HomeCronaca e AttualitàPROTESTI IN DISCESA LIBERA, IN UN ANNO UN ULTERIORE CALO: PASSATI DA 14 A 10 MILIONI (-24,4%)

PROTESTI IN DISCESA LIBERA, IN UN ANNO UN ULTERIORE CALO: PASSATI DA 14 A 10 MILIONI (-24,4%)

PROTESTI IN DISCESA LIBERA, IN UN ANNO UN ULTERIORE CALO: PASSATI DA 14 A 10 MILIONI (-24,4%)

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Il 2017 registra un’ulteriore frenata per i protesti sul territorio salentino: 11.178 titoli di credito contro i 13.519 dello scorso anno (-17,3%) per un valore di 10,8 milioni di euro contro i 14,3 del 2016, con una flessione del 24,4%. A partire dal 2010 i mancati pagamenti dei leccesi evidenziano un trend discendente,   con un’unica eccezione del 2012,  passando dagli oltre 47 milioni di euro (2010)  agli attuali 10, riducendosi a poco più di un quinto.

“Il calo dei protesti – commenta Alfredo Prete, presidente dell’Ente camerale – è imputabile a più cause. Sicuramente, pur in presenza di lievi segnali di ripresa per l’economia, sia le imprese che i cittadini, sono ancor molto restii ad accettare promesse di pagamento, segno di una perdurante cautela nei rapporti d’affari e di poca fiducia in una ripresa economica ancora instabile e debole,  in particolare nel nostro Mezzogiorno. Ma bisogna aggiungere che il trend discendente dei protesti  è in parte attribuibile al minore utilizzo dei titoli protestabili in favore di  altre soluzioni  connesse alla moneta elettronica e ai servizi di e-payments utilizzati soprattutto nell’ambito del commercio elettronico (e-commerce). Secondo i dati della Banca d’Italia negli ultimi dieci anni il numero di assegni si è  ridotto da 359 a 149 milioni, per un valore complessivo che è sceso d 815 a 316 mila miliardi. E’ evidente che riducendosi il numero degli assegni in circolazione si riduce  conseguentemente anche il numero di quelli non andati a buon fine”.

I dati  dell’Osservatorio Cerved sui protesti, riconducibili alle imprese di tutto il Paese, evidenziano un calo riferito a tuti i settori economici e a tutto il territorio nazionale, anche se  rimangono differenze tra il Nord e il Centro-Sud. Nel Nord, infatti, le società protestate nel 2017 sono diminuite  del 20% rispetto all’anno precedente, con un’incidenza dello 0,4-0,5% rispetto alle imprese dell’area. Nel Centro e nel Sud i miglioramenti ci sono ma risultano  più contenuti – rispettivamente -8,5% e -12,3% rispetto al 2016 – e l’incidenza dei protesti è più alta (1% e 1,2%). Infine  la diminuzione dei fallimenti, altro  indicatore  dello stato di salute delle imprese,  aggiunge un’ ulteriore nota positiva: nel 2017, infatti, i fallimenti dichiarati nel Salento sono diminuiti, rispetto all’anno precedente dell’11%, passando da 70 agli attuali 62.

Riprendendo le fila del discorso sui protesti nella nostra provincia , emerge che la flessione ha interessato tutti i titoli di pagamento, ad eccezione delle tratte accettate, il cui numero (95) e valore (81mila) è però del tutto marginale.

Non sono marginali, invece, i numeri delle cambiali protestate (il 90% del totale dei titoli), che restano in assoluto lo strumento di pagamento protestato più frequente: 10.118 pagherò per un valore di 7,6 milioni di euro, lo scorso anno erano 12.294 per oltre 10,5 milioni, diminuiti quindi numericamente del 17,7% e del 28% per il valore. Gli  assegni a vuoto, invece, pur non essendo moltissimi (790), appena il 7% dei titoli protestati, rappresentano il 26% (2,8 milioni) del valore complessivo dei protesti; anch’essi sono diminuiti del 16% per quanto riguarda il numero  e del 13,3% per valore. Le tratte accettate, titolo di credito poco diffuso, sono appena 175 per un valore di oltre 290mila in diminuzione del 29%,per quanto riguarda il numero, e del 32% per il valore.

