, il Comune di Livorno dedica una piazza alle vittime, mentre in via Molo Mediceo pone una targa con i loro nomi.

EVENTI SPORTIVI: anno 1896 – Spiridon Louis vince la maratona della I Olimpiade:

Lo spirito di Olimpia è rinato con il ritorno dei Giochi Olimpici ad Atene nell’aprile 1896. Nel programma olimpico dell’atletica leggera è inserita una gara di corsa denominata “maratona”, ispirata all’antica leggenda di Filippide che, secondo Erodoto, corse per 42,195 chilometri, da Maratona ad Atene (o Sparta secondo alcuni), per annunciare la vittoria ateniese sui persiani nell’omonima battaglia del 490 a.C., morendo stremato dalla fatica subito dopo.

Tra i diciassette atleti alla partenza dodici sono ellenici, a dimostrazione dell’interesse non solo simbolico che la gara ha per i padroni di casa. Molti sono scelti tra le forze armate, tra questi il pastore greco Spiridon Louis, vincitore della gara, entrato per primo nello stadio Panathinaiko, tra il tripudio di gioa di 100.000 spettatori. L’entusiasmo è talmente forte che, come riportano le cronache, due esponenti della casa reale greca, il principe Costantino e il re Giorgio I di Grecia, entrano sulla pista per accompagnarlo fino al traguardo.

NACQUERO OGGI:

anno 1946 – Caterina Caselli

anno 1964 – Nancy Brilli

anno 1983 – Mauro Sarmiento

anno 1990 – Valerio Scanu

LA FRASE DEL GIORNO (Aforisma)

Una volta sfuggita, una parola vola via irrevocabile. (Orazio Flacco)

IL PROVERBIO DEL GIORNO:

Alte o basse nell’aprile son le pasque.

I DOODLE DI GOOGLE: Il pittore Lee Jung Seob:

Una vita tormentata e in gran parte da esule quella vissuta dal pittore Lee Jung Seob, tra i protagonisti della scena artistica sudcoreana, e non solo, della prima metà del Novecento. Formatosi alla prestigiosa scuola d’arte Teikoku in Giappone, lavorò come artista a Parigi dove entrò in contatto con la corrente pittorica “fauvista”, che riprese nel suo stile mescolandola con i temi della sua terra.

La morte del primo figlio e lo scoppio della guerra tra le due Coree (che lo separò per sempre dalla sua famiglia) segnarono la sua produzione, rappresentata per lo più da dipinti a olio. Al suo quadro più noto, “Ox” (“bue”, conservato al Museum of Modern Art di New York), si richiama il doodle locale (visibile in Corea del Sud), pubblicato da Google nel 2012, per ricordare il 96° della nascita dell’artista.


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