HomePoliticaUNA CITTÀ IN ATTESA DELLA DECISIONE DEL CONSIGLIO DI STATO PER DIRIMERE “IL CASO LECCE”

UNA CITTÀ IN ATTESA DELLA DECISIONE DEL CONSIGLIO DI STATO PER DIRIMERE “IL CASO LECCE”

UNA CITTÀ IN ATTESA DELLA DECISIONE DEL CONSIGLIO DI STATO PER DIRIMERE “IL CASO LECCE”

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Domani è il grande giorno. Il Consiglio di Stato, infatti, decreterà la fine della querelle politico-giudiziaria che ha coinvolto l’Amministrazione Comunale leccese dopo l’esito dell’ultima consultazione di giugno 2017.

Domani la Città saprà quale sarà l’assegnazione finale dei seggi del Consiglio Comunale.

Dopo due giudizi contrastanti:

da un lato la prima decisione della commissione elettorale che nel luglio scorso aveva deciso di assegnare il premio di maggioranza al centrosinistra del sindaco Salvemini alla luce dell’art. 73 del TUEL;

dall’altro lato, il ribaltamento della prima decisione ordinato dal TAR Lecce dell’11 ottobre dopo l’impugnazione da parte degli esponenti di centrodestra esclusi, ma che ora – più di prima – rivendicano il loro seggio e la conseguente maggioranza dell’assise cittadina.

Il tempo dell’attesa è definitivamente finito: dopo la sospensiva ordinata dal Consiglio di Stato quattro mesi fa, ora, i giudici di Palazzo Spada di Roma. dovranno esprimersi definitivamente.

Angelo Tondo, Attilio Monosi, Giorgio Pala, Paola Gigante, Laura Calò, Federica De Benedetto (quest’ultima adesso impegnata nella campagna elettorale per le prossime elezioni politiche del 4 marzo) sono i sei candidati nei partiti a sostegno del candidato sindaco Giliberti che sono appesi a un filo. Il TAR cittadino aveva dato loro il via libera per approdare in Consiglio: la sospensiva del CdS aveva “congelato” le loro sorti.

Dall’altra parte Silvano Vitale, Giovanni Castoro, Roberta De Donno, Ermenegildo De Giovanni, Maria Paola Leucci ed Ernesto Mola sono loro gli eletti che rischiano di dover lasciare per davvero il loro posto.

Ma sarà proprio così?

A livello giuridico, la partita è apertissima e lascia margini a tre decisioni possibili.

  1. Il CdS accoglie il ricorso: il Consiglio Comunale è “salvo”

Qualora i giudici amministrativi dovessero accogliere il ricorso dell’attuale maggioranza avverso alla sentenza del TAR, il Consiglio di Palazzo Carafa resterebbe “salvo” nella sua attuale composizione. Un ribaltone che permetterebbe al Sindaco Salvemini, al suo Vice Delli Noci e a tutta la Giunta di avere finalmente mani libere di agire, senza la Spada di Damocle di repentini cambi di numeri in aula. Accogliere il ricorso, insomma, significherebbe sposare la lettura ‘evolutiva’ della norma data dalla Commissione Elettorale.

  1. Il CdS respinge il ricorso: sentenza confermata e Consiglio a maggioranza azzurra

Il caso opposto, invece, è quello che vedrebbe i giudici del Consiglio di Stato confermare la sentenza del TAR leccese, premiando il centro destra che conquisterebbe, così, la maggioranza, senza essere al governo. Ed ecco creato il fenomeno denominato “anatra zoppa”. La sentenza, insomma, assegnerebbe la maggioranza pura alla coalizione azzurra con 17 seggi. Numeri che garantirebbero di tenere appesa a un filo l’esperienza governativa di Carlo Salvemini e che avvicinerebbero Lecce e i leccesi a un nuovo appuntamento elettorale.

  1. Dubbi di costituzionalità, si va in Corte Costituzionale

Ma come vociferato a ottobre, anche domani potrebbe essere una terza via che allungherebbe ulteriormente i tempi, trasferendo i fascicoli della causa davanti ai giudici della Consulta. Sul banco, infatti, c’è anche la carta della questione di legittimità costituzionale. In questo caso cioè i giudici potrebbero rinviare il giudizio sulla bontà della norma in questione (l’art.73) alla Corte Costituzionale. Una soluzione, questa, che vedrebbe la Consulta impegnata nel decidere se a prevalere sia il principio di rappresentatività o quello di governabilità. In questo ultimo caso il Consiglio Comunale resterebbe salvo, fino alla decisione, ultima, della Corte Costituzionale.

redazione.lecceoggi@gmail.com

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