Anche nell’ambito della regione Puglia, si registra  una generale diminuzione dei protesti del 14,3% rispetto al numero e del 18,3% per il valore. Il confronto territoriale,  però, evidenzia che la flessione maggiore è stata registrata dalla provincia salentina, seguita da quella barese che nel corso del 2017 ha registrato 16.369 titoli protestati (-12,2%) per un valore di 27,6 milioni di euro (-18,7%). La provincia di Foggia registra 6.098 titoli protestati (-10,5%) per un valore di oltre 10,3 milioni (-8,8%): Foggia è la provincia pugliese in cui si sono registrate le flessioni più contenute, sia per quanto concerne il numero che il valore, inoltre  la provincia dauna  registra il medesimo valore di titoli non andati a buon fine,  pari  a quello  della provincia di Lecce, ma con la differenza che nel caso della provincia salentina tale cifra è  spalmata su 11.178 titoli, quasi il doppio di quelli foggiani. Anche nelle  province di Brindisi e Taranto si registra un calo dei protesti, entrambe superano un valore di 6,3 milioni, ma numericamente Brindisi ha  un numero di titoli protestati  inferiore (5.789) rispetto a quelli di Taranto (6.578).                Brindisi registra una flessione del 14,4% per quanto riguarda  il numero dei protesti,  del 21,4% per il valore, mentre la diminuzione dei protesti nella provincia di Taranto  è del 17,3% in relazione alla quantità, del 16,3% per il valore. In relazione all’importo medio dei titoli protestati Lecce e Taranto detengono l’importo più basso pari a 969 euro, mentre Bari seguita da Foggia l’importo più elevato, rispettivamente, 1.689,6 e 1685,6 euro, Brindisi si attesta a 1.097,7 euro.

Il 56% dei titoli protestati è inferiore o uguale a 1.000 euro e copre il 13% del valore  pari a 1,4 milioni di euro. Sono soprattutto i pagherò ad essere di piccolo taglio, oltre l’82% di questi, pari a 8.325 titoli, rientra in tale fascia di importo per un valore complessivo di 3,1 milioni di euro, pari al 41,4% del valore delle cambiali. Gli assegni di importo inferiore o uguale a 1.000 euro sono 232, il 29% del totale degli assegni protestati,  e coprono appena il 5% del valore degli assegni a vuoto (poco più di 144mila euro). Gli assegni compresi nella fascia 5.000-100.00 euro sono 111 per un valore complessivo di 1,5 milioni pari al 53% del totale degli assegni non andati a buon fine.

Protesti elevati nella provincia di Lecce per fascia di importo e tipologia di titoli – Anno 2017

Fascia di importo Assegni Cambiali Tratte non accettate Tratte  accettate Totale complessivo
N. effetti Importo N. effetti Importo N. effetti Importo N. effetti Importo N. effetti Importo
da 0 a 150 6 722,79 2.764 261.826,10 10 991,15 3 321,00 2.783 263.861,04
da  150,01 a 300 22 5.523,22 1.605 374.016,56 12 2.937,89 46 12.050,68 1.685 394.528,35
da 300,01 a 500 53 23.076,69 1.710 726.558,37 25 10.922,97 11 4.699,34 1.799 765.257,37
da 500,01 a 1.000 151 114.948,73 2.246 1.777.315,66 47 35.091,64 15 12.818,01 2.459 1.940.174,04
da 1000,01 a 1.500 110 142.312,94 751 901.628,47 32 40.119,66 9 10.766,98 902 1.094.828,05
da 1.500,01 a 2.500 171 341.969,24 545 1.090.551,20 21 44.291,98 2 3.795,00 739 1.480.607,42
da 2.500,01 a 5.000 165 585.357,68 390 1.354.261,37 19 67.185,47 8 31.140,49 582 2.037.945,01
da 5.000,01 a 100.000 111 1.520.901,17 107 1.106.119,46 9 88.942,08 1 5.783,00 228 2.721.745,71
oltre 100.000 1 133.000,00 1 133.000,00
Totale 790 2.867.812,46 10.118 7.592.277,19 175 290.482,84 95 81.374,50 11.178 10.831.946,99

