HomeSpettacoli Musicali e TeatraliLECCE: “LUCIFERO” CON FABIO RUBINO E LA VITA DAVANTI A SE’ CON SILVIO ORLANDO

LECCE: “LUCIFERO” CON FABIO RUBINO E LA VITA DAVANTI A SE’ CON SILVIO ORLANDO

LECCE: “LUCIFERO” CON FABIO RUBINO E LA VITA DAVANTI A SE’ CON SILVIO ORLANDO

Prosegue la stagione teatrale del Comune di Lecce in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese.

Al Teatro Paisiello è in programma, sabato 26 febbraio, “Lucifero” di Chiara Guarducci con Fabio Rubino regia di Paolo Biribò. Lucifero – drammaturgia poetica, dai toni crudi e surreali – esprime, attraverso questo archetipo, la condizione di un’anima fragile ed eccedente, che si sfalda in un continuo passaggio tra onnipotenza e impotenza, preghiera e bestemmia, un ottovolante di opposti stati interiori, specchio del nostro ‘troppo umano’.

Silvio Orlando sarà il protagonista di “La vita davanti a sé”, dal romanzo di Romain Gary pubblicato nel 1975 e adattato per il cinema nel 1977 ancora oggi attualissimo, che racconta vite sgangherate che vanno alla rovescia, ma anche un’improbabile storia di amore toccata dalla grazia. Lo spettacolo sarà al Teatro Apollo di Lecce giovedì 3 marzo.

Di seguito le schede dei due spettacoli:

 

26 febbraio 2022- TEATRO PAISIELLO

Produzione Archètipo Teatro in collaborazione Esteatro – OfficineArca AP

Fabio Rubino

LUCIFERO

di Chiara Guarducci

con Fabio Rubino

costumi Antonio Musa

luci Silvia Avigo

video editing Paolo Biribò/Silvia Avigo

coro voci off compagnia Lu Campanile

video editing Paolo Biribò/Silvia Avigo

regia PAOLO BIRIBÒ

Lucifero mette in scena la caduta dell’angelo, che diventa insieme metafora della nascita e presa di coscienza di sé tramite il risveglio improvviso nella precarietà del corpo umano e nel subbuglio dei bisogni, un incarnarsi mortale e inerme, abbandonato a sé e incessantemente desiderante.

Scostandosi completamente dal luogo comune del diavolo, lo spettacolo esprime attraverso questa figura archetipica la condizione di un’anima fragile ed eccedente, che si sfalda in un continuo passaggio tra onnipotenza e impotenza, preghiera e bestemmia, un ottovolante di opposti stati interiori.

Lucifero, ancora impastato di cielo, è una creatura inquieta, stupita, rabbiosa, un bambino struggente che mette in parola il dolore, il potere, la nostalgia, che delira di sesso, di nostalgia, di mancanza, in lotta con sé stesso e con Dio, un Dio percepito come condanna ad una perenne infelicità, che proprio nella condizione umana trova il suo compimento.

La realtà diventa violenza e la risposta dell’uomo Lucifero non può essere altro che la non accettazione di un destino imposto da un Dio sentito come appartenenza e separazione, come coscienza della propria natura profonda, ma anche bersaglio della ribellione e della alienazione dell’uomo.

Un Dio vissuto come perdita delle proprie radici, origine per assurdo di un male di vivere che nella figura di Lucifero trova la sua più alta espressione, somma delle diversità, crogiolo di fame e vocazione all’impossibile come ognuno di noi.

3 marzo 2022- TEATRO APOLLO

Cardellino

Silvio Orlando

LA VITA DAVANTI A SÉ

dal romanzo di ROMAIN GARY

direzione musicale Simone Campa

con Simone Campa – chitarra battente e percussioni, Gianni Denitto – clarinetto, Maurizio Pala – fisarmonica, Kaw Sissoko-kora

scene Roberto Crea

disegno luci Valerio Peroni

costumi Piera Mura

assistente alla regia Maria Laura Rondanini

riduzione e regia di SILVIO ORLANDO

Pubblicato nel 1975 e adattato per il cinema nel 1977, al centro di un discusso Premio Goncourt, La vita davanti a sé di Romain Gary è la storia di Momò, bimbo arabo di dieci anni che vive nel quartiere multietnico di Belleville nella pensione di Madame Rosa, anziana ex prostituta ebrea che ora sbarca il lunario prendendosi cura degli “incidenti sul lavoro” delle colleghe più giovani.

Un romanzo commovente e ancora attualissimo, che racconta di vite sgangherate che vanno alla rovescia, ma anche di un’improbabile storia d’amore toccata dalla grazia. Silvio Orlando ci conduce dentro le pagine del libro con la leggerezza e l’ironia di Momò diventando, con naturalezza, quel bambino nel suo dramma.

 

redazione.lecceoggi@gmail.com

No Comments

Leave A Comment