HomeCulturaLECCE: ADRIANA PANNITTERI PRESENTA IL SUO ROMANZO “CRONACA DI UN DELITTO ANNUNCIATO”

LECCE: ADRIANA PANNITTERI PRESENTA IL SUO ROMANZO “CRONACA DI UN DELITTO ANNUNCIATO”

LECCE: ADRIANA PANNITTERI PRESENTA IL SUO ROMANZO “CRONACA DI UN DELITTO ANNUNCIATO”

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Ebbene, io mi chiedo che cosa avviene nella testa di un essere umano quando si spegne l’interruttore della ragione. E’ lì che nasce il mostro? A volte ho sentito dire che solo se siamo razionali riusciamo a vincere i brutti pensieri e  l’angoscia. Vuol dire che siamo esseri violenti per natura e che solo le regole ci costringono a domare i nostri istinti? E’ così che vanno le cose? E se è così chi ha  spento il mio interruttore?

Io non ero cattivo. Io non ero così. Talvolta mi sento in grado di farmi tante domande ma è quando comincio a farmele che diventa terribile non trovare le risposte. Allora vorrei che tutti gli interruttori nel mio cervello si rompessero, insomma che ci fosse un bel corto circuito, e così non mi accorgerei più di niente.

Ogni essere umano immagina per se stesso e per la propria famiglia un futuro radioso. Anche Antonio, carabiniere siciliano trasferito al Nord di buoni natali e di ideali rigorosi, pensa che la sua vita sia destinata a procedere lungo binari rassicuranti: un buon lavoro, una bella moglie, un figlio adorabile. E’ convinto di aver fatto le scelte giuste e che quelle decisioni lo proteggeranno per  sempre da qualsiasi pericolo. E invece le cose andranno in modo diverso. L’epilogo della sua vicenda umana si consuma in una giornata che per la storia è una data scolpita, indelebile e universale, l’11 settembre del 2001.

Mentre i destini del mondo stanno cambiando e le immagini funeste di quanto accaduto al World Trade Center tengono incollati milioni di persone alla tv, lui mette in atto i suoi tragici propositi. Ma che cosa avvenga davvero nella psiche di una persona che arriva a stravolgere e ad annullare tutto ciò in cui ha creduto, trasformandosi in quello che comunemente viene chiamato un “mostro” è la vera domanda. Perché la questione centrale non è il pentimento, ma la presa d’atto dolorosa e a tratti impossibile di una vicenda che rischia, per assuefazione, di somigliare alle tante storie che dapprima ci sconvolgono e presto vengono relegate nelle brevi di cronaca. Sono le storie degli uomini e delle donne che non si comprendono, quelle degli esseri umani che si perdono, che annullano i loro affetti, che vacillano e sprofondano nel vuoto fino – forse – a impazzire. Che cosa accade quando quel primo pensiero assurdo si affaccia nella mente di un individuo e che cosa lo conduce alla realizzazione di un gesto che gli appare inevitabile?

Liberamente ispirato a una storia vera, il romanzo si dipana attraverso lo scambio di lettere con Maria Grazia, una giornalista di una importante testata alle prese con una serie avvincente di casi di cronaca, ma anche con le incessanti domande sulla vita, sugli affetti, e sulle dinamiche aspre del suo lavoro. Antonio la costringe in qualche modo a entrare nel suo mondo, in quel tunnel che non sembra avere via d’uscita. Sullo sfondo anche un misterioso ammiratore che invia a Maria Grazia missive di colore rosso e dal contenuto inquietante.

La struttura narrativa è quella del giallo che procede anche attraverso flash back che sono vere e proprie istantanee sottratte all’usura del tempo, nelle quali si alternano l’Antonio di ieri e la sua terra d’origine – la Sicilia – con l’Antonio della maturità in un paese del nord Italia dove la pioggia domina il paesaggio e dove si consuma infine la tragedia.

 

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