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ALMANACCO DEL GIORNO

ALMANACCO DEL GIORNO

Almanacco di Domenica 08 Aprile 2018

Quattordicesima settimana dell’anno

Giorni dall’inizio dell’anno: 98 * Giorni rimanenti alla fine dell’anno 267

A Roma il sole sorge alle 05.41 e tramonta alle 18:43 (ora solare)

A Lecce il sole sorge alle 05.31 e tramonta alle 18:33 (ora solare)

OGGI SI FESTEGGIA: Domenica in Albis      

ACCADDE OGGI: 1820 – Scoperta la Venere di Milo:

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La Venere Milo non è soltanto una delle più celebri sculture della civiltà greca. Per molti incarna l’ideale classico dell’eleganza e della sensualità femminile e come tale è stato celebrato nel cinema.

La storia del suo ritrovamento s’inserisce in quella fase di restaurazione del potere monarchico in Francia, dopo la caduta del regime napoleonico. Il nuovo sovrano Luigi XVIII (fratello minore di Luigi XVI sacrificato sulla ghigliottina dalla Rivoluzione del 1789) era desideroso di ricostruire l’immagine di grandezza del regno, anche attraverso l’acquisizione di preziose opere d’arte del passato. La missione che nel 1820 portò la nave Chevrette a sbarcare sull’isola di Milo (Milos, in greco), nell’arcipelago delle Cicladi, era legata ad un’attività di ricognizione idrografica del Mar Egeo. Qui, nella zona del capoluogo Plaka, l’ufficiale francese Olivier Voutier s’imbattè in un contadino di nome Yorgos Kentrotas, intento a scavare pietre da utilizzare per la sua abitazione. L’area in questione si trovava a ridosso di un antico teatro greco e ciò fece supporre a Voutier che lì sotto potessero trovarsi resti antichi.

Così chiese all’uomo di avvertirlo nel caso fosse emerso qualche pezzo significativo. L’8 aprile la pala di Kentrotas toccò qualcosa di grandi dimensioni e quando l’ufficiale francese se la trovò davanti non credette ai suoi occhi: dal terreno affiorava un busto di donna, privo di entrambe le braccia. L’uomo fu esortato a scavare ancora e lì vicino venne dissotterrata l’altra metà della statua, con le gambe coperte da un drappeggio e un basamento.

La notizia venne accolta con entusiasmo dall’ammiraglio ed esploratore Jules Dumont d’Urville, fine umanista, che si disse disponibile ad acquistarla ma si vide sbarrata la strada dal rifiuto del comandante della Chevrette a trasportare la statua, giacché secondo lui rischiava di danneggiarsi per il burrascoso viaggio in mare. Nel frattempo, il contadino greco, che aveva fiutato l’affare, cercò di stringere i tempi e vendere il suo “tesoro” al dragomanno del sultanato di Costantinopoli. Uno smacco che D’Urville non poteva tollerare; per cui prese carta e penna e scrisse un rapporto sul ritrovamento indirizzato all’ambasciatore di Francia a Costantinopoli. Costui diede l’assenso per acquistare la scultura a qualsiasi prezzo, per la gioia di Kentrotas che accettò la vantaggiosa offerta dei francesi. Per gli stessi, e per D’Urville in particolare, l’acquisizione assumeva un significato speciale, considerando che cinque anni prima la Francia era stata costretta a restituire all’Italia la splendida Venere Medici, trafugata da Napoleone.

Accolto con tutti gli onori alla corte di re Luigi XVIII, il prezioso reperto fu donato dallo stesso sovrano al Museo del Louvre (dov’è tuttora custodito), che lo catalogò come Venere di Milo, dal nome dell’isola dov’era stata rinvenuta. Per la posa ricorda le statue di Prassitele ma l’iscrizione ritrovata sotto il basamento (oggi andato perduto) l’attribuisce allo scultore dell’età ellenista (323 a.C. – 31 a.C.) Alessandro di Antiochia.

Lo stile classico ma rinnovato nelle forme ha messo in crisi gli studiosi, che non sono concordi nell’attribuzione dell’opera. Il soggetto rappresentato è dato per certo che sia Venere, guardando alla precedente Venere di Capua (una copia è esposta al Museo archeologico di Napoli) che presenta la stessa posa delle gambe. Secondo una tesi ritenuta attendibile, è probabile che la statua reggesse nella mano una mela, richiamando il famoso episodio dell’Iliade in cui Paride dona il “pomo d’oro” ad Afrodite (divenuta Venere nella mitologia latina). Il nome stesso dell’isola greca (melos, “mela”) sembra confermarla.

EVENTO SPORTIVO: 2012 – Inizia il Mondiale di hockey su ghiaccio femminile:

NACQUERO OGGI:

1955 – Agostino Di Bartolomei – ex calciatore

1962 – Alberto Angela – archeologo

1964 – Massimo Mariotti – ex giocatore ora allenatore hockey su pista

LA FRASE CELEBRE

Ecco ciò che Gesù esige da noi, non ha bisogno affatto delle nostre opere, ma soltanto del nostro amore, perchè questo Dio stesso che dichiara di non aver bisogno di dirci se ha fame, non ha esitato a mendicare un po’ d’acqua dalla Samaritana. (Santa Teresa di Gesù Bambino)

IL PROVERBIO:

Aprile, apriletto, un dì freddo un dì caldetto.

IL SEGNO ZODIACALE: Ariete dal 21 febbraio al 20 aprile

Personalità: L’Ariete ha personalità attiva e dinamica. Spinge sempre a fondo l’acceleratore nella realizzazione di un’impresa o di qualsiasi altra cosa, l’importante per lui è arrivare primo. La sua natura lo  porta ad ogni genere di attività, anche se talvolta dovrebbe evitare le imprese rischiose o azzardate. Per lui, coraggioso fino alla temerarietà, questo consiglio cadrà nel vuoto. Le mezze misure sono sconosciute al suo temperamento, “o tutto o niente” è il suo motto; sa essere estremo.

Amore: I suoi amori sono una serie di colpi di fulmine, di rotture e di riconciliazioni. I suoi sentimenti esplodono all’improvviso e incendiano tutto quello che incontrano. Seduce con passione e, se qualcuno gli oppone resistenza, è capace di qualsiasi prodezza per conquistarlo. Il fuoco della sua passione con la stessa facilità con cui divampa, si spegne.

Lavoro: All’Ariete piace comandare per cui un lavoro da subalterno va decisamente stretto. L’Ariete è un capo e, come tale, è nato per dirigere, che sia poi un’azienda o un reggimento non fa grande differenza, l’importante è dare ordini, ed i suoi devono essere rispettati, altrimenti va su tutte le furie. Se non sarà capitano d’industria o generale d’armata, comunque, potrà scegliere di fare il libero professionista o qualsiasi altro lavoro in cui siano necessarie prontezza di spirito e intraprendenza. È inutile che tenti la strada dell’impiego fisso, le occupazioni noiose e programmate non fanno per lui.

Salute: Le parti del corpo collegate al suo segno sono: l’area della masticazione, il sistema visivo, olfattivo, uditivo, l’area cervicale e facciale. Le sue patologie riguardano pertanto queste zone, i suoi frequenti mal di testa sono in gran parte dovuti ad un’eccessiva tensione nervosa, legata alla sua aggressività. La sua vitalità lo porta a sopravvalutare le sue forze e quindi abusa della sua salute. Il fosfato di potassio è il suo sale cellulare, che restituisce una parte di quel vigore intellettuale che l’Ariete spende in abbondanza.

redazione.lecceoggi@gmail.com

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