Fonte: Camera di Commercio di Lecce – Registro informatico dei protesti- elaborazioni Ufficio Statistica e Studi

I protesti dei comuni[1]

Circa il 30% dei protesti della provincia  si concentra nel comune capoluogo che annovera 3.197 titoli non andati a buon fine per un valore complessivo di 2,9 milioni di euro. Ovviamente il numero più elevato di protesti si concentra nei comuni più grandi, sia per la presenza di un numero maggiore di imprese che di cittadini, per cui subito dopo Lecce troviamo Nardò e Gallipoli, rispettivamente, con 1.192 e 927 titoli protestati per un valore complessivo di 1,2  milioni e 944mila euro. Caso “anomalo” il comune  di Poggiardo che, pur essendo un comune di piccole dimensioni,  concentra un numero elevato di protesti, pari a 984, per un valore di oltre un milione  di euro, ma ciò accade non perché gli abitanti di Poggiardo siano cattivi pagatori, bensì  perché sugli studi notarili del comune si riversano i protesti, sia dei comuni  limitrofi, che  una larga fetta di quelli di Maglie, come dimostrano i dati riferiti alla cittadina magliese. Il comune di Vernole, invece, detiene, il record del valore medio più elevato pari a 3.307,95 seguito da Novoli (1.956,31 euro) che conta però solo 8 assegni protestati. Il valore medio più basso spetta a Veglie che ha un unico protesto di soli 50 euro. Considerando, invece, i comuni che annoverano il numero più elevato di protesti, si riscontra Lecce con un valore medio di 904 euro, Gallipoli 1018 e Nardò 1.080.

Protesti elevati nei comuni della provincia di Lecce per tipologia di titolo – anno 2017

