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LECCE, “MI SEPARO” RADDOPPIA E REPLICA

LECCE, “MI SEPARO” RADDOPPIA E REPLICA

La commedia brillante della “Compagnia Piccola Ribalta“, in scena al Politeama Greco di Lecce il  7 gennaio ore 18, replicherà alle 21.  Biglietti disponibili sul circuito vivaticket.com

Quasi sold-out la prima data di “Mi Separo”, nota commedia brillante della “Compagnia Piccola Ribalta“ di Bari, la produzione annuncia la replica dello spettacolo che si terrà il prossimo sempre 7 gennaio alle 21. La prima rimane fissata sempre il 7 gennaio prossimo al Politeama Greco di Lecce, sipario ore 18.

Mi Separo – La commedia.

Genere, comico. Regia Franco Spadaro, scenografia Gianna Pellicciaro. Attori: Franco Spadaro, Simonetta Paolillo, Valentina Gadaleta. Durata 90 minuti.

La prima causa del divorzio è il matrimonio, cita un famoso aforisma di Groucho Marx, confermata dai due protagonisti ossidati da 36 anni di matrimonio attraverso le loro feroci discussioni, nell’intimità delle mura domestiche prima e davanti ad una Psicologa dopo. La storia mette un po’ a nudo le dinamiche della vita matrimoniale rivelandone i malesseri. Incomprensioni che sfociano in divertenti scambi di battute, dal sapore decisamente poco inglese, che raccontano il disagio della vita coniugale e che li porterà ad affrontare la terapia di coppia per scongiurare il divorzio con la complicità del pubblico. Parafrasando Marx è d’obbligo un’altra delle sue battute: “Il Matrimonio è un Istituto meraviglioso, ma chi vorrebbe vivere in un Istituto?”

Franco (Franco Spadaro) e Simonetta (Simonetta Paolillo), coniugi da 33 anni, vivono la loro convivenza costantemente a disagio, a causa dei continui litigi, delle situazioni monotone che affrontano e della loro mancanza di comunicazione.

La donna, disperata e ormai quasi orientata verso la separazione, sceglie, come ultima spiaggia per salvare il proprio rapporto, di contattare e invitare in casa propria una psicologa (Valentina Gadaleta) specializzata in terapie di coppia. La seduta con la psicanalista non porterà tuttavia vantaggi: anche con lei presente i due sposi continueranno a battibeccare, sottolineando nel dettaglio le situazioni private che hanno portato al declino: dalla pigrizia di lui in contrasto con l’iperattività di lei, all’incapacità di intendersi nel quotidiano, fino ai problemi nella loro sfera “più intima”.

La rappresentazione funziona e provoca ilarità, soprattutto grazie al processo di immedesimazione che suscita negli spettatori. Le battute, molto incalzanti, ben si intersecano in uno show che alterna i dialoghi ai monologhi, sfogo dell’unico uomo in scena. Le situazioni comiche del matrimonio e della coabitazione rappresentano il fulcro, attorno al quale però ruotano altri argomenti come le differenze tra uomini e donne, l’utilizzo di internet e dei social network da parte di chi è più in là con gli anni e i mestieri del terzo millennio. La “quarta parete” viene poi continuamente rotta, un po’ perché gli attori stessi si rivolgono alla platea con diversi espedienti, un po’ perché è il pubblico stesso a farsi fragoroso e a intervenire in più frangenti, anche solo per rispondere alla domanda ricorrente a loro rivolta: “Ma quindi, pure a voi succede?”.

In conclusione, lo show è consigliato, sperando tuttavia di non “uscirne single”, come recita ironicamente la locandina dello spettacolo.

La commedia brillante della “Compagnia Piccola Ribalta“, in scena al Politeama Greco di Lecce il  7 gennaio ore 18, replicherà alle 21.  Biglietti disponibili sul circuito vivaticket.com

Quasi sold-out la prima data di “Mi Separo”, nota commedia brillante della “Compagnia Piccola Ribalta“ di Bari, la produzione annuncia la replica dello spettacolo che si terrà il prossimo sempre 7 gennaio alle 21. La prima rimane fissata sempre il 7 gennaio prossimo al Politeama Greco di Lecce, sipario ore 18.

Mi Separo – La commedia.

Genere, comico. Regia Franco Spadaro, scenografia Gianna Pellicciaro. Attori: Franco Spadaro, Simonetta Paolillo, Valentina Gadaleta. Durata 90 minuti.

La prima causa del divorzio è il matrimonio, cita un famoso aforisma di Groucho Marx, confermata dai due protagonisti ossidati da 36 anni di matrimonio attraverso le loro feroci discussioni, nell’intimità delle mura domestiche prima e davanti ad una Psicologa dopo. La storia mette un po’ a nudo le dinamiche della vita matrimoniale rivelandone i malesseri. Incomprensioni che sfociano in divertenti scambi di battute, dal sapore decisamente poco inglese, che raccontano il disagio della vita coniugale e che li porterà ad affrontare la terapia di coppia per scongiurare il divorzio con la complicità del pubblico. Parafrasando Marx è d’obbligo un’altra delle sue battute: “Il Matrimonio è un Istituto meraviglioso, ma chi vorrebbe vivere in un Istituto?”

Franco (Franco Spadaro) e Simonetta (Simonetta Paolillo), coniugi da 33 anni, vivono la loro convivenza costantemente a disagio, a causa dei continui litigi, delle situazioni monotone che affrontano e della loro mancanza di comunicazione.

La donna, disperata e ormai quasi orientata verso la separazione, sceglie, come ultima spiaggia per salvare il proprio rapporto, di contattare e invitare in casa propria una psicologa (Valentina Gadaleta) specializzata in terapie di coppia. La seduta con la psicanalista non porterà tuttavia vantaggi: anche con lei presente i due sposi continueranno a battibeccare, sottolineando nel dettaglio le situazioni private che hanno portato al declino: dalla pigrizia di lui in contrasto con l’iperattività di lei, all’incapacità di intendersi nel quotidiano, fino ai problemi nella loro sfera “più intima”.

La rappresentazione funziona e provoca ilarità, soprattutto grazie al processo di immedesimazione che suscita negli spettatori. Le battute, molto incalzanti, ben si intersecano in uno show che alterna i dialoghi ai monologhi, sfogo dell’unico uomo in scena. Le situazioni comiche del matrimonio e della coabitazione rappresentano il fulcro, attorno al quale però ruotano altri argomenti come le differenze tra uomini e donne, l’utilizzo di internet e dei social network da parte di chi è più in là con gli anni e i mestieri del terzo millennio. La “quarta parete” viene poi continuamente rotta, un po’ perché gli attori stessi si rivolgono alla platea con diversi espedienti, un po’ perché è il pubblico stesso a farsi fragoroso e a intervenire in più frangenti, anche solo per rispondere alla domanda ricorrente a loro rivolta: “Ma quindi, pure a voi succede?”.

In conclusione, lo show è consigliato, sperando tuttavia di non “uscirne single”, come recita ironicamente la locandina dello spettacolo.

luciani.2006@libero.it

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