HomePoliticaLA CRISI DI F.I. A LECCE IN UNO SCRITTO DI CRISTIAN STURDÀ

LA CRISI DI F.I. A LECCE IN UNO SCRITTO DI CRISTIAN STURDÀ

LA CRISI DI F.I. A LECCE IN UNO SCRITTO DI CRISTIAN STURDÀ

Cristian Sturdà

Cristian Sturdà

La credibilità si costruisce nel tempo, con sacrificio, professionalità e soprattutto coerenza. Non è sufficiente avere i gradi di generale per essere dei veri leaders. Un leader è colui il quale sa tenere una squadra unita, operando da buon padre di famiglia, non facendo il duro con chi ha un opinione diversa. Ma ognuno agisce secondo la propria coscienza e la propria educazione. Un leader assume su di sé il carico delle decisioni, affronta un Direttivo Provinciale e spiega eventualmente il perché quest’ultimo dovrebbe modificare il proprio deliberato, se ci riesce. Un vero leader non viene a Lecce di nascondo e davanti ad una pizza con il solo coordinatore provinciale muta la decisione di un intero Partito, gettando discredito sui suoi dirigente e calpestando la dignità di un nome come quello della Senatrice Poli Bortone (un gigante innanzi a nani). Un vero leader discute, affronta i problemi e ci mette la faccia, e si assume la responsabilità delle decisioni.

Lealtà, coerenza e umiltà, questi sono i valori che mi hanno insegnato i miei genitori e le figure che ho avuto la fortuna di avere come maestri nel corso della mia vita ed a questi stessi valori mi ispiro ogni giorno.

Ringrazio il Sen. Vitali, per la bellissima esperienza che mi ha permesso di fare in questo anno alla guida del coordinamento cittadino e ringrazio tutti i consiglieri del Direttivo cittadino per la passione e l’impegno dimostrato. Noi siamo persone perbene, questo non lo dobbiamo mai scordare, non siamo professionisti della politica ma persone che ogni giorno si alzano e affrontano con serenità la propria giornata lavorativa a volte fatta di tanti, tanti sacrifici, e che nonostante ciò, non mancano di dare il proprio contributo, in termini di idee e progetti, per la propria città, per amore della propria città.

 In questo anno passato alla guida del partito cittadino, Forza Italia ha lanciato tantissime iniziative, idee e sollevato istanze. Non possiamo dimenticare la grande battaglia portata avanti, strenuamente, per avere le telecamere di video sorveglianza nei nostri asili e nelle case di riposo, oppure la campagna a difesa della nostra Corte d’Appello, e ancora, iniziative per accelerare i tempi di consegna delle nuove carte d’identità, segnalazione dei cattivi lavori nelle nostre strade  lavori per la fibra ottica e tanto altro ancora. Abbiamo svolto opposizione seria e propositiva alla ex maggioranza di Salvemini (anche quando qualcuno lo teneva in piedi), abbiamo gridato a gran voce che questa nostra città merita di essere amministrata meglio, con più dedizione ed amore. Tutte queste battaglie, e tante altre, continuerò a farle senza alcun incarico dirigenziale di partito, come ho sempre fatto, perché per dare il proprio contributo al bene comune non è  necessario avere alcun grado. Ma non posso non commentare la decisone di avocare il mio incarico al coordinatore provinciale (lo stesso che per 15 gg ha ritenuto di non dover fare le primarie e sostenere Adriana Poli Bortone) perché colpevole di aver difeso il partito e le sue scelte prese all’unanimità. Il contrasto interno a FI è nato sol perché abbiamo lottato per salvaguardare la dignità del partito e di persone di grande spessore politico, ed anche perché convinti che quella fosse la decisione giusta e l’unica in grado di non spaccare il centrodestra. Ma quel che più dispiace è la poca umiltà e scarsa lucidità dimostrata in questa vicenda da alcuni personaggi, su tutti il segretario regionale Mauro D’Attis. Costui, dopo i fallimenti raccolti nella sua Brindisi è voluto venire a dettar legge a Lecce, pur non conoscendo molte dinamiche e non avendo il coraggio di presentarsi mai ad un direttivo provinciale. Talmente poco coraggio, che ha deciso di commissariare il coordinamento cittadino senza nemmeno una telefonata ma solo con un messaggino di whatsapp.

È ciò solo perché avevo osato mantenere ferma la posizione del Partito su Lecce. Ma del resto, lo sfascio di FORZA ITALIA negli ultimi anni a BRINDISI città, terra di D’attis, è illuminante. Se non è stato capace di fare  sintesi a Brindisi come ci si poteva aspettare che lo stesso potesse farla a Lecce?

A memoria, a Brindisi città si ricordano le ultime tre disfatte di FORZA ITALIA.

Tre elezioni comunali addietro lo stesso D’attis fu travolto da candidato sindaco dal suo concorrente. Nella penultima elezione comunale FI indicò a candidato Sindaco un Avvocato proveniente addirittura dall’ITALIA dei VALORI di Di Pietro col risultato che FI non riuscì ad eleggere nemmeno un consigliere comunale. Lo stesso D’attis subentrò poi in Consiglio solo dopo le dimissioni del Candidato Sindaco.

Infine, lo scorso marzo, perseguendo il suo disegno politico, FI non soltanto ha perso nuovamente le elezioni comunali ma si è finanche classificata  terza lista (nella coalizione) dopo addirittura  il Partito Repubblicano Italiano. I numeri, in quanto tali, non mentono mai.

Essere prima “nominato” deputato grazie al solo interesse di Tajani, e successivamente  nominato commissario regionale richiedeva invece da parte dello stesso coordinatore regionale un’attenzione più spiccata verso il territorio leccese. Ma tant’è. Di bello di questa entusiasmante esperienza mi porto il sostegno di grandi dirigenti di Partito come Paolo Pagliaro, il sostegno di tutto il mio direttivo e l’affetto che tanti cittadini mi hanno mostrato in questi mesi.

Il mio impegno è e sarà sempre rivolto esclusivamente all’interesse della città, in ogni mia veste, da dirigente, avvocato e cittadino. Solo per Lecce e per i leccesi, mai per le lobby di potere.

CRISTIAN STURDÀ

redazione.lecceoggi@gmail.com

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