Comuni Assegni Cambiali Tratte non accettate Tratte  accettate Totale complessivo
N. effetti Importo N. effetti Importo N. effetti Importo N. effetti Importo N. effetti Importo
ACQUARICA DEL CAPO 2 3.311,00 24 15.040,10 26 18.351,10
ALESSANO 26 80.274,50 32 20.219,44 49 50.178,00 107 150.671,94
ALLISTE 30 17.466,61 30 17.466,61
ARADEO 1 1.356,15 52 20.014,01 8 1.857,43 61 23.227,59
ARNESANO 13 8.423,00 13 8.423,00
CALIMERA 1 3.500,00 90 67.818,48 91 71.318,48
CAMPI SALENTINA 3 3.300,00 3 3.300,00
CAPRARICA DI LECCE 30 18.202,06 30 18.202,06
CARPIGNANO SALENTINO 13 21.076,21 12 6.751,10 25 27.827,31
CASARANO 13 54.991,54 483 375.473,47 1 458,33 497 430.923,34
CASTRI DI LECCE 2 3.826,53 14 5.111,31 16 8.937,84
CASTRIGNANO DE’ GRECI 1 40.000,00 36 11.898,00 1 100,00 38 51.998,00
CASTRIGNANO DEL CAPO 6 34.872,09 145 93.755,41 2 1.589,40 153 130.216,90
CAVALLINO 22 48.479,14 188 63.027,05 210 111.506,19
COLLEPASSO 8 15.498,85 94 35.032,59 102 50.531,44
COPERTINO 23 94.951,34 189 134.469,23 9 12.362,00 221 241.782,57
CORIGLIANO D’OTRANTO 5 16.311,00 29 15.127,44 34 31.438,44
CORSANO 2 1.548,00 42 20.666,25 1 751,49 45 22.965,74
CUTROFIANO 23 2.698,80 23 2.698,80
GAGLIANO DEL CAPO 41 20.348,25 41 20.348,25
GALATINA 14 38.836,15 245 217.308,38 35 50.861,77 26 18.343,26 320 325.349,56
GALATONE 9 27.222,49 246 160.324,51 9 4.919,39 264 192.466,39
GALLIPOLI 75 216.196,48 823 683.238,98 7 11.253,66 22 33.485,25 927 944.174,37
GUAGNANO 1 249,00 1 249,00
LECCE 193 509.395,73 2.968 2.312.401,43 34 66.627,91 2 2.153,20 3.197 2.890.578,27
LEQUILE 167 240.366,94 11 3.609,00 178 243.975,94
LEVERANO 62 24.090,64 1 2.587,63 63 26.678,27
LIZZANELLO 65 157.266,02 155 95.167,11 220 252.433,13
MAGLIE 9 50.479,84 89 80.930,87 2 700,00 100 132.110,71
MARTANO 33 78.704,74 153 94.852,86 186 173.557,60
MARTIGNANO 3 3.012,78 3 3.012,78
MATINO 16 57.071,44 111 80.831,19 127 137.902,63
MELENDUGNO 2 2.881,87 84 79.226,93 1 3.100,00 1 190,00 88 85.398,80
MONTERONI DI LECCE 9 20.531,02 162 81.315,80 171 101.846,82
MONTESANO SALENTINO 39 25.365,56 39 25.365,56
MORCIANO DI LEUCA 14 6.003,83 14 6.003,83
NARDO’ 57 466.926,22 1.121 805.819,19 4 11.214,61 10 3.779,16 1.192 1.287.739,18
NEVIANO 44 30.657,21 7 55.230,93 8 2.166,00 59 88.054,14
NOVOLI 8 15.650,46 8 15.650,46
PARABITA 5 115.654,49 59 42.274,40 3 12.000,00 67 169.928,89
POGGIARDO 63 428.236,78 917 590.319,60 4 6.327,31 984 1.024.883,69
PORTO CESAREO 41 35.599,74 41 35.599,74
PRESICCE 27 24.593,93 27 24.593,93
RUFFANO 2 1.191,22 173 163.756,90 175 164.948,12
SALVE 17 4.610,94 17 4.610,94
SAN CESARIO DI LECCE 40 76.381,75 12 5.612,40 52 81.994,15
SAN DONATO DI LECCE 50 21.697,36 3 3.900,00 53 25.597,36
SAN PIETRO IN LAMA 25 59.302,76 22 7.713,75 47 67.016,51
SOLETO 73 48.503,81 1 170,00 1 100,00 75 48.773,81
SPECCHIA 8 10.380,92 24 4.605,00 1 460,00 33 15.445,92
SQUINZANO 1 250,00 1 250,00
SUPERSANO 4 1.545,13 42 18.754,50 46 20.299,63
SURBO 8 18.150,57 63 43.764,58 3 9.041,61 74 70.956,76
TAURISANO 4 4.797,95 38 25.551,49 1 1.100,00 1 1.000,00 44 32.449,44
TREPUZZI 6 2.002,53 6 2.002,53
TRICASE 105 87.302,31 105 87.302,31
UGENTO 14 33.112,08 306 262.724,55 1 240,00 321 296.076,63
VEGLIE 1 50,00 1 50,00
VERNOLE 2 57.900,00 84 226.583,59 86 284.483,59
Totale complessivo 790 2.867.812,46 10.118 7.592.277,19 175 290.482,84 95 81.374,50 11.178 10.831.946,99

Fonte: Camera di Commercio di Lecce – Registro informatico dei protesti- elaborazioni Ufficio Statistica e Studi

[1] Per una corretta lettura dei dati, occorre precisare che i protesti vengono elevati su input del creditore con l’ausilio della sua banca di riferimento che si avvale di un ufficiale levatore (generalmente un notaio= che può esercitare l’attività in un comune diverso da quello del debitore re anche del creditore, per cui il protesto viene conteggiato al comune in cui viene elevato. E’ evidente, pertanto, che la numerosità dei protesti di un singolo comune non può essere assunta come indice di solvibilità dei suoi abitanti.

redazione.lecceoggi@gmail.com

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